domenica 29 ottobre 2017

Come creare cartelle (e file) con password: due metodi per Windows, Mac e Linux

     Sono molti gli utenti che desiderano creare cartelle protette da una password sul proprio computer per proteggere la privacy dei propri file. A volte questa esigenza può riguardare anche un file solo.
     In questo post vedremo come sia possibile fare ciò a costo zero e in un modo semplicissimo che è alla portata di tutti e che non comporta iscrizioni, registrazioni o altre scocciature simili. Anche se ne esistono tanti, vedremo qui due metodi principali: il primo vale per molti tipi di sistemi operativi (Windows, Mac, Linux) e si fa tramite un famoso e leggerissimo programma per compressione file, 7zip, l’altro invece non richiede alcuna installazione ed è adottabile su sistemi che abbiano già un gestore di archivi preinstallato, come Linux.

Primo metodo
Proteggere una cartella usando 7zip (per più sistemi)

     Il primo metodo richiede, come dicevo, l’uso del famoso programma 7zip, uno di quei piccoli software che servono principalmente a gestire i file compressi, cioè dei file che sono stati ridotti nelle loro dimensioni per occupare meno spazio e che hanno tipicamente formati come .zip o .rar.

     7zip è un programma gratuito e da questa pagina del suo sito è possibile scaricarne varie versioni, anche per sistemi operativi diversi, come Linux o Mac (scorrere in basso per vedere i link per altri sistemi operativi).


     Per comodità mostrerò la procedura su piattaforma Microsoft: alla fine di questa procedura si potrà accedere ai file della cartella solo dopo aver inserito la password scelta dall’utente.

     Si prepara la cartella in questione (o anche un singolo file) e si clicca col tasto destro sulla cartella, si passa il cursore sulla voce 7zip e poi si clicca su Aggiungi allarchivio...: questa voce crea una copia della nostra cartella sotto forma di, appunto, un archivio compresso, cioè una cartella compressa, che normalmente viene creato senza password, ma a cui noi aggiungeremo una password per protezione.


     Cliccando su Aggiungi allarchivio... si apre la schermata in cui è possibile scegliere le impostazioni dell’archivio che stiamo creando. Nella voce in alto a sinistra Formato dellarchivio è possibile ad esempio selezionare il tipo di archivio che si vuole creare (.zip, .rar, .7z...). Qui la scelta è a discrezione dell’utente, che deve tener conto della compatibilità dell’archivio creato sui computer in cui vorrà usarlo. Se poi si ritiene di usare questo archivio solo sul proprio computer il problema non si pone e va bene qualsiasi formato che sia supportato da 7zip.
     I formati degli archivi compressi più usati, comunque, sono .zip, .rar e .7z.


     La parte importante per proteggere la cartella è la sezione Cifratura (in basso a destra), dove ci sono i due campi per impostare la password.
     Una volta inserita e confermata la password si clicca su OK e sarà disponibile una copia della cartella iniziale in formato di archivio compresso cifrato, ovvero una cartella protetta con password.

     Attenzione: la procedura non trasforma la cartella normale in cartella con password, bensì crea una copia di quella cartella (e dei suoi file) in formato di archivio. Quindi alla fine di questa procedura bisogna eliminare la cartella iniziale senza password, se si desidera mantenere la privacy.

     Da questo momento, quando si apre l’archivio la password non viene richiesta subito, anzi è possibile aprire la cartella iniziale e vedere anche il numero e il nome singoli file al suo interno, ma l’accesso a quei file sarà impedito e nel momento in cui si prova ad aprirli la password viene richiesta.

     Perché non si richiede la password già all’apertura della cartella? Perché il gestore di archivi non protegge le cartelle, ma i file al suo interno. Quindi, se si desidera che venga impedita anche l’apertura della cartella per non permettere di vedere nemmeno quanti e quali file ci sono al suo interno bisogna trasformare la cartella in un qualcosa che venga riconosciuto come file e trasformare questo file in un archivio con password. Ecco come fare:
  • si prende la cartella iniziale (chiamiamola A) e la si comprime senza password, creando il corrispondente archivio normale, ottenendo l’archivio A (senza password);
  • si inserisce l’archivio A senza password in una cartella normale, che chiameremo cartella B;
  • si comprime questa seconda cartella B trasformandola in un archivio con password, ottenendo un archivio B con password al cui interno è nidificata la cartella A contenente i nostri file.
     
     In questo modo quando si apre l’archivio con password (B) si vede la cartella B al cui interno c’è l’archivio A, che ora non è più una cartella ma un file, quindi l’intero archivio A è stato protetto e non solo i file al suo interno: perciò, per accedere all’archivio A verrà da subito richiesta la password, senza possibilità di vedere numero e titoli dei file al suo interno.

     Si tratta quindi di una compressione a matrioska, ma è più facile farlo che dirlo. Fate delle prove con file a caso sul vostro pc seguendo questa guida.

     Il programma 7zip, come dicevo, è disponibile anche per altre piattaforme, come si vede dalla pagina del download.
     In particolare se si installa 7zip su un sistema Linux, ad esempio Ubuntu, il programma non avrà la sua icona dedicata, perché le sue funzioni verranno integrate direttamente nel gestore di archivi preinstallato, come si capirà meglio leggendo il prossimo paragrafo.


Secondo metodo
Proteggere una cartella con un gestore di archivi preinstallato (per Linux)

     Il secondo metodo è adatto a chi installa sistemi Linux, come Ubuntu. Su Ubuntu esiste già un gestore di archivi, ovvero un programma già presente capace di creare e cifrare l’archivio stesso con una password. Se ne possono aggiungere altri, ma sarebbe inutile. Ecco come si fa a creare una cartella con password su Ubuntu.

     Si seleziona la cartella (o un singolo file) col tasto destro del mouse e si sceglie la voce Comprimi... dal menu che si apre.


     Appare la schermata del gestore di archivi. Cliccando da subito sulla voce Altre opzioni si espande la finestra e appare il campo in cui impostare la password. Da questa finestra si può: scegliere il nome del file (Nome file), il suo formato di archivio (espandere la voce .zip a destra del campo del nome), decidere dove salvare l’archivio (Posizione), impostare la password.


     Quando la password e tutti gli altri parametri sono stati decisi, confermare con Crea. Verrà creato un archivio che funziona nello stesso modo descritto nel primo paragrafo.

sabato 21 ottobre 2017

Latine loquimur, n. 13

     Tredicesimo appuntamento con Latine loquimur, la rubrica che fa conoscere proverbi, espressioni e modi di dire che ancora oggi usiamo nella lingua italiana.
     Nota: la pronuncia scolastica è quella usata (e insegnata) in Italia; la pronuncia restituita è quella che, secondo le ricostruzioni, veniva realmente usata dai Romani.


Tabula rasa
[pronuncia scolastica: tàbula rasa]
[pronuncia restituita: tàbula rasa]

     “Tavoletta levigata”. I Romani scrivevano per lo più su piccole tavolette portatili di cera morbida su cui veniva incisa la scrittura con un punteruolo che fungeva da penna. Quando la tavoletta era stata riempita non se ne comprava un’altra, bensì si “cancellava” quanto scritto prima levigando la superficie morbida precedentemente incisa nello stesso modo in cui si cancellerebbero delle scritte sulla sabbia. In quel momento la tavoletta (tabula) veniva levigata (rasa). L’espressione fare tabula rasa indica quindi qualcosa che viene completamente cancellato, eliminato o qualcosa di completamente assente, come nelle espressioni «Dimentica quello che hai appreso finora, fai tabula rasa», oppure «Non sa niente: è una tabula rasa».


Coram populo
[pronuncia scolastica: coram pòpulo]
[pronuncia restituita: coram pòpulo]

     Letteralmente significa “Davanti al popolo”, quindi “pubblicamente”, “alla luce del sole”, “alla presenza di tutti”. Nel famoso Julius Ceasar di Shakespeare, quando Cesare viene assassinato, Bruto e Marco Antonio fanno a turno un discorso coram populo, davanti alla folla accorsa; allo stesso modo, quando si vuole rendere nota una notizia a tutti si dice che si parla coram populo. A volte l’espressione si usa in senso ironico per dire che una cosa è stata resa pubblica contro voglia.


Inter nos
[pronuncia scolastica: inter nos]
[pronuncia restituita: inter nos]

     “Tra di noi”, nel senso di “in segreto”, “in confidenza”. Si usa quando qualcosa vuole essere tenuta nascosta, quando si confessa qualcosa di delicato o che non si vorrebbe far sapere, come nella frase «Detto inter nos, quell’uomo ha un pessimo gusto».