Concedetemi, stavolta, di togliermi un sassolino dalla scarpa. Anzi, non
uno, ma una bella manciata! Oggi pensavo a quanto la televisione italiana sia
cambiata in questi anni: tralasciandovi i retroscena eziologici di questo mio
viaggio mentale, mi piace condividere uno sfogo che interessa il problema del
degrado mediatico di cui il nostro paese è affetto ormai da più di una ventina
d’anni.
La televisione in Italia ha avuto un grande merito: ha fatto gli
italiani! Me lo ripeteva sempre il mio prof. di storia al Liceo: «Le autostrade
e le televisione hanno unito le regioni d’Italia!». Tuttavia, da quando è stata
usata per fini diversi da quelli legati all’informazione o al puro e innocente
intrattenimento, il suo volto si è trasfigurato un po’ alla volta fino a farla
assumere una veste totalmente diversa e funzione totalmente diversa.
Ebbene, non facciamo i delicati e diciamolo chiaramente: oggi la TV è
uno strumento di controllo vero e proprio che ha l’esplicito compito di indirizzare
i comportamenti del pubblico di consumatori e di elettori. E di volta in volta
chi usa questo strumento sono le banche che devono acchiappare debitori, le
multinazionali che vomitano fiumi di spot pubblicitari per farci comprare
(altra perla del mio prof.: «Il consumismo non soddisfa i bisogni, ma crea nuovi
bisogni di cui non c’è bisogno»), i partiti politici che vogliono portare gli
elettori a votare chi si può permettere di farsi la pubblicità più bella in
campagna elettorale… Ma questo macchinario immenso ha bisogno di rotelle e
ingranaggi per funzionare: questi ingranaggi sono i volti che vediamo tutti i
giorni, quelli a cui siamo abituati, che a volte ci sono perfino simpatici e
che, in ogni caso, ci sono familiari. Sono i cosiddetti VIP che compaiono nelle
trasmissioni di questa e quella rete e che prestano la loro immagine per
trasmettere idee e concetti che sono proprio quelli che stanno corrompendo e
avvelenando la mente e la dignità dei cittadini, che credono di assistere a
qualcosa di innocuo e di innocente, mentre invece vengono indottrinati
furtivamente e subdolamente da un sistema più grande di loro.
Ma quali sono questi VIP? In questo piccolo “processo”, che poi è tutto
il mio sfogo, dovrebbero comparirne decine e decine, ma ovviamente non si può
parlare di tutti. E allora facciamo una cernita e stendiamo una classifica. Nasce
così, signore e signori, la mia personalissima top ten di cretini che hanno
contribuito ad abbassare il livello della televisione italiana. Vediamoli uno
alla volta, in crescendo.
Al decimo posto troviamo Platinette,
nome buffo di Maurizio Coruzzi. Platinette può essere considerato un po’ come
il pioniere di quella categoria umana che oggi prende il nome di opinionisti.
Certo, all’inizio ha avuto esperienze di conduzione, ma si è negli anni
affermato nel non fare una beneamata mazza nei programmi Mediaset. Questo
strambo personaggio, che ogni tanto prende fattezze vagamente antropomorfe, fa
la sua apparizione in TV munito (o armato?) di una inquietante serie di
parrucche color zucchero filato che suscitano una forte (ma forte) invidia in
Moira Orfei. Con una parvenza di letteratezza e cercando di sfoggiare, quando
può, una certa cultura personale che comunque non va mai al di là di un certo
punto, Platinette ha come cavallo di battaglia le sue frecciatine nei confronti
dei partecipanti ai programmi in cui lavora e, soprattutto, le sue battutine
piene di doppi sensi e allusioni volgarmente sessuali. Attualmente tende ad
aggirarsi più o meno stabilmente negli studi di Amici di Maria De Filippi anche se, come le metastasi, invade anche
format diversi, spargendo il suo veleno mortale qua e là dove capita.
Tina Cipollari è una donna che tiene fede al suo cognome: fa
proprio piangere! Di tristezza. Esordì come “corteggiatrice” e poi come
“tronista” nel reality show Uomini e
donne, ma, dopo un periodo passato sui giornali in cui si parlò della sua
gravidanza (manco avesse partorito la Madonna), ha subito trovato la sua strada
in quello stesso programma come opinionista. Si fa chiamare Tina la vamp (anche
se non sa nemmeno come si scrive vamp), a causa del suo look fortemente (e
pateticamente) ispirato al cliché della femme fatale: in realtà sembra la
brutta copia della versione caricaturiale di Marylin Monroe (cui si illude di
poter assomigliare con quella sua pettinatura bionda e cotonata che però pare
il culo di una pecora) e quel culone enorme che nasconde inutilmente sotto
quella ridicola gonna non l’aiuta certo ad essere credibile. Nonostante se la
tiri neanche ce l’avesse di platino e si sforzi di apparire fine ed elegante,
tradisce spesso e volentieri la sua volgarità e la sua cafonaggine con i suoi turpiloqui
degni di una “vasciaiola” napoletana che sbatte i polpi sugli scogli durante i
quali viene fuori tutto il suo accento romanaccio.
Quando il giornalismo diventa voyeurismo; quando l’informazione diventa
perversione; quando vuoi fare soldi sulla morte della gente uccisa… Ecco cos’è
diventato Salvo Sottile, ex
giornalista TG5, attualmente conduttore di Quarto
grado, programma il cui titolo la dice lunga sull’umiltà della conduzione.
Com’è che funziona questo Quarto grado?
Be’, si prende un caso di cronaca nera, si affilano le lame della speculazione,
e si comincia a fare su di esso un processo vero e proprio, parallelo a quello
giudiziario, usando voci di corridoio e prove parziali o non del tutto
attendibili e attestate; in studio questa follia viene fatta con l’aiuto di
espertoni della Madonna, come criminologi, psichiatri o altri giornalisti, che
devono collaborare con il conduttore nel suscitare sdegno negli spettatori
(come dicevo: non è informazione, ma show). Salvo Sottile vive degli assassinii
che si consumano nel nostro paese e nel suo programma non ci si accontenta di
dire alla gente quello che è accaduto. No, si deve andare a cercare il
particolare della vicenda, si scova il pelo, si sviscera il dettaglio dell’orrore
per tenere la gente incollata al caso, interessandosi dell’impronta, della
goccia di saliva, del capello lasciato sulla scena del crimine. Questo modo
malato di parlare della cronaca nera ha ormai piena affermazione in Mediaset e
non solo. E questo individuo dalla faccia da scimmia, brutto come un culo (una
bruttezza che prova a celare con quella barba sgamatissima) e con le orecchie a
sventola è il porta vessilli di questo genere di format.
Diciamola tutta: Barbara D’Urso
sarebbe stata molto più apprezzata nel cinema porno! Dai, lo vedete: se non è
una faccia da troia la sua! Sarebbe stata molto più credibile. Ma questo è un
giudizio mio personale. Il fatto più grave è che Barbara D’Urso non vuole
capire che a una certa età si invecchia! Dovrebbe ben farsene una ragione, e
invece, negli studi di Pomeriggio cinque
e Domenica cinque si fa sparare in
faccia quel faro da nave da 1000000 candele di potenza per appianare le varie
rughette che alla sua età sarebbero dignitosissime! Quasi una Beatrice dei
poveri illuminata dalla grazia divina che propina nella sua trasmissione le
cose veramente più assurde: dalla testimonianza dell’avvistamento alieno,
all’esperto bagnino di Riccione che viene in studio a fare lezioni di
seduzione… Del resto una che vanta nel suo curriculum la conduzione di
programmi come Grande fratello e La fattoria dovrebbe chiudere la sua
carriera per aver raggiunto il picco massimo di bassezza. La specialità di
Barbara D’Urso sono le faccine che fa quando ascolta le storie dei suoi
protagonisti: sono veramente tante e una più antipatica dell’altra! Una faccia
da schiaffi veramente! Ha rotto le palle, lei e le sue tette rifatte messe a
tre quarti davanti l’inquardatura!
Alfonso Signorini
o, come lo chiama la Marcuzzi, Alfónso, con la O chiusa, è un caso difficile da
descrivere… se non vuoi incazzarti. Si spaccia per giornalista, ma il massimo
della cronaca che fa è parlare della cellulite delle chiappe di Sandra Milo
(perché per lui il pettegolezzo è informazione e il gossip è giornalismo); ha
voluto scrivere dei libri, ma si documenta di merda e scrive anche peggio (ha
scritto una biografia di Marylin Monroe che sarebbe da denuncia); ha provato a
fare il conduttore ma siamo al livelli di Barbara D’Urso per forma e contenuti…
L’unica cosa che gli riesce meglio è anche la più dannosa e odiosa: l’opinionista.
Di nuovo. E lo so, ma che possa farci? Qua fanno tutti gli opinionisti! Ve lo
ricordate nello studio del Grande
fratello con quel ventaglietto che so io dove glielo infilerei (anzi, no:
non glielo infilerei lì, perché me ne sarebbe grato) a indirizzare l’opinione
pubblica su questo o quel concorrente, a fare la portinaia che non si fa i
cazzi suoi e a elargire grandi perle di saggezza dall’alto del suo scanno della
minchia?! Quest’uomo, che alcuni definiscono la versione gay di Gigi D’Alessio,
è più inutile del letame, perché almeno col letame si concima la terra. Davvero
non riesco a trovare un lato positivo in lui che possa giustificare la sua
esistenza a questo mondo. E non parliamo di come si veste, perché sennò mi sale
davvero il nervoso.
Alessia Marcuzzi mi fa pena. Anche lei,
come Barbara D’Urso, avrebbe ottenuto risultati migliori nel cinema porno, ma a
differenza di Barbara, lei sarebbe molto più zoccola. Oh, non che sia
arrapante, per carità: sembra un cavallo bipede, è una stanghettona senza un
minimo di armonia nel corpo e ha una faccia che sembra quella di un cavallo che
fa la cacca. Provo grande compassione quando la vedo comparire in studio,
perché per quanto sarti, truccatori, parrucchieri si sforzino di prepararla e
renderla carina, risulta puntualmente un cesso: la sua bocca pare quella dell’attrice
hard core che si prepara per il bukkake, gli occhi piccoli e idioti che non
risaltano nemmeno con chili di trucco, la voce da gallina strozzata ne fanno veramente
una barzelletta di donna. E poi non sa portare i tacchi! Ma queste sono parole
di invidia, direte voi. E allora parliamo della conduzione (perché dicono che
sia conduttrice): gaffes a non finire, si dimentica le cose, non sa leggere il
gobbo, chiede in continuazione aiuto agli autori perché perde di continuo il
filo… insomma, una vera e propria imbranata. Non ne azzecca una. È la classica
(presunta) gnocca messa lì a far vedere un po’ di figa per tenere alzo l’audience.
Se mi chiedeste dove metterla nel mondo, davvero non saprei rispondere. Forse donare
il suo corpo (rigorosamente morto) alla scienza la potrebbe riscattare.
Roberto Giacobbo, nei miei
sogni più perversi, viene ucciso da Piero Angela tramite impiccagione sotto un
rogo in fiamme, con arcieri che gli riempiono il petto di dardi infuocati e una
vasca di piranha che ne sbranano le membra fatte a pezzi da un boia
appositamente assoldato. Questo sfigatello con la faccia da chierichetto pestato
dai bulli ha veramente rotto i coglioni a tutta Italia con i suoi alieni che hanno
costruito le piramidi di Giza e la fine del mondo nel 2012!!! E che due palle,
c’è un limite a tutto! Davvero non ha saputo parlare d’altro nei suoi
programmi! E poi, almeno ne parlasse, dei problemi che solleva! L’avete mai
visto a condurre Voyager? A me si
gonfiavano le carotidi sul collo per la rabbia! Se quelli sono documentari,
allora i miei scritti sono opere da Premio Nobel per la Letteratura! Parla,
parla e parla e non dà mai una risposta! No, lui solleva domande… compiacendosi
di lasciarle così, a cazzo, irrisolte. Fa ascolti con l’occulto, con gli
extraterrestri e con i misteri. Per lo più ha un timbro di voce inascoltabile.
Non ha nemmeno il physique du rôle come Alberto Angela. Io propongo di darlo in
pasto ai figli dei mafiosi perché ci giochino a “sciogliamo nell’acido il
malcapitato”. Grazie a lui il livello medio di cultura generale si è abbassato,
perché la gente si abitua a questo nuovo sapere fatto di “forse”, “si ritiene
che”, “si pensa che”, senza uno straccio di documentazione e di ricerche serie
e fatte per bene: tutte cose che passano in secondo piano quando ti conquisti l’attenzione
degli ignoranti facendo leva sulla loro emotività e non sulla loro voglia di
conoscere. Un volgarissimo esempio di ciarlatano!
Diciamo subito cosa NON è Emilio
Fede. Egli non è un giornalista! E questo dev’essere chiaro! Questo pover’uomo
pettinato come Seymour Skinner de I
Simpson, che ha il maledetto vizio di addormentarsi sotto la lampada
abbronzante, tuttora indagato dalla magistratura per gli scandali vergognosi
legati alle turpi vicende del premier, è la classica pedina messa dal potere a
fare propaganda politica al momento opportuno. Lo abbiamo visto per anni al TG4
(come direttore, eh, non come semplice anchorman) leccare letteralmente il culo
a Silvio Berlusconi, a taroccare le notizie in modo da far apparire le
decisioni del governo come sensate e giuste; per non parlare degli errori in
diretta, delle gaffes, dei cazziatoni fatti ai collaboratori davanti al
pubblico. Sì, la conduzione è proprio il suo tallone d’Achille! Non sa proprio
stare davanti alla telecamera! E poi non un minimo di ufficialità, di
professionalità quando legge le notizie! Sembra sempre che stia chiacchierando
nel salotto di casa sua col suo amico. Per questo dico che Emilio Fede è la
nemesi dei giornalisti e che la sola cosa che abbia dato di buono agli
aspiranti giornalisti è quello di fungere da modello al negativo, ovvero da lui
si può imparare solo come un giornalista NON debba essere!
Bruno Vespa è un po’ come
Emilio Fede, ma a differenza del porco, lui ha un’aggravante: che cioè lavora
in RAI. E, se c’è da aspettarsi che un giornalista di Mediaset faccia
propaganda al suo padrone, proprietario di Mediaset, appunto, la cosa non vale
per un dipendente della TV pubblica, quale dovrebbe essere appunto la RAI. E
invece no! Il simpatico signor Vespa, un uomo con la faccia da prete pedofilo i
cui nei sulla faccia, se uniti, fanno apparire la scritta “Sono un coglione”,
vanta nel suo programma Porta a porta
fior fior di scandali: come quando, per esempo, invitò in studio il premier
Berlusconi per fargli fare quella vergognosissima messa in scena della firma
del patto con gli italiani (patto che Berlusconi si è scritto da solo e che non
ha manco rispettato); o come quella volta che fece la puntata invitando i
parenti di Mussolini, uscendosene con un revisionismo storico da galera!
Attualmente la sua passione è buttare via migliaia e migliaia di euro per farsi
i modellini nel suo studio.
E veniamo al top dei top. Al
mostro finale. Al male più grande. Maria
De Filippi! La vicenda della De Filippi somiglia un po’ a quella di Adolf
Hitler: come il gerarca nazista divenne dittatore dopo essere stato snobbato
come pittore, così Maria De Filippi tentò la carriera di magistrato, ma non l’ha
mai portata a termine. E adesso ce la ritroviamo a fare genocidi ideologici e
culturali in quella che è la stragrande maggioranza del panorama di Canale 5.
Questo spregevole individuo si è dato alla più cieca bulimia mediatica,
occupando ogni angolo della televisione coi i suoi programmi da scempio! Primo
fra tutti quella vergogna di Uomini e
donne che dovrebbe essere chiuso per legge per l’immondo spettacolo pieno
di turpiloqui, di liti e di vuoto che propina al pubblico. Altamente
diseducativo e noiosamente sgradevole alla vista così come all’udito. Il peggio
del peggio, non a caso, sta nei suoi programmi: Platinette, Tina la vamp, per
esempio, sono sue creature. E in Amici di
Maria De Filippi è riuscita a rovinare l’immagine perfino di gente che
poteva passare per professionista come i ballerini Garrison Larochelle, Steve
La Chance e Rossella Brescia, mettendoli a litigare in ogni puntata con quei mocciosetti
ignoranti degli “allievi” della scuola o con il pubblico, ovviamente
appositamente pagato. Come se non
bastasse non è capace di tenere addosso un microfono e si ostina a parlare con
il microfono manuale, anche durante le televendite (ma cos’è? è allergica?);
nelle scorse edizioni di C’è posta per te,
poi, ha provato perfino a ballare, raggiungendo dei risultati che farebbero
incazzare anche il più cane dei ballerini. Ricerche recenti devono ancora
stabilire chiaramente il suo sesso biologico.
Sono veramente sfiduciato! Davvero c’è rimasto ben poco da vedere in TV.
Per fortuna, infatti, qualcosa di buono si conserva. Apprezzo molto il lavoro
di Piero e Alberto Angela, per esempio, come ho già avuto modo di dire sul
questo blog, per i loro programmi di vera cultura come Super Quark, Ulisse, Passaggio a nord-ovest; ma anche quello
di Milena Gabanelli, nonché Riccardo Iacona che col suo Presa diretta fa veramente un buon lavoro nell’informare la gente
del vero paese che un’altra TV si preoccupa di nascondere. Credo che occorra
veramente stare attenti nell’usare questo strumento e che occorra affinare
parecchio il proprio spirito critico, se non si vuole essere plagiati o
comunque diseducati al bello e al buono.