lunedì 5 agosto 2013

Il comizietto del pregiudicato: Berlusconi parla a Roma

     Un comizietto da quattro soldi per quattro gatti su un palco abusivo. Così potremmo riassumere quello di ieri a Roma, presieduto da un decadentissimo Silvio Berlusconi, teatrino distrattore che solo menti infime e diseducate al libero pensiero possono sopportare.
     Cita la Costituzione Silvio Berlusconi, si suona l’inno nazionale, si incoraggia l’odio verso le istituzioni, si diseduca la gente. Si levano cori fascisti inneggianti «Duce! Duce!». Tra gli astanti si sente dire «Chi è ’sto Peter Gomez? È italiano? Se lo incontro per strada, lui e Travaglio, gli sputo in faccia e gli mangio il cuore!». È il partito dell’amore. Il partito che non conosce odio.
     Un genere paraletterario vero e proprio quello di Berlusconi ieri, unico esempio al mondo in cui un condannato definitivo si prende la libertà di scendere in piazza per parlare contro lo Stato, attaccando l’indipendenza dei poteri della magistratura (che secondo lui dovrebbe essere soggiogata al governo, portando indietro il dibattito politico di più tre secoli) e sbandierando la sua presunta innocenza senza fornire, non tanto prove, ma almeno motivazioni razionali.
     Individui deliranti, privi di giudizio quegli “italioidi” che gridano e ragliano come bestie, invece che applaudire e ascoltare civilmente. Spettacolo indegno, svuotato di ogni connotazione civica. Soggiogamento delle masse, branco di pecore che ripetono a memoria le dichiarazioni del loro leader senza neanche riflettere su quanto dicono o pensano. Individui persi, non coscienti di ciò che ascoltano, non badanti a ciò che dicono.
     E lui, lì sul palco, a parlare, parlare senza dire veramente niente.



     Meno male che c’è la satira…




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