domenica 27 gennaio 2013

Cosa vuole Rivoluzione civile: ecco il programma elettorale di Ingroia


     Quali sono i criteri con cui voterete i vostri candidati alle prossime elezioni politiche? Pensate di votare qualcuno che avete sempre sostenuto storicamente, indipendentemente da quello che propone? O forse pensate di informarvi sul passato del candidato che intendete votare? Oppure vi atterrete al criterio del “più simpatico”?
     Se c’è qualcuno tra voi che invece sceglierà il nuovo governo degnandosi di giudicare il programma elettorale del partito o della lista che intende sostenere, si sarà sicuramente accorto che in questai giorni l’“offerta politica” risente pesantemente della crisi e degli scandali che sono emersi di recente. Le proposte si diversificano e gli schieramenti promettono cose nuove. Si dà più spazio a cose come la questione morale, le proposte anticorruzione, il taglio delle spese politiche…
     Chi più, chi meno, i candidati provano a promettere cose che potrebbero interessare. Tuttavia anche dal modo di promettere e dalle cose promesse è possibile fare una differenziazione che la dice lunga sugli intenti taciuti dei candidati. Infatti, fermo restando che un politico non è tenuto per legge ad adempiere a tutti gli impegni che ha preso con l’elettorato durante la campagna elettorale, tuttavia, quando si promette, si mette la faccia e si sa che se ci si allontana troppo dalle promesse che si sono fatte si perde credibilità per il futuro.

     In base a questo ragionamento possiamo individuare i candidati meno attendibili anche in base a ciò che non promettono, proprio perché sanno già di non poterlo fare, altrimenti perderebbero credibilità per il futuro. E, effettivamente, alcuni leader si sono ben guardati dal proporre cose che farebbero bene al nostro paese, perché sanno già di non aver intenzione di farlo. E quelli sono secondo me da scartare.
     Spulciando i vari programmi elettorali ci si accorge quindi di certe differenze non da poco. In particolare, leggendo il programma della lista Rivoluzione civile di Antonio Ingroia, ci si può fare secondo me un’idea della validità delle cosiddette alternative politiche. A parte il Movimento 5 Stelle di Grillo, infatti, nuovi partiti stanno nascendo e quello di Ingroia ha delle proposte molto, ma molto interessanti, che tra l’altro vanno espressamente contro le ambizioni di Berlusconi e di Monti.

     Poiché Ingroia non è abituato alla stessa spudoratezza di gente come Berlusconi, che si può permettere di andare da Bruno Vespa, firmare un patto con gli italiani (tra l’altro da solo), non rispettarlo, riandare in tv e sfruttare il fatto che ormai è simpatico a molti per dire che, quel patto, l’ha rispettato, e quindi non perdere la faccia, ritengo che le promesse e le proposte fatte del leader della lista Rivoluzione civile debbano essere prese in considerazione, in quanto l’approccio che anima la sua politica potrebbero davvero aiutare l’Italia. Già in un mio precedente post, poi, ho elencato i motivi validi per cui lo stesso leader possa essere considerato attendibile.

     Volendo citare solo alcuni dei punti programmatici, ecco cosa si propone espressamente di fare Rivoluzione civile. Sono cose che i grandi partiti come il PD, il PDL o il centro di Monti non si proporranno mai di fare:
  • la cancellazione della riforma Fornero sulle pensioni e la reintroduzione dell’articolo 18: la riforma Fornero, come sappiamo, ha fatto sì che il precariato si rafforzasse e che gli anziani fossero ancora più impossibilitati a godere del diritto alla pensione; cancellando l’articolo 18, poi, ha fatto sì che i lavoratori potessero essere licenziati anche senza giusta causa;
  • l’introduzione del reddito minimo per i disoccupati;
  • far pagare l’Imu alla Chiesa e alle banche (visto che sono ricchissimi!);
  • la confisca dei patrimoni illegali degli evasori e dei mafiosi per restituire ai cittadini i beni che i trasgressori e i criminali si sono procurati rubando allo Stato: nessuno dei governi precedenti né degli attuali candidati “grossi” intende tassare i più ricchi, anzi: il governo Monti ha addirittura messo a disposizione proprio di recente 4 miliardi per Monte dei Paschi di Siena, attualmente a rischio fallimento; Ingroia, proprio in virtù della sua esperienza di magistrato antimafia, conosce i metodi di indagine per individuare i patrimoni illegali per poterli confiscare;
  • la contrarietà all’attuale Fiscal Compact, ovvero l’accordo che l’Italia di Berlusconi firmò con l’Europa per impegnarsi a raggiungere il pareggio di bilancio entro un certo numero di anni, privando la gente di soldi e diritti in modo da recuperare soldi per l’Europa quanto più velocemente possibile, una cosa che durerà almeno vent'anni;
  • l’eliminazione di tutte le leggi ad personam che hanno salvato e favorito le aziende di Berlusconi e dei suoi amici e in particolare la reintroduzione del reato di falso in bilancio (cancellato da Berlusconi), reato con cui le aziende possono mentire sul proprio bilancio finanziario spingendo gli investitori a comprare la sue azioni anche se non valgono niente;
  • l’introduzione del reato di scambio politico-mafioso e in generale una vera politica antimafia e anticorruzione (e chi meglio di Ingroia, che ha combattuto la mafia assieme a Falcone e Borsellino, potrebbe fare questo?);
  • la promozione della gestione pubblica di beni come l’acqua, tuttora gestiti da privati quasi ovunque nonostante il referendum dell’anno scorso abbia sancito che la gestione dev’essere pubblica…


     L’offerta di Rivoluzione civile non si ferma qui. Se avete intenzione di conoscere nel dettaglio ma in breve i 10 punti programmatici della lista, visitate pure il sito www.rivoluzionecivile.it, oppure leggete direttamente i punti del suo programma (di cui potete scaricare anche un apposito volantino), che ho lasciato elencati qui di seguito.

gdfabech

1 per l’Europa dei diritti, contro l’Europa delle oligarchie economiche e finanziarie. Vogliamo un’Europa autonoma dai poteri finanziari e una riforma democratica delle sue istituzioni. Siamo contrari al Fiscal Compact che taglia di 47 miliardi l’anno per i prossimi venti anni la spesa, pesando sui lavoratori e sulle fasce deboli, distruggendo ogni diritto sociale, con la conseguenza di accentuare la crisi economica. Il debito pubblico italiano deve essere affrontato con scelte economiche eque e radicali, finalizzate allo sviluppo, partendo dall’abbattimento dell’alto tasso degli interessi pagati. Accanto al Pil deve nascere un indicatore che misuri il benessere sociale e ambientale;


2 per la legalità e una nuova politica antimafia che abbia come obiettivo ultimo non solo il contenimento ma l’eliminazione della mafia, che va colpita nella sua struttura finanziaria e nelle sue relazioni con gli altri poteri, a partire da quello politico. Il totale contrasto alla criminalità organizzata, alla corruzione, il ripristino del falso in bilancio e l’inserimento dei reati contro l’ambiente nel codice penale sono azioni necessarie per liberare lo sviluppo economico;
3 per la laicità e le libertà. Affermiamo la laicità dello Stato e il diritto all’autodeterminazione della persona. Siamo per una cultura che riconosca le differenze. Aborriamo il femminicidio, contrastiamo ogni forma di sessismo e siamo per la democrazia di genere. Contrastiamo l’omofobia e vogliamo il riconoscimento dei diritti civili, degli individui e delle coppie, a prescindere dal genere. Contrastiamo ogni forma di razzismo e siamo per la cittadinanza di tutti i nati in Italia e per politiche migratorie accoglienti;
4 per il lavoro. Non vogliamo più donne e uomini precari. Siamo per il contratto collettivo nazionale, per il ripristino dell’art. 18 e per una legge sulla rappresentanza e la democrazia nei luoghi di lavoro. Vogliamo creare occupazione attraverso investimenti in ricerca e sviluppo, politiche industriali che innovino l’apparato produttivo e la riconversione ecologica dell’economia. Vogliamo introdurre un reddito minimo per le disoccupate e i disoccupati. Vogliamo che le retribuzioni italiane aumentino a partire dal recupero del fiscal drag e dalla detassazione delle tredicesime. Vogliamo difendere la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro;
5 per le piccole e medie imprese, le attività artigianali e agricole. Deve partire un grande processo di rinascita del Paese, liberando le imprese dal vincolo malavitoso, dalla burocrazia soffocante. Vanno premiate fiscalmente le imprese che investono in ricerca, innovazione e creano occupazione a tempo indeterminato. Vanno valorizzate le eccellenze italiane dall’agricoltura, alla moda, al turismo, alla cultura, alla green economy;
6 per l’ambiente. Va cambiato l’attuale modello di sviluppo, responsabile dei cambiamenti climatici, del consumo senza limiti delle risorse, di povertà, squilibri e guerre. Va fermato il consumo del territorio, tutelando il paesaggio, archiviando progetti come la TAV in Val di Susa e il Ponte sullo Stretto di Messina. Va impedita la privatizzazione dei beni comuni, a partire dall’acqua. Va valorizzata l’agricoltura di qualità, libera da ogm, va tutelata la biodiversità e difesi i diritti degli animali. Vanno creati posti di lavoro attraverso un piano per il risparmio energetico, lo sviluppo delle rinnovabili, la messa in sicurezza del territorio, per una mobilità sostenibile che liberi l’aria delle città dallo smog;
7 per l’uguaglianza e i diritti sociali. Vogliamo eliminare l’IMU sulla prima casa, estenderla agli immobili commerciali della chiesa e delle fondazioni bancarie, istituire una patrimoniale sulle grandi ricchezze. Vogliamo colpire l’evasione e alleggerire la pressione fiscale nei confronti dei redditi medio-bassi. Vogliamo rafforzare il sistema sanitario pubblico e universale ed un piano per la non-autosufficienza. Vogliamo il diritto alla casa e il recupero del patrimonio edilizio esistente. Vogliamo un tetto massimo per le pensioni d’oro e il cumulo pensionistico. Vogliamo abrogare la controriforma pensionistica della Fornero, eliminando le gravi ingiustizie generate, a partire dalla questione degli “esodati”;
8 per la conoscenza, la cultura, un’informazione libera. Affermiamo il valore universale della scuola, dell’università e della ricerca pubbliche. Vogliamo garantire a tutte e tutti l’accesso ai saperi, perché solo così è possibile essere cittadine e cittadini liberi e consapevoli, recuperando il valore dell’art.3 della Costituzione, rendendo centrali formazione e ricerca. Vogliamo portare l’obbligo scolastico a 18 anni. Vanno ritirate le riforme Gelmini e il blocco degli organici imposto dalle ultime leggi finanziarie. è necessario accantonare definitivamente qualsiasi progetti di privatizzazione del sistema di istruzione e stabilizzare il personale precario. Vogliamo valorizzare il patrimonio culturale, storico e artistico come afferma l’art. 9 della Costituzione. Vogliamo una riforma democratica dell’informazione e del sistema radiotelevisivo che ne spezzi la subordinazione al potere economico-finanziario. Vogliamo una legge sul conflitto di interessi e che i partiti escano dal consiglio di amministrazione della Rai. Vogliamo il libero accesso a Internet, gratuito per le giovani generazioni e la banda larga diffusa in tutto il Paese;
9 per la pace e il disarmo. Va ricondotta la funzione dell’esercito alla lettera e allo spirito dell’articolo 11 della Costituzione a partire dal ritiro delle truppe italiane impegnate in missioni di guerra. Va promossa la cooperazione internazionale e l’Europa deve svolgere un’azione di pace e disarmo in particolare nell’area mediterranea. Va abrogata la riforma Monti delle Forze Armate, vanno tagliate le spese militari a partire dall’acquisto dei cacciabombardieri F35 e di tutti i nuovi armamenti.
10 per una nuova questione morale ed un’altra politica. Vogliamo l’incandidabilità dei condannati e di chi è rinviato a giudizio per reati gravi, finanziari e contro la pubblica amministrazione. Vogliamo eliminare i privilegi della politica, la diaria per i parlamentari, porre un tetto rigido ai compensi dei consiglieri regionali e introdurre per legge il limite di due mandati per parlamentari e consiglieri regionali. Vogliamo una nuova stagione di democrazia e partecipazione.



Nessun commento:

Posta un commento