mercoledì 6 febbraio 2013

Fondi UE per l’Italia: più di 30 miliardi entro fine 2013. Ecco come Rivoluzione civile vuole usarli


     Il 9 gennaio scorso il ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, ci ha informato del fatto che dei Fondi europei 2007-2013 restano da spendere 31,2 miliardi di euro. Questi soldi potranno essere spesi entro il 2015, ma dovranno essere impegnati per specifici progetti entro il 31 dicembre del 2013. Una parte importante di questi Fondi riguarda progetti di ricerca industriale e di formazione dei giovani per la gestione delle nuove tecnologie. Sono risorse di cui il nostro Paese ha assolutamente bisogno e che non possono andare perdute.

     Oggi, proprio a causa dell’inefficiente utilizzo dei Fondi europei, l’Italia finisce per essere un creditore netto dell’Unione Europea: il nostro Paese, infatti, versa nelle casse dell’Unione circa 15 miliardi di euro all’anno, ricevendone indietro soltanto 8. Allo stato attuale, il processo di selezione dei progetti da finanziare è reso particolarmente complesso dai passaggi burocratici necessari e dalle forti differenze tra le diverse Regioni in termini di efficienza amministrativa e competenze per la valutazione dei progetti. Inoltre, spesso manca la capacità di effettuare una istruttoria dei progetti che sia in grado di valutarne sia la validità dal punto di vista tecnologico che la fattibilità finanziaria.
     Rivoluzione Civile propone di risolvere questo problema attraverso la creazione di un Nucleo di valutazione nazionale dei progetti. Il Nucleo avrà il compito di effettuare l’istruttoria tecnica ed economica dei progetti a supporto delle Regioni (per i Progetti Operativi Regionali) e dello Stato (per i Progetti Operativi Nazionali).

     Il Nucleo dovrà avere al suo interno competenze sia tecnologiche che finanziarie. A questo fine, proponiamo che esso sia formato da ricercatori del CNR e da analisti del MCC (banca pubblica tradizionalmente specializzata nella gestione dei finanziamenti pubblici per la ricerca e lo sviluppo tecnologico).

     I vantaggi di questa soluzione sono tre:
1) integrazione dell’istruttoria tecnica e finanziaria in capo ad un unico organismo;
2) omogeneizzazione degli standard di valutazione a livello nazionale;
3) accelerazione dei tempi di istruttoria dei progetti e quindi di impegno dei fondi.

     Tutto questo, per quanto riguarda i Fondi 2007-2013, si può realizzare senza ricorrere a una nuova struttura societaria, per la quale inevitabilmente sarebbero necessari tempi più lunghi. Solo successivamente il Nucleo di valutazione potrà essere trasformato in una vera e propria Agenzia Nazionale per la valutazione dei progetti europei, in grado di fare tesoro dell’esperienza accumulata.

     Va sottolineato che tutto questo non comporta alcun onere aggiuntivo per lo Stato, perché nei fondi europei viene spesata l’assistenza tecnica. A consuntivo, non soltanto non saranno spese risorse pubbliche supplementari, ma si saranno utilizzati importanti Fondi europei che altrimenti rischiano di andare perduti o di essere distribuiti a pioggia in extremis su una molteplicità di progetti di scarsa utilità.




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