A proposito di letterine a Babbo Natale e
alla Befana, dopo diverse settimane di silenzio su questo blog, di cui devo ringraziare i gestori di Telecom (che mi hanno provocato un ridicolo problema di connessione, mai capito e mai risolto in oltre un mese e mezzo), mi è piaciuto riunire qui quelle che secondo me sono le tre
lettere più spassose del cinema italiano. Si tratta di tre celeberrime scene
tratte da altrettanto celeberrimi film che vado a presentare in ordine
cronologico. Tanto per inaugurare il nuovo anno facendosi due risate…
La prima lettera è tratta da una scena di Miseria e nobiltà (1954) che vede
protagonista quel simpaticone di Felice Sciosciammocca (Totò), un povero
scrivano di Napoli che cerca disperatamente di sbarcare il lunario con la sua
attività, restandone puntualmente deluso: in questa scena un potenziale cliente
analfabeta rompe le ultime speranze di Felice di poter guadagnare qualche
soldo.
La seconda lettera è quell’immortale capolavoro realizzato dalla coppia Totò e Peppino. Siamo nel film Totò, Peppino e… la malafemmina (1956): i fratelli Capone (Totò e Peppino), due sempliciotti uomini di campagna napoletani, vengono a sapere che il loro nipote Gianni (Teddy Reno), studente a Milano, frequenta «donne di malaffare». Recatisi a Milano essi stessi per salvare il nipote, scrivono una lettera all’amata di quest’ultimo, la bella attrice Marisa Florian (Dorian Gray), che secondo loro lo distoglierebbe dai suoi doveri, per convincerla a lasciarlo: nella lettera spiegano a Marisa le loro ragioni, vomitando una valanga di castronerie e di gag comiche divenute celebri come il cavallo di Troia.
Chiudiamo con qualcosa di più recente. Nel
film Non ci resta che piangere (1985)
i due amici Mario (Massimo Troisi) e Saverio (Roberto Benigni) mentre viaggiano
in macchina si trovano catapultati nel 1492 nella cittadina toscana di
Frittole. Una voltà lì, ricevono ospitalità da tal Vitellozzo (Carlo Monni):
poiché questi sarà incarcerato per motivi politici, i due provano a chiederne
la scarcerazione scrivendo una lettera nientemeno che a Girolamo Savonarola!
Bentornato, blogger sapientone! ;) E che ritorno alla grande! Queste sono veramente tre delle scene più divertenti dell'antologia cinematografica italiana. Una comicità geniale, semplicemente geniale.
RispondiEliminaGrazie, cara! Sai che mi piacciono queste "rassegne" a tema? Mi sa che ne faccio altre: una, ce l'ho già in mente. ^_^
RispondiEliminaAnche a me piacciono! Aspetto con ansia le prossime ;)
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