Troneggiava ancora lo striscione commemorativo con Falcone e Borsellino del 9 maggio scorso all’ingresso del Tribunale di Milano stamattina. Quello stesso ingresso presieduto qualche settimana fa dagli esponenti del Pdl (capitanati dal professionalissimo Alfano, nonostante rivestisse il ruolo di Ministro dell’Interno) in segno di protesta contro quella che secondo loro (ovvero secondo il loro leader) è l’accanimento giudiziario più ingiustificato degli ultimi vent’anni.
Una sostenitrice del Cavaliere davanti
al Tribunale di Milano. |
Nel mattino sul corso di Porta Vittoria molti cronisti, sia italiani che stranieri, attendevano la decisione dei giudici, che dovevano emettere la sentenza di primo grado del processo Ruby, che vede imputato Silvio Berlusconi dei reati di prostituzione minorile (nelle vesti di utilizzatore finale) e concussione aggravata. Man mano, anche alcuni “manifestanti” hanno cominciato a popolare la strada: i più sono fautori dell’ex premier, intervistati dai giornalisti e interrogati sul motivo per cui si trovavano lì. Qualcuno si è munito addirittura di bandiera “Forza Italia” e altri gadget per il proprio idolo (compresa una statua della Madonna!).
In aula non sarebbe stato presente l’imputato: Berlusconi avrebbe ricevuto la notizia dai suoi avvocati Ghedini e Longo, che lo avrebbero raggiunto in villa dopo la sentenza, per accordarsi, a seconda della decisione, sul da farsi in parlamento, per decidere quale pressione fare al Ministero della Giustizia, se occuparsi solo del processo Mediaset (già finito in Cassazione) e prepararsi per risarcire 560 milioni alla Cir di Carlo De Nenedetti per il lodo Mondadori (su questo i giudici si pronunceranno il 27).
Poi finalmente arriva la notizia: il collegio dei giudici della IV sezione penale, presieduti da Giulia Turri, hanno deciso: Silvio Berlusconi è colpevole dei reati a lui ascritti. Per lui 7 anni di carcere (un anno di pena in più rispetto a quanto chiesto dall’accusa), più l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. E, ovviamente, il pagamento delle spese processuali.
Ruby durante una sua esibizione. |
Berlusconi si è sempre difeso, anche laddove era imbarazzante la sua versione. Molte le contraddizioni della sua versione: per esempio, diceva di non sapere che Ruby fosse minorenne, ma al Pdl volevano abbassare il limite della maggiore età a 16 anni con effetto retroattivo per rendere il reato di prostituzione “minorile” non più tale; diceva che ha pagato Ruby solo per aiutarla economicamente ma poi ha giustificato il reato di concussione dicendo che la ragazza fosse la nipote del presidente dell’Egitto Hosni Mubarak, e non si capisce per quale strano motivo la nipote di un capo di stato debba aver bisogno di essere aiutata economicamente… e poi ci sono le intercettazioni. Fiumi e fiumi di intercettazioni. Ne riproponiamo qui alcune delle più “esplicite”, fermo restando che gli atti giudiziari sono liberamente consultabili da tutti.
Ruby dà a un’amica la notizia di essere finita su tutti i giornali.
Ruby confessa di aver ricevuto da Berlusconi la richiesta di “fingersi tonta” in cambio di denaro per non mettere nei guai il Cavaliere. E, aggiunge: «Non ho paura di niente, sto per beccare un sacco di soldi!».
Ruby confessa che Berlusconi conosceva la sua minore età all’epoca dei fatti.
Nicole Minetti si accorda con Lisa Barizonte sull’acquisto della biancheria sexy da usare a quell ache Berlusconi definiva “cene eleganti”.
Finché si ha la possibilità di mentire, si potranno commettere tutti i reati che si vuole.
Qui l’emanazione della sentenza.
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