domenica 24 febbraio 2013

Ricapitolando

di Marco Travaglio

     A due giorni dalle elezioni, si vanno chiarendo anche gli ultimi trascurabili dubbi sulle alleanze e i programmi delle principali forze in campo. Berlusconi, avendo annunciato il sorpasso del Pdl sul Pd, conta di tornare premier dopo aver detto che non farà più il premier, ma il ministro dell’Economia. Intende allearsi “con il Pd per cambiare la Costituzione”, proseguendo la proficua collaborazione già avviata nella Bicamerale e al Monte dei Pascoli. Ma solo quando avrà smaltito la sbornia che vuole prendersi se, come prevede, il Trio Sciagura (Monti-Fini-Casini) con cui è alleato da un anno e mezzo non entrerà in Parlamento. Intanto s’è già ubriacato per lo scandalo che ha colpito l’odiato Giannino, dimessosi perché non laureato (Nicole Minetti invece è laureata, e anche Sara Tommasi, e pare persino Alfano). Nel primo consiglio dei ministri restituirà l’Imu da lui stesso votata ed elogiata ai proprietari di prima casa in contanti, in comode buste ritirabili presso l’ufficio del ragionier Spinelli in via dell’Olgettina a Milano. Dopodiché, se resterà tempo, dichiarerà guerra alla Germania.
     Sosterrà il governo Berlusconi anche la Nuova Lega di Bobo Maroni, che aveva giurato “mai più con Berlusconi” e annunciato che il suo candidato premier era Alfano, oppure Tremonti che a Berlusconi non rivolge la parola da un anno e mezzo. Monti, dal canto suo, prevede che resterà a Palazzo Chigi, forte della maggioranza assoluta che i sondaggi, affidati al Mago Otelma, sembrano tributargli sia alla Camera sia al Senato. Infatti, nei giorni pari, esclude di allearsi sia con Berlusconi (“statista”, anzi “cialtrone”) sia col Pd (“nato nel 1921”, cioè comunista). Però nei giorni dispari non esclude la “grande coalizione” con Berlusconi se si libera di Berlusconi e/o col centrosinistra se si libera di Vendola (o se Vendola smette di essere Vendola e diventa Ichino) e anche di Bersani perché la Merkel non lo vuole (lei smentisce, ma lui conferma: la Merkel non vuole Bersani, ma non lo sa ancora).
     Casini, o il suo ologramma, annuncia sul Corriere che una delle prime mosse del governo Monti sarà l’abolizione delle Province: infatti Monti candida in Veneto il leader del movimento “Salviamo la Provincia di Bolzano”, che resterà dunque l’unica provincia d’Italia. Fini: non pervenuto. Poi c’è Beppe Grillo, che prega di non vincere le elezioni perché altrimenti non saprebbe chi mandare a Palazzo Chigi ed è terrorizzato perché rischia di vincerle per davvero, suo malgrado. Ingroia invece spera di superare il quorum e di intavolare una trattativa con Grillo, che però non tratta, oppure con Bersani, che però non gli parla proprio perché Napolitano non vuole, a causa delle sue indagini sulla trattativa.
     Infine il centrosinistra, formato da Pd, Sel e – secondo alcuni radar particolarmente sensibili – anche Socialisti, Moderati e Centro Democratico (così chiamato per distinguerlo dal Centro Totalitario). Qui, per fortuna, regna la limpidezza più cristallina da tempo immemorabile. Il Pd, anche se dovesse avere la maggioranza al Senato, farà comunque un governo con Monti, ma per cambiare le politiche del governo Monti che il Pd ha votato fino all’altroieri. Vendola s’è impegnato per iscritto a governare col Pd e col Centro di Monti, ma si dice incompatibile col Centro di Monti e dunque annuncia che col Centro di Monti non governerà. Il roccioso governo così coerentemente formato s’impegna a varare nel primo Consiglio dei ministri la legge sul conflitto d’interessi che né il centrosinistra in cinque legislature, né Monti in un anno e mezzo, hanno mai varato per pura sbadataggine. Inoltre, siccome Grillo è “un fascista del web”, “populista”, “antipolitico”, “come Berlusconi”, “eterodiretto” da forze oscure e “un pericolo per la democrazia”, bisogna dialogare con Grillo perché è “un interlocutore prezioso”.
Tutto chiaro?

Da Il Fatto Quotidiano, 22 febbraio 2013


sabato 23 febbraio 2013

Politici da cani


     Nel paese del sottosopra, dove un politico è libero di dire frasi razziste in TV e smentirle tranquillamente il giorno dopo senza che nessuno gli renda conto di nulla; nel paese in cui è possibile fare apologia dei reati osannando e santificando le tangenti; nel paese in cui hai il dovere morale di fare opposizione e quando vai al potere non fai la legge sul conflitto di interessi, svuotando il significato politico della parola “sinistra”; nel paese in cui puoi instaurare una dittatura delle banche che spinge la gente a togliersi la vita per la povertà e pretendere non solo che ti obbediscano, ma anche che ti ringrazino perché a tuo dire li hai salvati; nel paese in cui per governare un paese ti circondi di collaboratori che vengono dalla mafia o da puttanelle o veline mancate ignorantissime e senza alcuna qualifica; in un paese dovesi possono usare le leggi a proprio piacere in modo da restare non puniti dalla legge quando si commettono reati… in un paese del genere cosa volete che contino gli elettori?
     Gli elettori nemmeno esistono in un paese come questo. Eppure, in campagna elettorale, eccoli tornare, a dire di questi “signori”, protagonisti indiscussi di tutte le loro “premure”. Eccoli rimessi al centro, gli elettori, tutti a promettere di difenderli e tutelarli; tutti pronti a giurare di lottare, di “sbranare” questo e quello, di fare “piazza pulita”, perfino di restituire le tasse pagate ingiustamente!
     E come li convinci, elettori del genere? Come puoi ricoprirti di vergogna per anni e sperare che gli elettori ti ridiano fiducia? Siamo in questo paese, siamo in Italia! Qui le leggi del buon senso non attecchiscono: qui siamo mnemolabili come i pesci, che abboccano all’amo ogni volta perché non ricordano mai che è una trappola. Qui basta far leva sulle corde giuste e la gente, povera nell’animo e nell’educazione prima che nelle tasche, ritorna ad affidarsi a te, ti ridà il potere come la famosa moglie picchiata dal marito che non riesce a lasciare perché da sola non si sente sicura.
     In Italia la vergogna più grande l’hanno vissuta gli elettori. Sono le persone comuni quelle che si sentono dire dagli stranieri «Ma cosa parli a fare tu? Sei italiano! Sei poco credibile!». Sono loro quelli che si sentono dare dei “mafiosi” e che nei video sono rappresentati con le caricature di persone incivili che non sanno nemmeno fare una fila alla posta. Gli elettori sono la razza più mortificata di tutte. E i politici, ben coscienti della pochezza intellettuale e morale di cui sono dotati gli elettori, hanno la faccia tosta di ripresentarsi, perché sanno di poterci riconvincere, sanno che, per quanto ci prenderanno in giro, noi non sappiamo stare senza di loro.
     E si raccontano. Si raccontano con toni dolci, li vedi comparire in TV umanizzati, ad abbracciare e ad adottare cagnolini, li vedi piangere e raccontare barzellette. Usano la stessa tecnica che hanno sempre usato per ingannarci: non ci permettono di pensare!
     Fanno leva sulla nostra emotività, mirano a far nascere in noi emozioni “distrattrici”, perché se ci mettessimo a ragionare e a collegare le cose, se ci mettessimo a ricordare i fatti passati alla luce del presente e riflettessimo su cosa viene proposto, allora non li voteremmo. E finora ha funzionato!
     Domani abbiamo tutti l’opportuinità di rompere questa triste tradizione, di tagliare questo cordone che somiglia sempre più a un cappio, di piantarla con questo legame perverso… Siamo alla vigilia del voto: domani esercitiamo il nostro diritto più importante come se fosse SOLO un dovere. Il dovere di tornare padroni delle nostre vite.


giovedì 7 febbraio 2013

25000 studenti Erasmus senza voto: la soluzione proposta da Rivoluzione civile


     Sono tanti i diritti sanciti dalla nostra Costituzione che vengono violati, cancellati o limitati nel nostro paese. In particolare ce n’è uno importantissimo e fondamentale per la definizione stessa di democrazia che rischierà di essere fortemente compromesso per gli studenti Erasmus e per quelli fuori sede: il diritto di voto!
     Tra meno di venti giorni gli italiani si troveranno infatti alle urne per eleggere il nuovo governo ed è quindi necessario per molti viaggiare verso il comune dove si trova la propria circoscrizione elettorale: questo significa doversi accollare un esborso economico relativo al viaggio che in molti casi ha il suo peso. Il governo Monti, in carica fino alle prossime elezioni, ha emanato un decreto (D.L. 22.12.12. n. 223) nel quale, all’articolo 2, elenca tutte le categorie che, trovandosi all’estero nel periodo delle elezioni per motivi di servizio, possono votare per corrispondenza, ovviando così al fastidio di dover viaggiare per tornare in Italia. Tutto apparentemente tranquillo: ricercatori, professori, membri delle forze armate sono tutti tenuti in considerazione in questo articolo… peccato che tra le categorie elencate sia assente quella degli studenti.
     Non è certo la prima volta che il governo italiano si mostra così spudorato nei confronti di quella che dovrebbe essere la categoria più degna di attenzione non solo dell’Italia, ma di tutte le democrazie del mondo. Siamo anche abituati a essere snobbati dalla Casta… Però questa volta la cosa è un po’ più grave, perché, vuoi per un errore o una sbadataggine, vuoi per un’esplicita volontà di danneggiare l’elettorato studentesco, di fatto gli studenti fuori sede e quelli che fanno parte del progetto Erasmus non potranno votare per corrispondenza e quindi, se vorranno esercitare il loro diritto di voto dovranno accollarsi la spesa del viaggio (andata e ritorno!) senza che sia prevista un’esenzione o un rimborso.
     Ecco che allora gli studenti si ritrovano in questa trappola che puzza di ricatto: vuoi votare? Bene, spendi 300 euro di biglietto aereo per il viaggio e ti faccio votare. Non te lo puoi permettere? Ti freghi! Bisogna ricordare che il progetto Erasmus è uno degli strumenti più belli e utili dell’Unione Europea: il suo significato dovrebbe essere quello di mettere gli studenti di fronte a una cultura diversa, dovrebbe permettere loro di soggiornare all’estero e imparare la lingua del posto, frequentare i corsi universitari degli atenei stranieri… Senonché in Italia i fondi che un tempo sostenevano già poco generosamente i costi di un soggiorno di diversi mesi in un paese straniero ora sono quasi zero. L’Italia non paga per i suoi studenti che vogliono ampliare il proprio curriculum e quando riesce a fornire un controbuto economico, esso (e non scherzo) non basta neanche a coprire le spese di affitto! Tutto il carico economico delle spese universitarie, di trasporto, le tasse e le bollette sono interamente a carico dello studente. E non sono molti quelli che si possono permettere di sborsare tutti questi soldi, specie in un periodo di crisi finanziaria come quella che stiamo vivendo.
     Sono stati lanciati diversi appelli affinché il governo vari urgentemente delle disposizioni per risolvere la questione e sanare il vizio di questo decreto per parificare la condizione degli studenti a quella di tutti gli altri elettori: lo si potrebbe fare con attuazione immediata con lo strumento del decreto legge che l’attuale governo tecnico ha avuto in via eccezionale proprio per rendere immediatamente esecutive le “belle” riforme che dovevano servire a salvare il paese.
     Tra i candidati politici alle prossime elezioni, Antonio Ingroia, leader della lista Rivoluzione civile, si è dimostrato particolarmente sensibile al tema e ha proposto persino una maniera facile e veloce per risolverlo: si tratta essenzialmente di finanziarie le spese di viaggio attraverso il prelievo irrisorio di una minuscola percentuale (0,08% e 0,05%) delle tasse applicate al gioco d’azzardo. Con queste cifre irrisorie si potrebbero coprire le spese di viaggio per gli studenti fuori sede (che sono 300000) e per gli studenti Erasmus (che sono 25000), come illustra più chiaramente questo video:



        Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.
        Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
     La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tal fine è istituita una circoscrizione Estero per le elezioni delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.
     Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.
(Costituzione italiana, articolo 48)

mercoledì 6 febbraio 2013

Fondi UE per l’Italia: più di 30 miliardi entro fine 2013. Ecco come Rivoluzione civile vuole usarli


     Il 9 gennaio scorso il ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, ci ha informato del fatto che dei Fondi europei 2007-2013 restano da spendere 31,2 miliardi di euro. Questi soldi potranno essere spesi entro il 2015, ma dovranno essere impegnati per specifici progetti entro il 31 dicembre del 2013. Una parte importante di questi Fondi riguarda progetti di ricerca industriale e di formazione dei giovani per la gestione delle nuove tecnologie. Sono risorse di cui il nostro Paese ha assolutamente bisogno e che non possono andare perdute.

     Oggi, proprio a causa dell’inefficiente utilizzo dei Fondi europei, l’Italia finisce per essere un creditore netto dell’Unione Europea: il nostro Paese, infatti, versa nelle casse dell’Unione circa 15 miliardi di euro all’anno, ricevendone indietro soltanto 8. Allo stato attuale, il processo di selezione dei progetti da finanziare è reso particolarmente complesso dai passaggi burocratici necessari e dalle forti differenze tra le diverse Regioni in termini di efficienza amministrativa e competenze per la valutazione dei progetti. Inoltre, spesso manca la capacità di effettuare una istruttoria dei progetti che sia in grado di valutarne sia la validità dal punto di vista tecnologico che la fattibilità finanziaria.
     Rivoluzione Civile propone di risolvere questo problema attraverso la creazione di un Nucleo di valutazione nazionale dei progetti. Il Nucleo avrà il compito di effettuare l’istruttoria tecnica ed economica dei progetti a supporto delle Regioni (per i Progetti Operativi Regionali) e dello Stato (per i Progetti Operativi Nazionali).

     Il Nucleo dovrà avere al suo interno competenze sia tecnologiche che finanziarie. A questo fine, proponiamo che esso sia formato da ricercatori del CNR e da analisti del MCC (banca pubblica tradizionalmente specializzata nella gestione dei finanziamenti pubblici per la ricerca e lo sviluppo tecnologico).

     I vantaggi di questa soluzione sono tre:
1) integrazione dell’istruttoria tecnica e finanziaria in capo ad un unico organismo;
2) omogeneizzazione degli standard di valutazione a livello nazionale;
3) accelerazione dei tempi di istruttoria dei progetti e quindi di impegno dei fondi.

     Tutto questo, per quanto riguarda i Fondi 2007-2013, si può realizzare senza ricorrere a una nuova struttura societaria, per la quale inevitabilmente sarebbero necessari tempi più lunghi. Solo successivamente il Nucleo di valutazione potrà essere trasformato in una vera e propria Agenzia Nazionale per la valutazione dei progetti europei, in grado di fare tesoro dell’esperienza accumulata.

     Va sottolineato che tutto questo non comporta alcun onere aggiuntivo per lo Stato, perché nei fondi europei viene spesata l’assistenza tecnica. A consuntivo, non soltanto non saranno spese risorse pubbliche supplementari, ma si saranno utilizzati importanti Fondi europei che altrimenti rischiano di andare perduti o di essere distribuiti a pioggia in extremis su una molteplicità di progetti di scarsa utilità.




lunedì 4 febbraio 2013

Berlusconi: «Restituiremo l’Imu». L’ultima bugia del piazzista di Arcore


     «Berlusconi è il più grande piazzista del mondo!». Così commentava il buon Indro Montanelli nel 2001. E Montanelli è lo stesso giornalista che ebbe la correttezza e l’onestà di lasciare la direzione de Il Giornale quando Berlusconi, fresco fresco sceso in campo, impose alla redazione di sostenerlo politicamente e fargli propaganda. Vale la pena tenere a mente questa bella definizione del Cavaliere poiché proprio ieri, 3 febbraio 2013, al Centro congressi di Milano Berlusconi se n’è uscito con l’ennesima balla colossale fatta solo per recuperare voti: prima ha cominciato col promettere di abolire il finanziamento pubblico ai partitiridurre gradualmente l’Irap, poi di bloccare l’aumento dell’IVA, poi ancora di non fare la patrimoniale e infine… di restituire l’Imu pagata dagli italiani!!!
     Non solo: la restituzione si applicherà anche alle aziende agricole! E come se non bastasse, poiché per fare colpo non basta una bugia qualunque, ma devi spararle sempre più grosse, Berlusconi alza il tiro della sola: «la restituzione potrà avvenire attraverso un rimborso vero e proprio sul conto corrente, oppure, in particolare per i pensionati o per chi preferirà questa modalità, in contanti attraverso gli sportelli delle Poste».
     Il tutto entro pochi giorni dal primo Consiglio dei Ministri. Comodo comodo. Detto, fatto. Peccato non aver allegato a questa proposta choc anche la batteria di pentole in acciaio Inox e la mountain bike con cambio Shimano. In quel Centro congressi presieduto da poveri illusi fanatici e da figuranti appositamente pagati per applaudire in una standing ovation squallidissima (vedere video sotto), con tanto di schermi laterali che proiettavano la storia di Silvio adornata di interviste a mamma Rosa e sue foto da bambino, Berlusconi lancia ancora una volta il suo amo acchiappa-creduloni, facendo leva sulla delusione delle persone e sullo scoraggiamento della povera gente.
     Sale sul palco sereno e spavaldo Berlusconi, sicuro di sé, prepara l’uditorio accuratamente prima della notizia choc finale, parlando della crisi aggravata da Monti, di quanto sia ingiusta l’Imu e poi… BOOM! La balla esplode in faccia agli astanti. Al grido di «Bravo, Silvio!», il Cavaliere resta qualche secondo fiero, le braccia aperte sul leggio, in silenzio e a testa alta a prendersi gli applausi. Poi, finito il momento di gloria, abbandona la location, ignorando completamente le domande dei giornalisti, quegli essere fastidiosi che hanno il brutto vizio di chiedere «Come intende fare?»… Ma agli italiani non interessano questi particolari! A loro, che sono gente pratica, basta la sostanza. Lo diceva il comico Paolo Rossi in un suo spettacolo: «In questo paese non c’è niente di più facile che promettere!»


     La proposta arriva puntualissima, appena dopo la perdita di punti del PD nei sondaggi a causa dello scandalo Monte dei Paschi; Berlusconi conta di recuperare molti punti dalla sinergia di questi due fattori. E chiunque non si sia fatto crescere in questi vent’anni a pane e veline sa quanto questa sia la sua tecnica preferita: promettere l’impossibile.

     Ma perché questa sarebbe una balla? In molti si sono fatti domande sulla fattibilità di questa proposta e serpenteggia il dubbio che sia solo una sparata demagogica per recuperare elettori delusi, basata su nessuna copertura finanziaria. Spieghiamo un po’ in parole semplici come mai quella di Berlusconi è l’ennesima ridicola buffonata che non si può realizzare.

Non c’è alcuna copertura finanziaria
     Ogni cittadino che non sia un deficiente sa che, se Berlusconi restituisse i 4 miliardi di Imu appena versati, ci sarebbe di nuovo il buco finanziario che il gettito dell’Imu doveva coprire. È ovvio che non può spostare una cifra così grossa fregandosene delle conseguenze: verrebbe subito sbugiardato. Quindi viene spontaneo chiedere: da dove prenderà i soldi? Facciamo due conti facili facili…
     Berlusconi propone di prendere i soldi per coprire l’Imu dall’accordo fatto con la Svizzera sulla tassazione dei capitali esportati in nero: l’intera operazione dovrebbe quindi coprire almeno i circa 4 miliardi che gli italiani hanno pagato nel 2012 sulla prima casa.
     Ora, a parte il fatto che l’accordo con la Svizzera è ancora in fase di trattativa e quindi non è stato ancora concluso (ma Berlusconi spara lo stesso le sue previsioni come se la cosa fosse già decisa), ma la cosa più importante è che le stime smentiscano il suo ottimismo proprio sull’entità della copertura finanziaria: i conti non tornano! Mentre l’inguaribile ottimismo del Cavaliere gli fa prevedere incassi di 25-30 miliardi una tantum e poi un flusso di 5 miliardi ogni anno, il suo ex Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che si è occupato della trattativa con gli elvetici, non stima più di 2,5 miliardi di incassi, rispetto ai 4 che servirebbero. Anche Paolo Bernasconi, autore della legge elvetica antiriciclaggio, smentisce le stime del Cavaliere: «Nessuno al mondo è in grado di calcolare quanto frutterebbe». Questo anche perché non è affatto plausibile che in tutti questi anni i cittadini italiani non abbiano mai mosso i loro risparmi dai conti svizzeri! Non sono mica scemi! E, a proposito di Bernasconi, ecco nei dettagli la sua analisi sulla copertura finanziaria in un’intervista di Giulia Innocenzi:



     C’è infine da dire che proprio Berlusconi si era fortemente opposto il più possibile a questo accordo con la Svizzera per la tassazione e il recupero dei capitali illegali portati fuori dall’Italia (nonostante le continue proposte del “povero” Tremonti), limitando la (finta) lotta all’evasione fiscale entro il territorio nazionale, senza toccare i patrimoni portati all’estero.
     Per cui, non ci sono i soldi, nemmeno promettendo di tagliare i costi della politica (numero e stipendi dei parlamentari) e nemmeno promettendo di aumentare le accise sui giochi e i tabacchi, perché quelle sono spiccioli, cifre ridicole in confronto ai miliardi di euro che sono in gioco in questa operazione. Ricordiamo che i capitali italiani evasi illegalmente in Svizzera sono stimati intorno ai 120 miliardi di euro, mentre l’intera spesa dello stato italiano arriva a 800 miliardi annui.

L’Imu è stata voluta proprio da Berlusconi
     Berlusconi attacca Monti perché introducendo l’Imu ha compiuto un’ingiustizia. Un atto che ha causato «uno stato psicologico che è il primo fattore di crisi». Imperdonabile, questo Monti! Peccato che, al momento di votare per l’introduzione dell’Imu, il partito di Berlusconi avesse dato il suo compleso assenso. È quindi anche grazie al Pdl se gli italiani hanno avuto questo aumento del carico fiscale. Berlusconi è il tipo che prima ti mette sotto con l’auto e poi ti porta al pronto soccorso, vantandosi di averti salvato la vita… Significativa a tal proposito la dichiarazione del leader di Rivoluzione civile Antonio Ingroia: «La proposta di tassazione delle attività finanziarie detenute in Svizzera dai cittadini italiani, è in realtà l’ennesimo regalo ai disonesti in stile “scudo fiscale” di Tremonti […] Quanto all’Imu, Berlusconi l’ha votata in Parlamento nella formulazione attuale senza stracciarsi le vesti. Dopo questo tardivo ravvedimento, come pensa di risarcire gli italiani: di tasca propria? Dalla destra, inoltre, non è giunta neanche una parola sulla lotta alla grande evasione e ai capitali criminali, che invece rappresenta un punto essenziale del programma di Rivoluzione civile. Proposte di questo genere, senza nemmeno indicare come finanziarle, non hanno alcuna forza e umiliano gli elettori». E quelli di Rivoluzione civile, loro sì che spiegano come intendono fare, come quando hanno presentato la proposta di Legge Ingroia-La Torre sulla confisca dei capitali e dei beni di mafiosi, evasori fiscali e corrotti-corruttori.

Berlusconi non è affidabile quando promette
     Per chi abbia un minimo di memoria storica sarà facile ricordare che questa non è la prima volta che Berlusconi fa quello squallido teatrino del “patto con gli italiani”. Nel maggio 2001, infatti, lo vedevamo da Bruno Vespa a Porta a porta, mettere la firma (da solo, tra l’altro) su questo contratto scritto senza consultazione popolare con cui si impegnava a realizzare nel suo governo i famosi 5 punti:
1. Meno tasse per tutti
«Abbattimento della pressione fiscale
– con l’esenzione totale dei redditi fino a 22 milioni di lire annui;
– con la riduzione al 23% dell’aliquota per i redditi fino a 200 milioni;
– con la riduzione al 33% dall’aliquota per i redditi sopra i 200 milioni;
– con l’abolizione della tassa di successione e della tassa sulle donazioni.»
Nessuno di questi punti è stato realizzato, tranne l’ultimo perché interessa i miliardari come lui.
2. Città più sicure
«Attuazione del “Piano per la difesa dei cittadini e la prevenzione dei crimini” che prevede tra l’altro l’introduzione dell’istituto del “poliziotto, carabiniere o vigile di quartiere” nelle città con il risultato di una forte riduzione del numero dei reati rispetto agli attuali 3 milioni.»
Obiettivo mancato e, tra l’altro, il punto è basato su un dato falso in quanto il numero di reati non era di 3 milioni, ma di 2.163.826 (quindi era già più basso della sua stima: ripresentando il dato vero sarebbe parso che il numero di reato fosse sceso grazie a lui).
3. Pensioni più dignitose
«Innalzamento delle pensioni minime ad almeno 1 milione di lire al mese.»
Questa non la commento nemmeno, potete constatare anche voi come sono andate le cose.
4. Più lavoro per tutti
«Dimezzamento dell’attuale tasso di disoccupazione con la creazione di almeno 1 milione e mezzo di nuovi posti di lavoro».
La battuta più divertente di tutte, quella che è più passata alla storia.
5. Più cantieri per tutti
«Apertura dei cantieri per almeno il 40% degli investimenti previsti dal “Piano decennale per le Grandi Opere” considerate di emergenza e comprendente strade, autostrade, metropolitane, ferrovie, reti idriche e opere idro-geologiche per la difesa dalle alluvioni.»
Obiettivo mancato e, per altro, generico, perché aprire un cantiere non significa realizzare un’opera, altrimenti non si spiegano casi come la Salerno-Reggio Calabria o il Ponte sullo stretto di Messina…

     C’è da aggiungere che alla fine non ha rispettato nemmeno il sesto punto, quello del “se non realizzo queste cose me ne sto a casa e non mi ricandido più”… E invece eccolo qui di nuovo, fiducioso del fatto che se sai mentire alla gente e fare le promesse giuste al momento giusto, essi ti voteranno e ti adoreranno come un dio.

     Ma quella da Bruno Vespa è solo una piccolissima parentesi. Il fatto quotidiano di oggi ricorda molte altre promesse da marinaio di Berlusconi, tutte fatte per conquistare popolarità e voti e mai portate a termine: si va dall’abolizione totale degli enti inutili come le province, alla social card per i poveri, che fu erogata ma che non veniva caricata, alla ricostruzione delle case per i terremotati de L’Aquila, che sono ancora lì ad aspettare i cinquemila alloggi in 80 giorni, alla risoluzione dell’emergenza rifiuti a Napoli…




Berlusconi dice di combattere l’evasione, ma lui stesso è un evasore già condannato dalla magistratura
     Infine, per quanto possa interessare, ci sarebbe quella condanna in primo grado arrivata a Berlusconi proprio di recente a 4 anni di carcere per frode fiscale: il Cavaliere avrebbe imbrogliato sul pagamento delle tasse e sull’acquisto dei film per le sue televisioni, come ho esposto in un mio precedente post.

Berlusconi agisce per comprare le persone
     Ci sarebbe poi un ultimo aspetto, quello più bistrattato, quello in faccia al quale molti riderebbero: quello etico. Non è affatto etico che un politico pretenda di comprarsi il voto degli elettori in cambio di soldi. Non è etico dire alla gente «Votatemi e vi restituisco i vostri soldi». Ritengo che dare il voto a una persona che ha una stima così bassa delle persone che vorrebbe governare sia un atto di mancanza di rispetto nei propri confronti.
     So bene che a molti non interesserebbe nulla della dignità personale e che di fronte alla necessità economica i principi sono un lusso da non potersi permettere, ma riflettete: quando anche Berlusconi vi avesse ridato questi soldi, cosa cambierebbe nella vostra vita e in quella del vostro paese? L’economia non ripartirebbe, voi non sareste più ricchi e felici. Sareste stati dei venduti e non ci avreste ricavato un bel niente, se non una consolazione temporanea.

     Non so quanta rilevanza abbia per voi tutto questo. Fra 20 giorni dovremo decidere il nuovo governo del nostro paese e mi dispiace constatare come esista ancora una fetta enorme di persone che si tengono aggrappati a questa vecchia classe politica come una moglie che in maniera malata non riesce a lasciare un marito che la picchia perché si ubriaca.
     Ci vide proprio bene quel Montanelli! L’aveva inquadrato subito e subito lo aveva smascherato: «È il bugiardo più sincero che ci sia, è il primo a credere alle proprie menzogne. Quando piange, alcuni pensano che le sue siano lacrime di coccodrillo: niente affatto, sono lacrime vere. È questo che lo rende così pericoloso.»

domenica 3 febbraio 2013

L’ABC della dittatura finanziaria europea spiegata da Mario Monti


     Perché esiste la crisi? Perché esistono le crisi? Perché le crisi ci sono nonostante ci si possa avvalere della consulenza di milioni di professionisti esperti delle dinamiche storico-politico-socio-economiche? Sono domande che interessano molto di questi tempi. Quando in Italia l’ultimo governo Berlusconi fu costretto ad ammettere che la crisi era arrivata anche da noi, entrò in scena Mario Monti, messia tecnocratico che da subito (dai più informati) fu additato come soggetto pericoloso per la nostra economia e la nostra politica. Sarà il governo delle banche, si sentiva dire. Ma i più ignoravano, tutti presi dalla preoccupazione di questo virus influenzale della crisi economica, che però era anche già nato nel nostro stesso paese senza che noi volessimo accorgercene, anche a causa di un governo che ha fatto di tutto per ignorarne i segnali in modo da rimandare il problema il più avanti possibile.
     Oggi il signor Monti, dopo un anno di politica all’insegna della più totale noncuranza dei veri bisogni del paese e della più sfacciata dittatura finanziaria dei poteri economici extranazionali, si ripresenta come candidato premier alle elezioni in via ufficiale. E molti sono i suoi sostenitori, nonostante i deludenti risultati dell’operato del suo governo.
     Ebbene, esiste una storia: che Mario Monti sia uno dei tanti esponenti di quei poteri bancario-economici europei e mondiali che mirano esplicitamente ad accordarsi tra loro per poi far pesare sui governi nazionali le decisioni che hanno già preso tra di loro, allo scopo di dominare gli aspetti socio-economici dei paesi. Una sorta di gruppo di privati ricconi che vogliono diventare “pardoni del mondo”.
     Qualcuno, i più allarmisti, hanno tracciato una vera e propria teoria del complotto mondiale, la teoria del NWO (New World Order, Nuovo ordine mondiale). Alcuni ci credono, altri no. Fatto sta che, almeno limitatamente al caso in questione, emergono sempre più prove del fatto che Mario Monti sia un esponente della finanziocrazia europea.
     Nel filmato che segue Monti espone alcuni punti da un intervento sulla finanza: tra le tante cose che dice (potete trovare la versione integrale dell’intervento a questo link), c’è un punto che richiama quanto detto sopra: che le crisi servono per sottrarre sovranità alle democrazie.
     In un’analisi lucida e disumana, Monti mette in chiaro il concetto che quando c’è una crisi (e non parliamo di una crisi casuale, ma di crisi volute e pilotate), gli organismi superiori (nel nostro caso i poteri finanziari europei) possono per così dire “approfittarne” per insinuarsi nella ferita del dissesto economico per proporsi come valida alternativa di miglioramento e, con questa scusa, entrare a far parte del potere sovrano di quella specifica nazione al fine di controllarla a suo piacimento. «Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di gravi crisi per fare passi avanti […] I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti di sovranità nazionali», dice Monti nell’intervento. Ovvero: uno stato (come l’Italia) può essere “aiutato” da questi poteri finanziari superiori solo se gli cede la sua sovranità… Che è come vendersi l’anima al diavolo!
     Ora, quando si cede la propria sovranità a qualcuno, gli si dà il permesso di mettere le mani sui propri affari e di decidere come gestirli. Ma “La sovranità appartiene al popolo”, dice la nostra Costituzione, all’articolo 1! Quindi siamo noi, popolo, i possessori di questa sovranità, ergo dovremmo decidere noi (con delle elezioni o magari con un referendum) se cedere la nostra sovranità a questi poteri perché crediamo che possano aiutarci. Ma così non è stato! Monti si è insinuato in Italia senza elezioni e senza alcuna consultazione popolare e lui, così tanto amato e benvoluto in Europa, è la persona giusta per permettere a chi sta in alto di svendere il patrimonio economico ed umano e tutto il mercato del lavoro a chi vuole essenzialmente (Io dico senza mezzi termini) avere delle colonie di schiavi che lavorano a basso costo, senza doversi fare carico di spendere soldi per dare loro servizi come una scuola efficiente, o una sanità gratuita ecc… La dittatura finanziaria, appunto, che porta all’apogeo della democrazia.
     Io ti aiuto (ovvero: ti tengo in fin di vita senza farti morire del tutto), ma tu in cambio mi fai mettere le mani sugli affati del tuo paese: mi fai entrare nella tua politica, mi fai fare delle leggi che piacciono a me, mi fai gestire la tua economia, devi in sostanza rispettare le mie condizioni, sennò coli a picco.
     Un ricatto a tutti gli effetti. Alla faccia dell’Unione Europea. Sono dimaniche che vengono in realtà denunciate da decenni e la crisi finanziaria scoppiata qualche anno fa negli USA e che ha aggiunto anche l’Europa è stato il pretesto migliore per permettere ai padroni del mondo di allungare le mani sui nostri soldi e i nostri diritti. In realtà hanno già cominciato: Spagna e Grecia sono già cadute! Con la scusa della crisi si riescono a imporre ai paesi condizioni di vita anche assurde: «è per il tuo bene!». Ricordo ancora una volta che, per esempio, la Troika impose alla Grecia di aumentare il numero di ore di lavoro (senza adeguamento salariale) e il governo greco ha autorizzato la messa in vendita di cibo scaduto nei supermercati… Lavoratori-schiavi a basso costo, appunto.
     È dittatura! A tutti gli effetti. Dittatura della finanza, che pretende di far nascere i soldi dai soldi, e non dal lavoro vero, dalla vera attività umana, dall’economia reale. Non è nell’interesse di queste persone produrre ricchezza in un paese come il nostro: essi vogliono impossessarsi del potere di gestire la forza lavoro e di produrre soldi senza rimetterci troppo, quasi gratis. E questa forma di “risparmio” si realizza togliendo alla gente i diritti di cui godevano e che sono i vessilli della democrazia.
     Ma sentiamo le parole del nostro Monti, in un montaggio appositamente preparato (sentitevi liberi di consultare anche l’intervento esteso nel link sopra)…



     Se la cosa vi ha sconvolto, non temete, perché questi progetti non sono affatto la Bibbia. Possiamo opporci a queste dinamiche, per quanto sia difficile. Tanto per cominciare, possiamo (e dobbiamo!) impedire che persone come Monti vadano al governo o possano allearsi con un governo che li appoggia. Votiamo le persone nuove, che sono fuori da questi giri, gli invididui lontani da questo mondo sporco e subdolo! Si può fare, basta aprire la mente e compiere un piccolissimo atto di coraggio.
     Ancora una volta rinnovo la mia speranza affinché alle prossime politiche i cittadini possano aver sviluppato una forma di saggezza elettorale che li porti a dare il voto a un candidato che non abbia questo tipo di interessi e che possa far valere il potere che gli si conferisce per ripristinare le condizioni di normale democrazia, quella in cui c’è la cosiddetta giustizia sociale. Informatevi, dunque, leggete i programmi elettorali, state lontani dai telegiornali di parte, confrontatevi e interessatevi alla politica con quello spirito di responsabilità che ogni cittadino dovrebbe avere.


sabato 2 febbraio 2013

Petizione sulla trasparenza dei candidati politici e sulla lotta alla corruzione


     Questo che segue è il testo della petizione lanciata dal sito www.riparteilfuturo.it sul tema della trasparenza dei candidati e sulla lotta alla corruzione. Vi sono elencate cinque brevi proposte che si chiede a tutti i candidati di accogliere e sottoscrivere, impegnandosi pubblicamente a farne punti di priorità nel prossimo governo.
     La petizione è indirizzata ai candidati ma è rivolta a tutti i cittadini, affinché con la loro partecipazione online diano testimonianza di una volontà di cambiamento. Il breve video che segue illustra il ragionamento che sta alla base di questa petizione, molto sostenuta da don Luigi Ciotti, fervido attivista in temi sociali e antimafia.
     Vale la pena ricordare che tra i candidati c’è gente come Antonio Ingroia (Rivoluzione civile) che ha subito firmato, mentre altri, come Mario Monti (Scelta civica con Monti) non hanno voluto firmarla, perché «ho già preso questo impegno con le istituzioni» (ma se si è già impegnato che difficoltà avrebbe a ribadirlo di nuovo?).



Testo della petizione

     La corruzione è uno dei motivi principali per cui il futuro dell’Italia è bloccato nell’incertezza. Pochi paesi dell’Unione Europea vivono il problema in maniera così acuta (ci seguono solo Grecia e Bulgaria). Si tratta di un male profondo, fra le cause della disoccupazione, della crisi economica, dei disservizi del settore pubblico, degli sprechi e delle ineguaglianze sociali.


     Il prossimo 24 e 25 febbraio verremo chiamati a eleggere i nostri rappresentanti in Parlamento. È il momento di chiedere che la trasparenza diventi una condizione e non una concessione, esercitando il nostro diritto di conoscere.
     Per questo domandiamo adesso, a tutti i candidati, indipendentemente dal colore politico, di sottoscrivere 5 impegni stringenti contro la corruzione. Serviranno per potenziare la legge anticorruzione nei primi cento giorni di legislatura e per rendere trasparenti le candidature.
     Con questa petizione chiediamo a tutti candidati di:
  1. Inserire nella propria campagna elettorale la promessa di continuare il rafforzamento della legge anticorruzione iniziato con la riforma del novembre 2012. Concretamente, chiediamo sia modificata la norma sullo scambio elettorale politico-mafioso (416 ter) entro i primi cento giorni di attività parlamentare, con l’aggiunta della voce “altra utilità”
  2. Pubblicare il proprio Curriculum Vitae con indicati tutti gli incarichi professionali ricoperti
  3. Dichiarare la propria situazione giudiziaria e quindi eventuali procedimenti penali e civili in corso e/o passati in giudicato
  4. Pubblicare la propria condizione patrimoniale e reddituale
  5. Dichiarare potenziali conflitti di interesse personali e mediati, ovvero riguardanti congiunti e familiari
     Grazie alla sottoscrizione di questi impegni si potrà sapere davvero quali candidati saranno disposti a lottare in Parlamento contro la corruzione.
     Più siamo a firmare questa petizione, più i candidati dovranno ascoltare le nostre richieste.
     Firma adesso per un futuro senza corruzione.


     Dopo aver firmato, se volete, potete lasciare un segno del vostro passaggio pubblicando (eventualmente con foto) un messaggio in cui spiegate le motivazioni della vostra firma, in modo che la comunità dei firmatari sia consapevole di ciò di cui fa parte e, eventualmente, per fungere da ispirazione per qualcuno altro che non ha ancora firmato. Unapposita finestra dopo la firma vi darà la possibilità di compiere questo passaggio.

P.S. Condividete sui social network!