Quando un paese versa nel più nero crack
finanziario, al punto che non è più in grado di gestire da solo la propria
economia e deve chiedere aiuto a fondi internazionali; quando un paese ha come
guida una classe politica che cede alla follia della Troika che ha ordinato,
tanto per dirne una, al popolo greco lavorare più di otto ore al giorno e
rinunciare al sabato festivo; quando un paese ha un premier che approva l’ennesimo
taglio di ben 40 miliardi di euro invece di spendere due minuti a pensare di
riaccendere i nuclei lavorativi per rilanciare l’economia… quando in un paese
accade questo e 10000 persone si riversano in strana in un vero e proprio
poderoso fiume umano, per accerchiare il Parlamento e chiedere le dimissioni
del governo per riorganizzare il paese da zero, voi come lo giudichereste?
Non
ha alcuna importanza come il vostro buon senso guarderebbe a questa forma di
espressione e di protesta, perché la risposta delle forze dell’ordine è stata
una sola: repressione nel sangue!
Il paese è ovviamente la Spagna. Siamo a Madrid, la politica
di austerity del governo Rajoy ha
esagerato e gli spagnoli non ce la fanno più. Vedersi togliere diritti e
serenità economica solo perché alla classe dirigente costa troppo la strada
della rinascita per il popolo ha scatenato nei cosiddetti indignados la voglia di andare a dire BASTA! da vicino. La
richiesta: dimissioni del governo per eleggere nuovi rappresentanti. E ieri, 25
settembre 2012, quella folla enorme si è avvicinata al Parlamento e in principio la manifestazione è rimasta pacifica, ma poi, al momento di scavalcare un cordone delle forze dell’ordine, lo
scontro è stato inevitabile… Non voglio commentare,
perché le immagini parlano da sole e ben descrivono la vergogna con cui uno dei
più chiari esempi di democrazia (un popolo che vuole riprendersi di persona ciò
che i suoi rappresentanti gli tolgono) venga letteralmente fatta annegare nel
sangue di chi protesta. Bilancio della giornata: 64 feriti e 38 arresti.
Degni di
nota il poliziotto che a un certo punto si toglie il casco e si unisce alla
protesta gridando «Por mis hijos!» («Per i miei figli!») e il cameriere della Cafeteria Prado che col suo
corpo ha fatto scudo all’ingresso dei poliziotti nel suo locale, dove ha fatto
rifugiare alcuni manifestanti inseguiti. Oggi alle 19 è prevista un’altra manifestazione,
sperando che non accada quanto è successo ieri…
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