Come preannunciato qualche giorno fa,
siamo giunti alla vigilia della raccolta firme per poter indire il referendum abrogativo della riforma dell’articolo
18 dello Statuto dei Lavoratori firmata Fornero. In realtà si tratta di due quesiti referendari, presentati in
Cassazione, di cui il secondo riguarda l’articolo 8 della legge finanziaria
varata dal governo Berlusconi. Da domani
13 ottobre 2012 parte quindi ufficialmente la raccolta firme per restituire
ai lavoratori italiani i diritti conquistati con decenni di lotte sindacali e
che sono stati cancellati in due secondi con un colpo di penna. Centinaia di
banchetti saranno organizzati nelle città italiane al fine di raccogliere le
firme.
Ecco ciò che c’è da sapere su come fare…
Innanzitutto quelli per cui si vota da
domani, non sono i referendum veri e propri, poiché per poter votare
per un referendum popolare occorre prima che un numero ragionevole di cittadini
lo voglia, altrimenti non ha senso farlo: in particolare, come dice l’articolo
75 della Costituzione, si ha il diritto di richiedere un referendum solo se lo
vogliono almeno 500 000 elettori (o
5 Consigli regionali). Questo significa che esiste un numero minimo (detto quorum) di cittadini che devono
manifestare la loro volontà di indire questi referendum, un numero al di sotto
del quale non è possibile presentare alcuna richiesta. Dobbiamo quindi essere
in tanti ad andare a votare, e anzi: se consideriamo l’oggetto dei referendum,
500 mila firme sono anche poche! Dovrebbero andare a firmare tutti i cittadini
italiani. Ricordo infatti che la riforma dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori
rappresenta un attacco esplicito e malcelato al diritto al lavoro che in questo
paese è sacrosanto al punto da essere stato sancito fin dal primo articolo
della Costituzione, che recita appunto: «L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro». La riforma
Fornero, quindi, negando ai lavoratori un diritto sacrosanto (quello di essere
reintegrati se licenziati ingiustamente) attacca anche la legge fondamentale
del nostro paese.
L’articolo 18 è un articolo che consente
al lavoratore di non essere ricattato. Dal suo testo si può leggere in
particolare quanto segue:
[…] il giudice con la sentenza con cui dichiara inefficace il licenziamento […] ordina al datore di lavoro […] di reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro. (comma 1)
…
e ancora:
Ai fini del computo del numero dei prestatori di lavoro di cui primo comma si tiene conto anche dei lavoratori assunti con contratto di formazione e lavoro, dei lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato parziale, per la quota di orario effettivamente svolto […] (comma 2)
…
e anche:
Il giudice con la sentenza di cui al primo comma condanna il datore di lavoro al risarcimento del danno subito dal lavoratore per il licenziamento di cui sia stata accertata l'inefficacia o l'invalidità stabilendo un'indennità commisurata alla retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento sino a quello dell'effettiva reintegrazione e al versamento dei contributi assistenziali e previdenziali dal momento del licenziamento al momento dell'effettiva reintegrazione […] (comma 4)
Come capirebbe chiunque, la norma mira
esplicitamente a proteggere la parte
debole, cioè il lavoratore, che può essere ricattato in molti modi senza questi
diritti sanciti. Il fatto che la Costituzione dica che l’Italia è “fondata” sul
lavoro, sta a significare proprio che nell’intenzione dei costituenti si era
capito chiaramente che lo sviluppo, anzi, la vita stessa del paese, dipende
dalla possibilità di svolgere un’attività umana, attività che – pensate che
bello! – non deve nemmeno essere mirata al semplice soddisfacimento economico,
ma che «concorra al benessere materiale e spirituale della società» (art. 4
della Costituzione).
Data la
somma importanza che assume questa iniziativa, è stato creato un sito apposito,
dove potrete trovare aggiornati, di volta in volta, tutti i dettagli relativi
alla questione, soprattutto quelli che concernono le sedi italiane in cui si
prelevano le firme e a partire da quale data. Il link è:
Andiamo tutti a votare da domani,
altrimenti ci renderemo complici dell’affondamento della vita di questo paese.
(Mario Monti, attuale Presidente
del Consiglio dei Ministri)
del Consiglio dei Ministri)
«L’atteggiamento
delle persone deve cambiare: il lavoro non è un diritto, ma va guadagnato,
anche con il sacrificio»
(Elsa Fornero, attuale Ministro
del Lavoro e delle Politiche Sociali)
del Lavoro e delle Politiche Sociali)
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