Sette anni di condanna, di cui 6 anni e 4 mesi per il reato di concussione, 8 mesi per la prostituzione minorile. Questa fu la pena attribuita a Silvio Berlusconi quando il 24 giugno scorso il collegio giudicante apriva una frattura profonda nel record di processi bloccati che Berlusconi aveva vantato fino a quel momento. Da allora la paura è cresciuta sempre più e sempre più si sono succedute complicazioni giudiziarie per uno dei maggiori pregiudicati della storia del nostro paese.
I giudici di primo grado hanno reso note da poche ore le motivazioni della sentenza elencando le prove che fanno di Berlusconi un uomo che ha violato la legge.
Sproporzioni di condotta
Innanzitutto sono da tenere a mente alcune sproporzioni comportamentali che non si riescono in alcun modo a giustificare se non con l’esistenza dei reati ascritti e che Berlusconi ha tenuto nel corso della vicenda. I giudici, in particolare, sottolineano l’eccessivo stato di allerta che quella famosa notte portò Berlusconi a fare la telefonata in Questura a Milano (reato di concussione) perché facesse rilasciare Ruby, una reazione che non si addice assolutamente a un Presidente del Consiglio dei Ministri (per lo più nell’esercizio delle sue funzioni) per una semplice ragazzina di 17 anni beccata a rubare; in secondo luogo, ancora più evidenti sono le troppo ingenti somme di denaro e regalie che Berlusconi versava e ha continuato a versare alla ragazze che partecipavano alle sue feste private ad Arcore: questi “doni” consistevano in denaro contante, gioielli, automobili, pagamento di canoni di locazione, appartamenti in via Olgettina dove le ragazze vivevano e perfino contratti di lavoro in Mediaset (per quelli che credessero a Berlusconi quando, a proposito della condanna per frode fiscale, dichiarò che non si occupava più di Mediaset da anni). Alla stessa Ruby furono corrisposti ben 57000 euro, per l’apertura di un centro estetico (mai aperto ovviamente).
Berlusconi ha effettuato un vero e proprio inquinamento probatorio
Con queste considerazioni i magistrati hanno rilevato le prove di un consistente inquinamento delle prove che doveva servire a sviare le indagini e ad ostacolare l’emergere della verità. In quest’ottica si aprirebbe un nuovo capo di imputazione, quindi, che porta a una nuova inchiesta, la quale a sua volta potrebbe sfociare in un nuovo processo, il Ruby-ter. Rischiosa anche la posizione dei legali di Berlusconi, Niccolò Ghedini, «la radice di tutti i mali di Berlusconi», come l’ha definito l’ex senatore De Gregorio, e Pietro Longo, perché potrebbero aver consigliato a Berlusconi di pagare le ragazze perché mentissero ai processi.
Le prove: Berlusconi ha davvero fatto sesso con Ruby

Berlusconi sapeva che Ruby fosse minorenne
Questo per quanto riguarda il reato nei suoi caratteri generali. C’è poi la questione dell’età di Ruby. La ragazza era infatti minorenne all’epoca dei fatti (da cui il reato di prostituzione minorile) e Berlusconi ha sempre dichiarato di non essere mai stato a conoscenza di questo particolare. Purtroppo per lui anche qui le prove sono più di una e abbastanza chiare: in primo luogo, quando Berlusconi telefonò in Questura per chiedere il rilascio della ragazza, ne chiese l’affido, e l’affido è riservato esclusivamente ai soggetti minorenni; c’è inoltre la testimonianza della stessa Ruby che aveva fatto sapere a Berlusconi che non aveva la maggiore età per comparire sul contratto di locazione dell’appartamento che egli le mise a disposizione; infine figura il fatto che tutti, comprese le altre ragazze, Emilio Fede e Lele Mora, conoscevano l’età della ragazza e appare molto improbabile che in un clima così coeso e in un sistema di prostituzione così chiuso la notizia non fosse arrivata anche a Berlusconi.
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La paura di perdere tutto è forte: con l’imminenza del voto sulla decadenza, Berlusconi rischia di essere arrestato. Quando sarà decaduto perderà i benefici che il suo status di senatore gli garantisce e la cosa lo preoccupa enormemente. La possibilità della grazia (chiesta e richiesta più volte) è esclusa, né è possibile rinviare la seduta della settimana prossima. Il tempo stringe, il mito decade, la parabola antidemocratica compie il suo decorso. Forse una zavorra in meno sta per gravare sulle sorti di questo bellissimo e disgraziato paese.
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