Se c’è una cosa che abbiamo imparato dall’attuale crisi finanziaria è che l’economia è piena di paradossi. Può esistere (ed esiste) un modo sbagliato di fare economia, si possono compiere scelte sbagliate riguardo la gestione del denaro e anche delle risorse ambientali. Più che mai questi temi – la gestione del denaro in casa e nei governi e l’uso delle risorse del territorio – sono urgentissimi, perché viviamo in una società in cui ancora non ci si vuole mettere in testa che domani potremmo non avere più ciò che abbiamo oggi.
Passo passo, le politiche mondiali e le mafie stanno togliendo ai popoli la possibilità di accedere alle risorse. Un esempio: la gestione dell’acqua. Un referendum recentissimo in Italia ha stabilito che questa risorsa dev’essere gestita pubblicamente e invece nella quasi totalità dei comuni della nostra penisola questa è ancora un’utopia e sono i privati ad avere le redini di questo mercato, coi prezzi che vogliono loro. Altro esempio, su scala quotidiana questa volta: molti di noi non sono capaci di gestire le risorse di casa propria e spendono un sacco di soldi in bollette perché non hanno un culto, un’educazione “economica”, nella sua accezione più pura. La parola economia viene infatti dalle parole greche òikos, che è la casa, e nòmos, che è la legge, l’amministrazione. Quindi economia significa “gestione delle cose domestiche”.
Ebbene, esiste in Italia una rivista molto competente che si occupa dei paradossi, dei problemi e anche delle iniziative dell’economia, nella sua accezione più ampia e completa. Questa rivista si pone contro l’economia dominante, fatta di speculazioni finanziarie e di sprechi casalinghi e si propone di fornire al lettore un modello diverso e più pulito di gestione delle risorse, che permetta di risparmiare sulle bollette, ma anche di avere un territorio più pulito o semplicemente di informare i cittadini sulle decisioni prese dalla grande politica (nazionale e mondiale) riguardo questioni economiche rilevanti. Il suo nome è, ovviamente, Altreconomia.
Come specificato nel suo manifesto, gli obiettivi che Altreconomia si propone sono molti: essa vuole fornire ai lettori informazioni riguardanti le imprese che producono beni che possono potenzialmente danneggiare il mercato (le grandi industrie, le aziende, le multinazionali…), per sapere se e quanto convenga comprarne i prodotti; vuole anche far conoscere ai lettori quegli eventi e quelle campagne di “resistenza” fatte per difendere i diritti dei consumatori, affinché si possa essere tutelati quando si compra; ma soprattutto vuole educarci a consumare in modo sostenibile per far rispettare le nostre persone e la terra in cui viviamo. Altreconomia è portatrice di un modello di economia sano e pulito che è importantissimo conoscere e applicare nella vita di tutti i giorni e da cui abbiamo solo da guadagnare.
La rivista fornisce inoltre anche delle mini guide, dei manualetti tascabili a costo molto basso (3 euro, 4 euro...) dedicati a problemi e tematiche ricorrenti, come per esempio Guida alla spesa responsabile, oppure L’energia che ho in mente, o ancora Zero rifiuti… Esse sono acquistabili dal sito e per i soci esiste anche uno sconto.
I nobili intenti di Altreconomia non sono la sola cosa che la contraddistingue nel panorama del giornalismo e dell’informazione impegnata. Questa rivista infatti non riceve alcun sovvenzionamento statale né da parte di privati, nemmeno da quegli sponsor che darebbero molti soldi ma hanno politiche contrarie al manifesto che Altreconomia si pone. Ecco perché Altreconomia vive esclusivamente grazie ai suoi lettori. È quindi molto vantaggioso abbonarsi e farsi arrivare direttamente a casa a casa i numeri di questa agevole e utilissima raccolta di articoli ogni mese.
Abbonarsi ad Altreconomia è una cosa facilissima e costa veramente poco. Pensate: un abbonamento annuale costa solo 38 euro (comprese le spese di spedizione!). Basta cliccare su questa pagina per sapere come fare. Per chi vuole o può pagare solo in contanti, esiste la possibilità di pagare con conto corrente bancario o comodamente in posta tramite conto corrente postale intestato a
Altra Economia Soc. Coop.
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... e il gioco è fatto!
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Se questa rivista dovesse scomparire andrebbe persa una grande risorsa per i cittadini. Leggendola, invece, permetteremmo a un importante servizio di continuare a svolgere la sua funzione educatrice e informatrice.