martedì 15 gennaio 2013

Elezioni politiche 2013: i partiti da NON votare. Piccolo manuale dell’elettore consapevole


     Tra 40 giorni gli italiani saranno chiamati alle urne per le elezioni politiche 2013 in cui si deciderà il nuovo governo che guiderà il paese. Per coloro che ancora sono decisi a votare e non sono caduti nella trappola del qualunquismo si prospetta un periodo di forte e urgente responsabilità civile, legata prima di tutto alla necessità di informarsi seriamente sui candidati.
     In campagna elettorale infatti le promesse fioccano, vengono promessi mari e… Monti, inizia ufficialmente il periodo di paraculaggine e intortamento delle menti degli elettori, attraverso quel calibratissimo sistema di autopropaganda che si manifesta in mille modi: dal vestito da indossare sui manifesti, agli slogan legati al simbolo del partito, alle parole chiave da nominare davanti agli elettori-spettatori (che sentono solo poche parole per volta e si annoiano durante le riflessioni), ai programmi televisivi in cui andare o non andare, la spasmodica e deumanizzata ossessione per i sondaggi degni solo di coloro che, come osservava De Gasperi, sono troppo politici e poco statisti, in quanto «Un uomo politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista alla prossima generazione».

     Ebbene, nel bailamme del Venghino, signori, venghino, nel momento della svendita della propria faccia e del proprio didietro dei membri della Casta, sono in molti gli italiani che non hanno capito cosa intendano fare i propri beniamini. Non parlo solo delle promesse fatte e dichiarate, ma anche degli intenti taciuti, delle mosse non confessate. È molto facile indirizzare l’opinione di gente disperata e arrabbiata, frustrata e impaurita, perché chi si trova in questo stato funziona per eccessi di emotività, non esercita la sua capacità di ragionare e giudicare lucidamente, si perde e si lascia andare nel mare capriccioso dell’impressione del momento.
     Proviamo a fare un piccolo riepilogo, con poche parole spicciole, quasi schematiche, almeno di quei grandi partiti di cui occorre secondo me diffidare assolutamente. Esaminiamoli uno per uno, in parole povere.


Lista civica. Con Monti per l’Italia

     Mario Monti, lo abbiamo visto tutti, è la sanguisuga messa in Italia per inaugurare e incentivare l’ondata della politica dell’austerity, quella del “non me ne frega niente di rilanciare il paese, perché faccio parte di un gruppo bancario molto forte che è fallito e deve far pagare alla gente il suo fallimento con la scusa-truffa-bugia del pagamento del debito pubblico”.
     Il suo breve ma intenso governo si è distinto per l’esplicita volontà di svendere i diritti della democrazia italiana al fine di rendere l’Italia un paese ricattabile sotto l’egida della BCE e della egemonia delle banche. Mario Monti non ha mai avuto l’intenzione di risollevare il paese! Il suo menefreghismo socio-economico, la sfacciataggine (sua e di alcuni suoi ministri) con cui ha deliberatamente voltato lo sguardo dai punti morti del nostro paese si sono manifestati in molti modi. Già in alcune sue dichiarazioni questo è chiaro: «La crisi la pagheranno soprattutto i cittadini più deboli perché hanno poco ma sono in tanti». Raggelante e inquietante! Oppure: «I giovani devono abituarsi all’idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita… Del resto, diciamoci la verità, che monotonia il posto fisso!». Io non ci dormo la notte, mi fa paura. Ancora: «Non c’è crisi fin quando i negozi sono aperti». Non vi basta? Eccone un’altra: «Lo stato non ha la disponibilità economica per sostenere tutti gli invalidi, loro devono collaborare come gli altri cittadini». E se frasi del genere non vi dimostrassero che non esiste in quest’uomo la volontà di rendere l’Italia autosufficiente, basta guardare alle mosse reali che hanno contraddistinto il suo operato tecnocratico: grazie a Monti la pressione fiscale è salita, il 2012 si è aperto con la tragica stagione degli imprenditori morti suicidi per il fallimento delle loro aziende, il precariato è stato incentivato e i diritti dei lavoratori sono stati ulteriormente cancellati con l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto del lavoratori ad opera di quella faccia da schiaffi di Elsa “lacrime-di-coccodrillo” Fornero, il potere d’acquisto è calato, il PIL è CROLLATO, il debito pubblico ha superato i 2000 miliardi di euro e nemmeno più avere la casa di proprietà rappresenta oggi una sicurezza perché la tassa sulla casa grava enormemente sulla sicurezza economica anche di coloro che hanno un lavoro stabile.
     Come se non bastasse Monti è l’uomo del gruppo Bilderberg e della Goldman Sachs, gruppi che detengono il potere monetario in tutta Europa, che decidono a tavolino cosa fare nei governi prima che i governi si formino e che vogliono assoggettare e mettere sotto ricatto i paesi dell’Eurozona per creare la loro egemonia finanziaria. Una truffa smascherata in tutto il mondo ma che sembra non interessare alla gente!
     Ecco perché in Europa vogliono ancora Monti. E in Italia ci sono interessi per farlo tornare! Ora finge il teatrino-battibecco con Berlusconi, che lo ha appoggiato in toto in tutti questi mesi! Mario Monti non ha la credibilità per governare questo paese! Non ha il curriculum giusto nemmeno per presentarsi alle elezioni! Come ha osservato Daniel Estulin, Monti andrebbe addirittura arrestato!




Partito Democratico

     C’era una volta in Italia la Sinistra, c’erano una volta la tutela dei lavoratori, le lotte sindacali e quelle per la giustizia sociale. C’era… La sinistra impersonificata dal Partito Democratico di Pierluigi Bersani è una delle forme di tradimento più mortificanti che un’ideologia politica abbia mai vissuto. La disinvoltura con cui il candidato premier del centro-sinistra si sta dimostrando in questi giorni (ma anche negli ultimi mesi) disposto ad assecondare le linee del metodo Monti hanno dell’incredibile! Ammette praticamente alla luce del sole che si dice disposto ad allearsi con Monti, qualora non si avesse la maggioranza assoluta in Parlamento (e ce lo propineranno con la solita ricetta del “lo facciamo per il bene del paese: è necessario!”), ha dichiarato di essere d’accordo sull’abolizione dell’articolo 18 voluta dal governo Monti (quello che, tanto per ricordarlo, consentiva a un lavoratore licenziato ingiustamente di essere reintegrato sul posto di lavoro) e che non è disposto a tornare sull’argomento. Si era detto perfino disposto ad accogliere nel suo governo gente come la Fornero, e poi non si degna nemmeno di rispondere agli inviti di “incontro” e “confronto” sollevati da gente come Ingroia.
     Bersani rappresenta una fallimentare politica rimasta non solo totalmente incapace in questi anni di fare opposizione alla “moda” politica berlusconiana (mai una proposta di una cavolo di legge sul conflitto di interessi), ma addirittura resasi complice della destra berlusconiana che ha accompagnato in questi anni l’Italia verso la crisi.
     Recentemente, in un’intervista al Washington Post, ha dichiarato, con un paradosso che avrebbe fatto venire i capelli bianchi perfino al filosofo Zenone, che il suo gruppo intende confermare le politiche di austerità… ma accompagnandole a politiche di crescita! Che è come dire “vorrei tanto mettermi a dieta: ho deciso di mangiare meno pasta… quindi mangerò più Nutella!”. Accompagnare la politica di austerità con politiche di crescita è una contraddizione logica! Anzi: è un’emerita stronzata! La politica di austerità implica per sua stessa natura la negazione delle politiche di crescita! Sono due cose che si escludono a vicenda: e invece il signor Bersani lo propina al pubblico e perfino alla stampa con una naturalezza e una faccia da bronzo che manco se lo si prendesse a schiaffi ci si calmerebbe!
     Il piano di Bersani, qualora vincesse le elezioni, è allearsi con Monti, continuare il progetto di distruzione democratica dei diritti dei lavoratori e di svendita dell’economia italiana al potere delle banche europee. L’ha detto, l’ha dichiarato, lo ha ammesso! Sapete a cosa andate incontro se lo votate!



Il popolo della Libertà

     Sintetizzare sul partito di Berlusconi è davvero difficile, sia perché in quasi venti anni di governo ne sono state fatte davvero tante, sia perché anche volendo scegliere solo poche questioni le magagne e gli imbrogli non si contano. Parliamo dell’uomo più imbarazzante della nostra storia, un imprenditore colluso con la mafia che ha praticamente destituito la democrazia delle sue forme più limpide: le numerose leggi ad personam fatte per agevolare le sue aziende e per cancellare i suoi reati (specie quelli finanziari), le pericolosissime riforme della scuola, firmate Moratti e Gelmini, che hanno dato il primo dolorosissimo affondo al futuro dei giovani nel nostro paese; i suoi capi di imputazione numerosissimi che toccano tutti i temi penali più gravi: la prostituzione, la corruzione, i reati di mafia... Attualmente è condannato in primo grado per frode fiscale. La sua sfacciataggine lo porta addirittura a vantarsi di questi reati: dice che è incredibile che ci si sia accaniti contro di lui in un modo così ossessivo, laddove chiunque dotato di senno, vedendo che un uomo ha tutti quei processi a carico, penserebbe che dev’essere un poco di buono.
     Per anni ha provato a farla franca mandando i suoi processi in prescrizione, sollevando ridicole e imbarazzantissime obiezioni all’azione della Magistratura, si è creato ad hoc dei miti sui suoi avversari per apparire come una vittima e come un martire. Ha usufruito dello scudo fiscale di Tremonti e ha accolto nel suo governo e nelle sue alleanze il peggio del peggio: dai fascisti come La Russa, ai condannati per mafia come Dell’Utri, alle ballerine-letterine svendi-fiche come la Minetti.
     Come se non bastasse ha diseducato completamente la mentalità del popolo italiano imbottendolo delle più futili banalità con le sue reti televisive, che da una parte hanno l’esplicito compito di non far pensare alla gente, con armi di “distrazione” di massa quali Maria De Filippi, Barbara D’Urso, Alfonso Signorini ecc…; dall’altra al momento buono devono fargli propaganda politica, una propaganda spudorata e sleale, fatta senza il minimo contraddittorio, senza nessuno che lo interrompa. Decide lui le domande, decide lui cosa devono chiedergli, decide lui a chi dare spazio e come denigrare gli altri.
     Il suo modo di fare, la sua condotta indecorosa, la sua buffoneria non sono state risparmiate neanche all’estero: è l’uomo che fece la battuta sull’abbronzato ai danni di Obama, che ha fatto le corna nelle foto con i capi esteri stranieri, l’uomo che fece letteralmente impallidire l’intero Parlamento europeo con il teatrino fatto ai danni del deputato Schulz (vedere video sotto).
     Berlusconi è l’uomo che entra in politica per sostituirsi ai politici che gli avevano fatto favori fino a quel momento e che furono destituiti, incarcerati e condannati dallo scandalo Tangentopoli. È l’uomo di cui perfino sua moglie ha detto «Quell’uomo ha problemi: dev’essere aiutato». È l’uomo che, come si legge in sentenze definitive in magistratura, ha avuto collaborazioni con l’ambiente mafioso e rapporti con Riina. È l’uomo che ha fatto parte della loggia P2, ed è soprattutto l’uomo che ha provato a portare a termine il piano di Licio Gelli (esperto in regimi totalitari), che prevedevano l’assoggettamento delle istituzioni statali al capo del premier. A questo proposito non si può non citare la sua aspirazione a realizzare il cosiddetto premierato assoluto, ovvero l’attriubuzione di super funzioni al premier che gli consentano di aggirare tutte le strade di dibattito messe espressamente a garanzia della democrazia dalla nostra Costituzione. Proprio pochi giorni fa si è ripetuto su questo argomento ospite a Servizio pubblico: «L’Italia è un paese ingovernabile!», va ripetendo in giro: secondo lui il premier non ha abbastanza poteri per salvare il pease, è necessario che la Costituzione sia cambiata (ovviamente secondo i suoi comodi) per permettergli di decidere senza obiezioni, senza dover fare i conti con la legge, quella legge che per fortuna pone dei limiti allo strapotere di un solo uomo a capo di un intero paese. Una chimera mostruosa, metà buffone, metà dittatore.
      Questo essere presuntuoso, pieno di sé, che nega l’evidenza e non ammette mai di sbagliare, che ha costruito su di sé un vero e proprio culto della persona degna solo di quella che abbiamo avuto durante il fascismo è inscusabile e ingiustificabile sotto il profilo politico e anche umano. Lo scrittore e giornalista Roberto Saviano, in un articolo del novembre 2011, riassunse molto bene con una parola ciò che i governi Berlusconi hanno rappresentato in questi anni per l’Italia: immobilismo.
     Votarlo significa mettere l’Italia nelle mani dell’uomo che ha volontariamente e deliberatamente ignorato i segnali di allarme della crisi economica che l’intera economia gli ha lanciato dal 2008 in poi. È lui che ha preparato il terreno al nostro paese per farsi inghiottire dalla crisi e non rinuncerà mai alla protezione che la politica gli dà, altrimenti sa che finisce in galera.




     Nuove forze fortunatamente stanno nascendo e alcune di esse sono all’altezza di rappresentare un’alternativa valida. Ci sono gruppi che danno spazio alla società civile, alle persone impegnate, gruppi che sostengono l’esigenza di cambiare e rottamare (come si dice oggi) l’attuale classe politica, sempre la stessa da anni. Ci sono gruppi che avanzano proposte nuove sempre taciute dai grandi partiti “storici”. Dovremmo conservare la capacità di guardare oltre quello che ci viene proposto. Se la politica del nostro paese non viene messa in mano a gente diversa da quella che ha rubato e spadroneggiato per tutti questi anni, i primi colpevoli del declino del nostro paese saremo noi! E i tempi che verranno saranno davvero neri!

1 commento:

  1. DIO !!!che gente !!! Votero sempre più per UN VENETO STATO INDIPENDENTE DENTRO AD UNA EUROPA FATTA DI GIUSTIZIA E LEGALITà !!!

    BASTA CON QUESTA ITALIA !!!!

    RispondiElimina