Mi piace chiudere il 2013 con un pensiero di Danilo Dolci, uno di quei pochi artisti che hanno unito alla loro contemplazione “teorica” anche l’azione concreta, impegnandosi in prima persona nelle attività da lui descritte. Famoso attivista e propagatore della non-violenza, sensibile ai temi della malavita organizzata, Dolci ha lasciato un bellissimo retaggio nella sua concezione dell’insegnamento e dell’educazione. Propongo qui dei versi in cui esemplifica questa concezione, poiché li annovero tra le cose di cui la nostra cultura ha più bisogno per depurarsi dalle contraddizioni e dalle resistenze interne al miglioramento che caratterizzano di più il modo di pensare “all’italiana”.
guidando gli altri come cavalli
passo per passo:
forse c’è chi si sente soddisfatto
così guidato.
C’è chi insegna lodando
quanto trova di buono e divertendo:
c’è pure chi si sente soddisfatto
essendo incoraggiato.
C’è pure chi educa, senza nascondere
l’assurdo ch’è nel mondo, aperto ad ogni
sviluppo ma cercando
d’essere franco all'altro come a sé,
sognando gli altri come ora non sono:
ciascuno cresce solo se sognato.
Danilo Dolci, Ciascuno cresce solo se sognato
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