giovedì 22 agosto 2013

Berlusconi, hai rotto: rispetta la legge! Elettori Pdl, svegliatevi!

     Ma cosa diavolo pretende Silvio Berlusconi? E cosa diamine vogliono i suoi? Sembra che a loro dire il mondo debba cominciare a girare al contrario pur di garantirgli quello che vuole. E sono talmente bravi a far sentire in colpa quelli che non condividono la loro idea, che sono riusciti a far diventare la condanna di Berlusconi un caso “eccezionale”. Dovremmo cominciare prima di tutto noi cittadini a dare il buon esempio prendendo le distanze sia dai contenuti, dalle tesi di questi pazzi criminali che vogliono fare della legge la loro puttanella di turno, sia dalla forma, che è curata al dettaglio con slogan precisi e una retorica che priva di senso quella che è la normale logica di pensiero della democrazia. Ma andiamo con ordine…

     Il recente incontro di tre ore a Palazzo Chigi tra Letta e Alfano da soli, in cui il segretario del Pdl, nonché Ministro degli Interni, ha provato ad aprire a Silvio Berlusconi l’ultimo spiraglio di salvezza, non è andato a buon fine. Secondo Angelino Alfano il governo è tenuto a intervenire perché è nato con la collaborazione di Berlusconi: se Letta non trova una soluzione, i Ministri Pdl minacciano di dimettersi e di far nascere una crisi di governo. Berlusconi ha dato addirittura un ultimatum: «Avete dieci giorni di tempo!». Questo significa che siamo debitori a quest’uomo? Significa che il governo dovrebbe sdebitarsi, come a ricambiare un favore personale, dandogli in cambio una libertà che per legge non può avere? Significa che il governo delle larghe intese è nato anche per assicurare a Berlusconi, privato cittadino, suoi interessi personali? Il Governo, che piaccia o no, è nato con delle prerogative riguardanti il paese, non Silvio Berlusconi: se Berlusconi è deluso dall’“ingratitudine” dell’esecutivo, è libero di lasciarlo quando vuole. Letta può fare ben poco per l’evasore di Arcore: il governo non ha voce in capitolo, e infatti tuona contro Alfano: le decisioni della Giunta rappresentano il Parlamento, non il Governo. Questi ricatti sono inaccettabili, le due sfere (quella politica dell’intero paese e quella giudiziaria di un singolo individuo) devono restare separate: «chi fa cadere il governo se ne assume le responsabilità».

     Attenzione, gente, non cadete nelle trappole di questi pazzi! C’è un mare di pecore che ogni giorno si dimenticano il cervello sul comodino e inneggiano, senza manco sapere di che parlano, a favore di Berlusconi. È ridicolo e vergognoso il modo con cui Berlusconi sta provando a scappare dal suo destino: prima attacca i magistrati (per vent’anni), li accusa, li chiama faziosi ed eversivi (cosa che oltre a gettare discredito sulle istituzioni è anche una diffamazione: ci vorrebbe una denuncia), fa sorgere una polemica contro il giudice Esposito che era a capo del collegio della Suprema Corte al processo Mediaset: si dice che non è super partes perché avrebbe Berlusconi sullo stomaco. E anche se fosse? Tutti hanno diritto ad avere una loro opinione, e poi perché mai un magistrato dovrebbe amare uno che da vent’anni accusa i magistrati di essere dei criminali? Come minimo, se sei magistrato, uno così ti sta sullo stomaco!
     Poi Berlusconi va a piangere da Napolitano, gli fa capire che gli occorre la grazia, ma la grazia non si può concedere a uno come lui, plurindagato e delinquente, soprattutto non si può concedere per motivi politici. E allora anche Napolitano è un eversivo, uno che non fa gli interessi del paese (cioè i suoi).
     Allora si manda Alfano da Letta, ma Letta non si fa ricattare, quindi questo governo non “collabora”.
     Dunque la votazione della Giunta non si può scampare: a quel punto sta a quelli del Pd prendere in mano il destino del cavaliere, ma i democratici annunciano che voteranno compatti contro Berlusconi, così come prescrive la legge. E allora altre polemiche ed accuse: i democratici vogliono la crisi di governo! È tutta colpa loro! Guardate, sono traditori, rovineranno il paese! E se si arrivasse al voto segreto in Senato, non potrebbe succedere di tutto? Caro Berlusconi, potresti comprare i democratici per farli votare a tuo favore, esattamente come comprasti dei senatori per far cadere il governo Prodi (e lo dice uno stesso senatore comprato da te che ha confessato, accettando processo e condanna, lex senatore De Gregorio).
     Per la Santanché quelli del Pd sono dei carnefici se fanno decadere Berlusconi (ma non avevano giurato e rigiurato che il governo non avrebbe risentito delle vicende giudiziarie del Cavaliere?), e sono anche opportunisti perché prima avrebbero cercato l’alleanza con Berlusconi e poi lo pugnalerebbero alle spalle: ma il governo nasce da un accordo congiunto approvato e voluto da entrambe le parti, non solo dal Pd, per uscire dall’imbarazzo dell’ingovernabilità e se il Pd votasse per la decadenza di Berlusconi non solo non farebbe opportunismo, ma si avvicinerebbe a fare la metà del suo dovere.
     Sempre la Pitonessa, poi, raggiunge gli assurdi livelli di un romanzo fantasy: per Berlusconi non ci sono salvacondotti e quindi la Giunta deve votare per forza la decadenza di Berlusconi? Bene, «e allora, siccome la nostra Costituzione dice che il popolo è sovrano, io voglio che la sentenza su Silvio Berlusconi la emetta il popolo italiano». Qualcuno spieghi prima di tutto il significato della parola sovranità alla Santanché: scoprirebbe che non significa “avere il potere di fare quel cavolo che vuoi”; inoltre i cittadini non possono emanare sentenze perché chi emana sentenze dev’essere terzo estraneo alla vicenda, nonché preparato e istruito in ambito giudiziario, ovvero deve conoscere la legge ed essere super  partes. Voi fareste giudicare l’assassino di vostro figlio da un giudice che è lo zio di quell’assassino? Ovviamente no, perché c’è un forte conflitto di interessi. Per lo stesso motivo gli elettori del Pdl non potrebbero giudicare Berlusconi. È talmente elementare che fa pudore doverlo scrivere, eppure c’è gente che non ci arriva
     I magistrati hanno altre competenze, per questo studiano e devono superare concorsi. E a proposito di concorsi, questo giochino del magistrato che non è democratico perché non è eletto dal popolo ma ha “solo” superato un concorso è un’altra delle assurde paraculate che dovremmo gettare nella pattumiera: i giudici superano dei concorsi sia perché tra essi si scelgano solo i più preparati, sia perché questo è garanzia di indipendenza. Inoltre essere eletti dal popolo non è assolutamente garanzia di democrazia. Il solito esempio: Adolf Hitler, eletto democraticamente ma dittatore scelleratissimo.

     In ultimo, non paghi, questi folli si sono inventati che la legge Severino non va bene: la legge Severino, lo ricordo, è la legge votata l’anno scorso (dallo stesso Pdl!) e che dovrebbe garantire un Parlamento pulito, escludendo dalle Camere quelli che come Berlusconi hanno ricevuto una condanna definitiva superiore a due anni di carcere. Dicono non è applicabile perché sarebbe incostituzionale. Ma come? Prima votano una legge, la discutono, la approvano e poi, dopo appena qualche mese, dicono che è incostituzionale? E guarda caso, lo dicono proprio quando quella legge si applica a Berlusconi! Ma voi, che votate Pdl, siete davvero così idioti da non capire? Avete davvero a tal punto il prosciutto sugli occhi da pensare che sia solo una coincidenza? Se davvero non sapete fare un ragionamento così semplice, allora siete voi il vero pericolo di questo paese!

     E se la legge Severino non verrà “interpretata” a favore di Berlusconi, dicono che vogliono portare la questione davanti la Consulta. Ma Alessandro Pace, costituzionalista che insegna a La Sapienza di Roma, ricorda che la Giunta, che deve votare l’espulsione di Berlusconi dal Senato, non può sollevare davanti la Consulta questioni di legittimità costituzionale della legge Severino, né può farlo il Parlamento perché esso non ha funzioni giurisdizionali. Al massimo il Parlamento può modificare una legge che ritiene ingiusta. E deve farlo con il solito quorum che garantisca la maggioranza, mentre quelli del Pdl che sostengono questa “tesi” sono una minoranza del Parlamento.

     Non fatevi intortare, questi si inventerebbero che il cielo sta sulla terra e la terra in cielo pur di farsi dare ragione. Qui dobbiamo imparare a dire le cose come stanno, a chiamare le cose col loro nome, perché questi delinquenti stanno svuotando le parole del loro significato, sono colpevoli di ribaltare la logica. È un delitto orwelliano a tutti gli effetti! Creano eufemismi per far apparire ciò che è grave come qualcosa di legittimo! E questo cambia il modo di pensare della gente, perché la lingua e il pensiero sono la stessa cosa, lo insegna la psicologia.
     Hanno creato un vero e proprio dizionario ad personam, com’è stato chiamato: vorrebbero un “approfondimento” della legge Severino, per capire se è applicabile… Sveglia! Significa che vogliono trovare un modo per non farla applicare contro Berlusconi! Dicono che il loro leader merita “agibilità politica”: la chiamano agibilità politica... Ma non capite che è solo un modo per farlo rimanere impunito?
     E poi che bravi a coinvolgere gli elettori! Li fanno sentire come se la cosa riguardasse anche loro. «Se Berlusconi viene condannato, allora siamo tutti condannati!», «Questa sentenza è un oltraggio a tutta l’Italia!», «Siamo tutti delle puttane!» (Ferrara), «Siamo tutti evasori!» (Santanché)… e la gente, sentendoselo dire, ci crede! Perché alla gente non piace pensare!
     Il coinvolgimento dell’opinione pubblica che si riconosce in questi slogan da quattro soldi produce effetti simili a quelle incivili reazioni di accusa e offesa tipici degli stadi, quando i tifosi di una squadra insultano e denigrano quelli della squadra avversaria perché «voi siete delle pappemolli» o «c’avete rubato il rigore», anche se non sono loro a stare in campo e quindi non si capisce perché le buone o cattive qualità di una squadra dovrebbero valere anche per i suoi tifosi. Per Berlusconi è lo stesso: fa sentire la gente come lui, gli mette addosso il suo punto di vista così che, se uno insulta Berlusconi, anche un elettore Pdl dovrebbe sentirsi offeso, anche se non ha fatto ciò che ha fatto Berlusconi.
     
     
     È un meccanismo che funziona, plagia, deforma: la gente ha reazioni emotive, non razionali, quindi agisce istintivamente per difendere il proprio ego, credendo di difendere Berlusconi. E non ragiona. E non deve ragionare: perché razionalmente, esaminandola con mente lucida, l’esistenza stessa del Pdl è un assurdo. Un partito nato per difendere gli interessi personali di un uomo che dopo Tangentopoli perse i suoi alleati politici e gli toccò farsi tutto da solo.
     E allora, cari elettori del Pdl, state tranquilli e non vi agitate quando sentite Capezzone o la Santanché! Non siamo tutti condannati, solo Berlusconi lo è; non siamo tutte puttane, ma lo sono quelle che Berlusconi paga ancora oggi perché stiano zitte; non siamo tutti evasori del fisco, bensì lo è il leader in cui avete creduto. Questo stravolgimento del senso delle parole causato dal berlusconismo ha aperto la porta alla retorica antistatista, cosa che si era vista fare finora solo ai brigatisti o ai terroristi o ai mafiosi, che non riconoscono le istituzioni e le denigrano come se niente fosse.

     Ora che stanno cavalcando l’onda della polemica sulla presunta incostituzionalità della legge Severino (che, attenzione, è solo uno dei motivi per cui Berlusconi non dovrebbe più essere parlamentare), voi diffidate! Questo approfondimento che chiedono altro non è che il tentativo di perdere tempo e prolungare la decisione della Giunta in Senato. Prima si dicono fieri di aver votato quella legge, poi dicono che è “frettolosa” e va interpretata! Ma la vedete, la logica rivoltata come un calzino? Non cogliete le contraddizioni e i paradossi? La verità, la volete? Se Berlusconi perde la sua immunità, da quel momento in poi qualunque procura potrà richiedere il suo arresto! 

     Un altro paradosso lo ha vomitato quella “cima” di Brunetta, sempre a proposito della legge Severino. A suo dire «L’ex senatore del Partito democratico, professor Stefano Ceccanti, continua da settimane a spiegarci […] che la legge Severino è chiarissima […] Da qualificato costituzionalista, il professor Ceccanti dovrebbe sapere che il problema non è la presunta chiarezza delle leggi, quanto il loro rispetto di principi superiori codificati nella Costituzione e nelle Carte internazionali dei diritti. E che in uno stato di diritto le leggi non sono valide o invalide perché così le intendevano coloro che le hanno approvate, ma solo quando, al momento dell’applicazione, dimostrano di non suscitare quei dubbi che in tanti, sempre di più, invece in questo caso dimostrano di avere.»
     Ditemi voi…! Secondo Brunetta, se vuoi una legge chiara, prima la fai, la voti, la fai promulgare, e poi, mentre la applichi, se nessuno dice “Secondo me è una cagata”, allora è una legge chiara. Se invece qualcuno si oppone perché “secondo lui” non si capisce, allora va rimessa in discussione. E allora il dibattito in Parlamento a che serve? Che lo facciamo a fare? Brunetta doveva seguire la sua vera vocazione e fare la controfigura di Chucky, la Bambola assassina.

     Non vi fidate di quello che dicono! Non vi fidate quando se ne escono che “Se cade Berlusconi il paese ne risentirà”: neanche questo è vero! Volete la prova? Andate all’estero a chiedere che idea abbiano di Berlusconi, andate in Europa, nei mercati finanziari, e vedete come cresce la diffidenza per l’Italia quando si pronuncia il nome di quest’uomo. O guardate a dichiarazioni come quella del cancelliere austriaco Werner Faymann, che ha incontrato Letta proprio poche ore fa a Vienna e che ha detto senza troppi giri di parole e con un’onestà di linguaggio che in Europa hanno sicuramente più di noi «Ho conosciuto Silvio Berlusconi e non ho mai pensato che fosse un garante della stabilità in Italia». E se qualcuno pensa che all’estero non abbiano diritto di parlare, io dico che invece loro guardano al nostro paese senza la lente deformante di chi è coinvolto come noi, specie se quella lente si chiama berlusconismo. Privi dell’influsso diseducativo, loro sono più obiettivi.
     Inoltre, pensateci. Se a quelli del Pdl sta davvero a cuore il paese non farebbero il ricatto di dimettersi: bisogna tenere separati i due ambiti (pubblica utilità e vicende personali). Va detto una buona volta che chi ricatta la stabilità di un paese per non andare in galera anche se ci sono prove contro di lui è un nemico dello Stato e non gliene frega niente di questo paese! Se l’unico modo con cui i ministri Pdl pensano di salvare B è la minaccia di andarsene, allora non dicano che vogliono fare bene per il paese. Altrimenti resterebbero e lascerebbero che Berlusconi risolva da solo i suoi guai con la giustizia, così come ha detto Violante: «Il problema politico nato con la condanna di Berlusconi deve risolverlo innanzitutto il centrodestra. Non può pretendere che lo facciano altri», aggiungendo anche che «Tra il diritto e la forza, deve prevalere il diritto» e ricordando il caso dell’ex ministro Idem, che si è dimessa per una questione fiscale di appena 3000 euro! Non si capisce perché Berlusconi, uomo colpevole e perfettamente sostituibile, debba essere degno di tante eccezioni alle leggi dello Stato.

     Non fidatevi nemmeno del Tg5, che proprio ieri mandava in onda un vergognosissimo servizio contro la magistratura, dove si dipingevano i magistrati come dei parassiti che prendono troppe ferie e lavorano poco e male. Autore del servizio: Alfredo Vaccarella, figlio di Romano Vaccarella, ex avvocato di Berlusconi. Ve lo fate da soli il collegamento? Insistere (ancora e ancora) con la lotta ai giudici è così vergognoso… E vile, soprattutto: devi portare le prove per dire che i magistrati sono faziosi. Finché non lo fai sei solo un lurido diffamatore. Vale la pena ricordare il parere di Luttazzi che durante un suo monologo affermò che «Berlusconi non è ostacolato dai giudici, Berlusconi è ostacolato dalla legge», perché la legge è uguale per tutti. E ha fatto bene a ribadirlo Epifani, alla festa del Pd a Siena, aggiungendo che «la nostra non è una battaglia contro Berlusconi ma per affermare lo stato di diritto».
     Provate a fare un esercizio di sensibilità civica, provate un pochino a indignarvi di fronte a queste vigliaccate. Diventeremmo persone migliori, prima ancora che cittadini migliori.

     Quando li ascoltate parlare, notate dettagli come questi… Parole fuorvianti, slogan inneggianti all’odio, e perfino il culto della persona, una cosa che esisteva ai tempi del fascismo. Per Michaela Biancofiore, per esempio, presa da un attacco di crisi mistica, Silvio Berlusconi sarebbe l’inizio e la fine. Un po’ come Gesù, quindi, l’Alpha e l’Omega di tutto. Anche queste forme di culto della persona, di adorazione del capo, di totale sottomissione al leader sono espressione di un modo di concepire il dialogo e la libertà di pensiero con un’arretratezza che perfino gli antichi Greci, “vecchi” più di 3000 anni, guarderebbero con disprezzo. Il potere va sempre messo in discussione e così le proprie idee. Questi accettano sempre e comunque che quello che dice, pensa o fa Silvio Berlusconi sia giusto a oltranza e a prescindere. Voi come li chiamereste? Io li chiamo servi.

     E dire che il Pdl potrebbe approfittare di queste circostanze: per Nicola Latorre (Pd) «è paradossale che si debba scegliere tra la tenuta del quadro politico e il rispetto della legalità: un dilemma inaccettabile» […] «Il Pdl non dovrebbe fare un passo indietro, ma in avanti, uscendo dal berlusconismo e non restandone prigioniero».

     Non è giusto che un solo uomo condizioni e rallenti così pesantemente lo sviluppo e il progresso di un intero paese, non è giusto che il vortice della sua condotta deplorevole trascini anche cittadini onesti in una spirale antidemocratica! Noi dobbiamo liberarci del berlusconismo e dei danni che ha fatto, dobbiamo tornare a pronunciare le parole con il loro senso vero, e non con significati eufemistici e paraculi; dobbiamo imparare che un leader politico non va osannato e non va difeso sempre e comunque perché tutti possono sbagliare; dobbiamo imparare l’arte di diffidare e mettere in dubbio quello che ci viene detto misurandolo con ciò che ci appare più probabile e dobbiamo imparare, quando ci occupiamo di politica, a non farci travolgere dall’emotività, perché la politica non è una chiacchiera da taverna, ma costruzione di giustizia e progresso sociale, per il quale serve organizzarsi razionalmente.

     Voglio chiudere con una riflessione su Napolitano, che tanto ha voluto e tanto ha difeso questo governo delle larghe intese. Ci poteva pensare prima, il caro Napolitano, quando creò la “creatura” del governo Letta, mettendo insieme ideologie discordanti ed eterogenee come Pd e Pdl, manco fosse Viktor Frankenstein che nel suo laboratorio cuce insieme pezzi di cadaveri diversi per creare il suo “mostro” shelliano. Napolitano lo sapeva che questo governo sarebbe stato ricattabile, lo sapeva che uno dei suoi fondatori è un uomo che rischia la galera, che è un presuntuoso, che non anteporrebbe mai il bene pubblico ai suoi interessi personali! Lo sapeva, eppure l’ha creato, e l’ha fatto camminare su una fune, in un equilibrio instabile. Ora non si lamentasse se ogni cinque minuti piovono minacce di crisi di governo! Su questo blog l’ho sempre scritto: per il nostro rieletto Presidente della Repubblica avere un cattivo governo è meglio che non avere alcun governo.
     Tra l’altro queste larghe intese somigliano sempre più a quelle coppie infelici il cui rapporto va a rotoli ma che non riescono a lasciarsi e che si accontentano, volta per volta, di trovare compromessi reciprocamente mutilanti: io rinuncio a questo, così tu rinunci a quest’altro, io sopprimo questo di me e tu sopprimi questo di te. Compromessi, contentini, limitazioni da entrambe le parti. Invece di costruire, si gioca a un continuo ribasso dello standard. Del resto è il solo modo per mettere d’accordo parti così diverse e inconciliabili. Cosa pretendevate? Ora vi manca il potere di votare e decidere voi il governo che preferite?

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