Un epilogo da soap opera: da una parte c’è il leader storico, che si finge agguerrito ancora più di prima, dall’altro il figlio “ingrato”, che avrebbe tradito alle spalle il suo mentore. Si beccano nelle dichiarazioni pubbliche, ma si promettono rispetto, si odiano, ma dicono di voler collaborare. Sono le due entità del centrodestra italiano che ci ritroviamo da poche ore, dopo la decisione di Angelino Alfano di costituire gruppi autonomi per non aderire agli “estremismi” della nuova Forza Italia, nome riciclato dalla pattumiera dell’umido della storia con cui Berlusconi vuole identificarsi ai suoi elettori.


C’era puzza di vecchio in quella sala. Vecchio e stantio, cose risentite e ripresentate trasformisticamente agli italiani, come un cibo prima vomitato e poi reingerito con l’illusione di variare la dieta. Non mancava proprio niente a quel congresso: c’era il battesimo di Forza Italia, il divorzio da Alfano, c’erano i soliti figuranti pagati per applaudire e per non lasciare i posti vuoti, c’era il piccolo malore ipoglicemico del leader che a un certo punto ha avuto bisogno del suo medico, i richiami nostalgici del ’94, i giornalisti indipendenti che tessono lodi apologetiche, ci sono gli arrivisti e i leccapiedi che scodinzolano all’attrattiva di un nuovo posto nella neonata FI, senza dimenticare l’Esercito di Silvio che aspettava il proprio idolo dopo il discorso ma che se l’è visto scappare via senza fermarsi.
Peccato per Berlusconi, perché, guarda caso, proprio nei giorni in cui Alfano si è separato, aveva intenzione – questa volta sul serio, eh – di far cadere il governo. «Ma ora non abbiamo più i numeri», confessa rammaricato Berlusconi. Ha giocato per mesi a fare il bello e il cattivo tempo, ha ricattato decine di volte l’esecutivo e proprio quando stava per mantenersi coerente a se stesso ecco che gli vanno a rompere le uova nel paniere! Che guastafeste!
Che grigiore emana ormai quest’uomo! Fino a dove si può trascinare certe cose! Assistiamo ai tentativi letteralmente patetici di un pazzo innamorato del suo stesso mito che, tutto infervorato dai finti applausi di sostenitori che perseguono solo i propri interessi personali e gli fingono fedeltà, continua ostinatamente a forzare gli eventi del suo destino ignorando completamente i fatti. Ignorando che il suo tempo è tramontato, che è ora di andarsene.
Berlusconi continua a comportarsi come un paziente con problemi cognitivi perché pare ignorare tutto ciò che non gli piaccia. Lo elimina dalla memoria, lo cancella dalla propria attenzione e si comporta come se non fosse mai esistito: l’hanno condannato? E lui fonda di nuovo un partito. Vuole proporre una nuova offerta politica? E la chiama col nome vecchio. Gli hanno negato la grazia molte settimane fa? E lui continua a dire che Napolitano gliela deve. Aveva detto che avrebbe sostenuto il governo a tutti i costi? E ora dice di aver sempre voluto la crisi di governo. Ha votato una legge che esclude i condannati dal parlamento? E ora dice che quella legge non va bene.
La forma più infima di decadenza, una schizofrenia del pensiero politico, un delirio che non si regge in piedi, che non si degna nemmeno più di indossare i panni nuovi restando vecchio, ma che resta vecchio con panni vecchi ma pretende che lo si riconosca come novità! Non ci sono davvero parole per qualificare una condotta così greve. Quando impareranno gli italiani a ignorare queste cose?
E' tutta una finzione, come nelle baruffe chiozzotte...
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