domenica 20 ottobre 2013

Processo Mediaset: Berlusconi fuori, 2 anni di interdizione

     Era il primo giorno di agosto quando la sentenza definitiva della Suprema Corte di Cassazione si pronunciava sul caso Mediaset che ha visto imputato Silvio Berlusconi per un grave reato di frode fiscale ai danni dello Stato. In quell’occasione il collegio, presieduto da Antonio Esposito, aveva confermato la pena carceraria di 4 anni all’imputato, ma aveva rimesso al Tribunale di Milano (Corte d’Appello) il riconteggio degli anni di interdizione dai pubblici uffici, che rappresentano la pena accessoria: con l’interdizione Berlusconi decadrebbe da senatore e perderebbe molti privilegi, primo fra tutti la possibilità di essere capo del suo partito.
I legali di Berlusconi, Roberto Borgogni (a sinistra)
e Niccolò Ghedini, durante la lettura della sentenza di
Arturo Soprano.
     Da allora di tutto hanno cercato di fare per impedire al processo di chiudersi: chiedere la grazia, chiedere l’indulto, chiedere l’appoggio del Pd, modificare la legge Severino (la legge in virtù della quale Berlusconi deve decadere), sono stati aggrediti i giudici, fatte manifestazioni contro le istituzioni e si vaneggiato perfino di andare dinanzi la Corte dei Diritti Umani di Strasburgo. Ma il 19 ottobre, almeno dal punto di vista formale, Berlusconi è un condannato definitivo in tutto e per tutto, con una sentenza completa in ogni sua parte.
     Per il suo reato rischiava di beccarsi da 1 a 3 anni di interdizione, mentre nel processo d’Appello ne erano stati chiesti 5. Il collegio giudicante, presieduto da Antonio Soprano, ha deciso per 2 anni e il criterio è stato di applicare i due terzi della massima pena accessoria, com’è stato fatto per la pena principale. A nulla sono valsi i piagnistei di Ghedini di andarci giù piano con questo vecchietto innocente fino a ieri: per il legale principe del Cavaliere, infatti, la corte avrebbe dovuto essere più clemente perché Berlusconi è anziano ed è incensurato. Ma ormai il dado è tratto. E per Berlusconi è una bomba scoppiatagli sotto la sedia.

     Vediamo ora di orientarci con quello che accadrà:
  • La Corte deve depositare entro 15 giorni le motivazioni della sentenza emanata a Palazzo Madama a Roma. Teniamo quindi d’occhio i primi di novembre.
  • A quel punto le strade per Berlusconi sono diverse: Ghedini ha annunciato, senza consultarsi con nessuno, che si ricorrerà in Cassazione contro l’attribuzione di questa pena accessoria per provare a farla diminuire. Questo significherebbe continuare la battaglia, ma non è detto che la Corte accolga questo ricorso. In effetti le motivazioni sono debolucce… Nel malaugurato caso in cui invece la Corte dovesse accogliere il ricorso, la cosa non si chiuderebbe prima della fine del 2013.
  • Dopo la trasmissione delle motivazioni della sentenza la Giunta per le Immunità del Senato deve votare la “presa visione” del provvedimento: solo dopo questo passo “burocratico” Berlusconi verrebbe messo alla porta del Parlamento. Ma in Giunta ci sono una pluralità di orientamenti e, con il voto segreto, potrebbe succedere di tutto. Ecco perché i 5 Stelle hanno “rallentato” i lavori per chiedere di applicare il voto palese, ma Grasso, presidente del Senato, ha fatto qualche storia. Dario Stefàno, presidente della Giunta, fa notare che, secondo la legge Severino, la camera a cui l’imputato appartiene (il Senato, in questo caso) deve decidere «immediatamente», e pare proprio che la lettera della norma non sia stata rispettata, guardando i tempi.
  • Se la questione sul voto segreto VS voto palese in Giunta sarà risolta per la fine di ottobre (il 29), allora si potrà procedere con la votazione della decadenza ai primi di novembre; in caso contrario si può arrivare anche ai primi di dicembre. In verità è molto più probabile che il voto resti segreto, perché ci sono 20 senatori (il quorum necessario) pronti a chiederlo.
  • Se la Corte dei Diritti dell’Uomo dovesse accogliere il ricorso che i legali di Berlusconi hanno presentato, potrebbero volerci altri mesi per risolvere il contenzioso e questo costringerebbe le sentenze emanate in Italia a perdere valore fin quando la Corte europea non si sarà pronunciata. In tutti questi mesi Berlusconi resterebbe, di fatto, senatore e questo gli consentirebbe di continuare ad agire e fare le sue pressioni per riformare la legge secondo i suoi interessi, come già è stato fatto.


Silvio Berlusconi, interdetto a 2 anni.
     La cosa buffa è che con questa questione le due anime del Pdl – ovvero gli “alfaniani” o progressisti, che vorrebbero riformare il Pdl, e i conservatori, più fedeli al vecchio leader – si sono un po’ ricompattate e hanno cominciato a fare fronte comune. Poco male, non esattamente il primo dei problemi. Ciò che preme è piuttosto alleggerire assolutamente questo governaccio delle larghe intese dalla zavorra Berlusconi che, con i suoi problemi personali, riesce a spostare ogni volta il peso delle azioni politiche, già non felicissime per il nostro paese, a favore di abusi legislativi e perdita di diritti per i cittadini.
     Gente come Brunetta, Gelmini, Carfagna, Santanché gridano allo scandalo e, con le solite motivazioni infondate e irrazionali, pretendono di indignare gli italiani solo perché il loro leader è stato condannato, a loro dire, ingiustamente: dicono che è un precedente imperdonabile perché in questo modo saremmo tutti esposti allo stesso tipo di pericolo. E non citano però quanti criminali sono stati agevolati dalle leggi che Berlusconi si è fatto fare per sfuggire a molti processi e quanti crimini che una volta erano reato ora non lo sono più grazie a lui (esempio: il falso in bilancio).
     Poi ci sono gli schiavi mediatici, come il TG5, che tentano di dirottare l’opinione pubblica a favore del “martire” di Arcore, titolando servizi come «Ritmi da corrida», riferendosi alla Corte d’Appello che ha riconteggiato troppo in fretta l’interdizione. Perché secondo il TG5 dovrebbero occorrere molto più di due ore per decidere un numero da 1 a 3: se ci metti meno tempo, sei superficiale e affrettato.

     Così stanno le cose: le variabili sono tante e, anche se l’equazione sta per essere risolta, il pericolo maggiore è che a Berlusconi venga concesso ancora tempo. Ed è incredibile cosa uno come lui riesca a fare col tempo. In appena vent’anni ha rincretinito un intero paese!

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