venerdì 26 agosto 2011

La triste storia di Tao, il cane maltrattato chiuso in un sacchetto e gettato nei rifiuti

     Un noto aforisma recita: «Se vuoi conoscere il grado di civiltà di un popolo, guarda come tratta gli animali». Se questo è vero, allora non è per niente rassicurante il quadro che emerge di certi italiani. La triste vicenda che state per leggere va addirittura oltre l’orribile pratica ormai diffusa dell’abbandono degli animali nei mesi estivi.
     Siamo a Palermo, quartiere di Bonagia, ed è il 17 agosto. Un passante, nei pressi di un cassonetto per strada, ode un debole guaito provenire dai rifiuti. Si ferma e controlla: un sacchetto nero, di quelli in cui si gettano i rifiuti, contiene qualcuno. Allarmati due vigili urbani che erano a pochi metri, il sacco viene aperto, e dentro vi viene ritrovato Tao, un setter da caccia dal pelo bianco, che era stato gettato via assieme all’immondizia.
     Lo stato in cui versava Tao era a dir poco disumano: era denutrito fino alla magrezza scheletrica, debolissimo al punto da non riuscire a reggersi in piedi né a camminare, riusciva a guaire a malapena, era sporco, ferito e pieno di piaghe. Questo cane sarebbe morto di certo se non avesse fatto ricorso alle sue ultime forze per emanare quel guaito proprio nel momento in cui il passante che l’ha trovato passava di lì. Per essere ridotto in questo stato, Tao è stato fatto vivere in condizioni pessime: di certo non era tenuto in casa, perché era pieno di pulci, quindi con molta probabilità veniva tenuto in una stalla, se non addirittura all’aperto; non gli veniva dato da mangiare, perché le sue ossa emergevano dalla sua pelle martoriata dalle ferite. Lo sguardo spento, la debolezza muscolare fanno pensare che questo setter era stato dimenticato da tutti: se fosse stato libero di muoversi, sarebbe potuto scappare per andare in cerca di cibo, ma poiché appariva magrissimo va da sé che non solo non gli si dava da mangiare, ma che era anche tenuto legato. Lasciato così, quindi, a morire di fame, Tao ha perso le forze, non è riuscito più ad alzarsi. Forse lo si è creduto morto e si è deciso di buttarlo via, come un elettrodomestico rotto: il che non è accettabile. Oppure si è deciso di farlo morire asfissiato dentro un sacchetto chiuso per dargli “il colpo di grazia”, tra i rifiuti, in modo da non essere notato da nessuno. E questo è ancora più inaccettabile.
    Quando è stato tirato fuori dai rifiuti, alcuni volontari della LIDA (Lega Italiana per i Diritti dell’Animale) gli hanno prestato i primi soccorsi ed è stato allora che nel sacchetto, assieme al semicadavere, è stato ritrovato un bigliettino. Sopra, con tratti di una grafia infantile, solo due parole: «Ti amo». Forse l’ha scritto il bambino a cui è stato fatto credere che Tao fosse morto prima di buttarlo via. Ma Tao non è morto. È vivo e le sue condizioni stanno lentamente migliorando: è stato preso in cura tempestivamente, è stato lavato, nutrito e gli si stanno facendo numerose analisi, poiché è stato a un passo dal morire.
     Appena la notizia è stata diffusa è subito partita una corsa alla solidarietà sul web: molti cittadini, colpiti (in ogni senso) dalla vicenda, hanno dato il loro contributo economico per permettere ai volontari di prestare a Tao le cure necessarie e le analisi di cui ha estremamente bisogno. Come se non bastasse, una pioggia di proposte di adozione si è precipitata da tutta l’Italia. Ma è presto per trasferire Tao: non è ancora in forze, ha ripreso a camminare di nuovo solo da poco, ma il suo corpo non ha ancora la forza necessaria per renderlo indipendente.

  
     Ora, io in genere mi fermo alla cronaca in questi casi, ma questa volta non voglio astenermi dal dire la mia. Mi rivolgo agli autori di questo gesto: io non vi odio come la maggior parte della gente; non vi auguro di soffrire pene e sofferenze ancora più atroci di quelle che avete fatto subire a Tao; e non voglio nemmeno che veniate arrestati, perché questo non regalerebbe a Tao i giorni che gli avete fatto perdere. Io vorrei solo che voi riusciste a capire. Vorrei che vedeste le implicazioni del vostro gesto, che dentro di voi si delineasse la gravità di quello che avete avuto il coraggio di fare. E vorrei che ve ne pentiste, dopo aver compreso, magari dopo aver pianto.


     E mi rivolgo anche a te, Tao. Devi scusarci, ma noi siamo umani e gli umani sono perfettamente in grado di andare contro natura in un modo così aberrante. Tu non puoi saperlo, non sei come noi, né potresti capirlo, perché non hai gli strumenti psichici per accettare questa logica assurda. Ora però questo non importa: importa che tu sia vivo e che tu ti riprenda. E allora guarisci presto e torna a scodinzolare quanto prima, perché là fuori c’è già una lunga fila di gente che vuole tenerti con sé. Buona fortuna, Tao!

4 commenti:

  1. Povera bestiolina. E hai sentito la notizia che in Italia, ogni anno, scompaiono decine di gatti neri per motivi di superstizione? Superstizione! Ma ti rendi conto cosa ci tocca sentire nel 2011?! Stiamo tornando al medioevo! MALEDETTI!!! Auguro loro sofferenze atroci, di gran lunga più intense di quelle che loro hanno inflitto a questi poveri animali.

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  2. Non sapevo il fatto dei gatti neri! O_O Pure questo fanno?! Oddio, ma sono proprio ingenuo allora!
    La vicenda di questo cane, comunque, mi ha fatto stare MALISSIMO! C'erano delle foto di quando lo tirarono fuori dall'immondizia (foto che ho preferito non pubblicare) dove lo avresti detto morto e putrefatto da giorni, per com'era ridotto! Mi verrebbe da chiedergli scusa! :(

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  3. Ieri invece ho appreso la notizia che in Svizzera è permesso sparare ai gatti randagi. Inutile dire che la raccolta di firme per abolire questa legge di merda non è servita a niente. La Svizzera poi, da tutti decantata quale modello di civiltà. Se questa è civiltà...

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  4. O_O
    Ma... ma allora vale tutto! Allora diciamo pure che DJ Francesco è un grande cantante! O_O

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