venerdì 14 settembre 2012

Risparmio dell’acqua fai-da-te: guida all’uso intelligente delle risorse idriche in casa


     In un momento come questo, in cui la crisi non era abbastanza e ci siamo ritrovati una squadra di tecnici al governo la cui priorità ogni giorno è cercare un modo per toglierci soldi e diritti senza farcelo sapere, è sempre più urgente e sempre più importante autoeducarsi a un uso sempre più razionale delle risorse che abbiamo. Chi porta avanti una famiglia, o comunque una casa da solo, sa bene che le tasse schiacciano sempre più pesantemente la serenità economica e quindi per il momento l’unica alternativa possibile appare risparmiare.
     In sé la cosa non è neanche un male in tutto e per tutto: infatti, facendo propri alcuni semplici principi e accorgimenti, è possibile imparare a utilizzare i mezzi che abbiamo in maniera civile e intelligente, il che è utile sempre, a prescindere dalla crisi economica.
     In questo articolo voglio concentrarmi sul bene più importante di tutti: l’acqua. Proprio pochi mesi fa in Italia un referendum, non ancora completamente rispettato, ha stabilito che la gestione dell’acqua nel nostro paese dev’essere pubblica e che essa non è un bene commerciabile. Ciò che non tutti sanno è che l’acqua è anche un bene esauribile. Ci sono zone del pianeta in cui l’acqua addirittura non c’è mai, o c’è solo per pochissimi giorni all’anno, o ancora c’è sempre ma è inutilizzabile.
     Un cittadino intelligente può imparare a utilizzare questo bene in modo razionale, evitando di sprecarne una grande quantità inutilmente e sgonfiando un pochettino la bolletta, il che di questi tempi non fa mai male. Qui ho raccolto una serie di regolette casalinghe da seguire ogni giorno e che possono essere utili a tal fine. Si tratta solo di aggiustare le nostre sbagliatissime abitudini quotidiane con uno sforzo davvero piccolo: se non siamo così stupidi, egoisti e pigri da voler rinunciare almeno a provare, ci ritroveremo qualche soldino in più in tasca.
     Veniamo a noi. Il consumo dell’acqua in una casa normalmente riguarda i seguenti ambiti, su ci cui concentreremo di volta in volta:
-  l’igiene personale (bagno);
-  l’alimentazione e il lavaggio delle stoviglie (cucina);
-  la cura del giardino (balconi, terrazze o giardini veri e propri).


Lo sciacquone intelligente

     Partiamo con lo sciacquone. L’uso del WC da solo rappresenta in media ben il 30% del consumo idrico di una casa. Esso consuma una media di 10 litri d’acqua a ogni utilizzo! Ora, nessuno pretende che non si usi lo sciacquone, ci mancherebbe, ma è pur vero che 10 litri sono una quantità eccessiva per scaricare i bisogni fisiologici, a meno che, certo, uno non soffra di diarrea cronica 365 giorni all’anno.
     Per permettere allo sciacquone di espellere meno acqua si può usare un semplice espediente: prendete una bottiglia di plastica da un litro o un litro e mezzo, togliete l’etichetta (altrimenti si scolla e finisce nel tubo di scarico), bagnando precedentemente la bottiglia e lasciando che l’etichetta perda la sua capacita adesiva, poi riempite la bottiglia con acqua o altro materiale che la faccia affondare e chiudetela bene col tappo; ponete la bottiglia nella cassetta dello sciacquone e in questo modo esso scaricherà meno acqua. Se volete, potete usare anche un sasso o un mattoncino, oppure (molto meglio) dei sacchetti di plastica riempiti di acqua (che siano sufficientemente resistenti): dipende da cosa avete a disposizione o dalla capacità idrica del vostro sciacquone (non tutte le vasche di sciacquone hanno la stessa quantità d’acqua).
     Il concetto è che il corpo non galleggiante deve “ingannare” la vaschetta, ovvero occupare con il suo volume il volume dell’acqua che volete risparmiare: poniamo per esempio che la vostra vasca dello sciacquone si carichi con 10 litri di acqua e che, quindi, scarichi 10 litri ogni volta. Ebbene, se voi inserite una bottiglia di 2 litri nella vaschetta, allora saranno necessari 10 – 2 = 8 litri di acqua per ricaricare la vaschetta (perché 2 litri sono già presenti nella bottiglia e non saranno mai scaricati). Di conseguenza la vaschetta scaricherà 8 litri di acqua ogni volta, risparmiando 2 litri per ogni utilizzo.
     È chiaro che l’oggetto immerso non deve impedire al meccanismo di funzionare, per esempio dovete stare attenti che l’oggetto immerso non ostruisca il foro da cui l’acqua esce (a questo scopo può essere utile legare o fissare l’oggetto a un punto specifico della vasca, in modo che non si muova), quindi, se non ve la sentite di fare quest’operazione da soli, potete chiedere consiglio al vostro idraulico, oppure seguire i tanti video presenti sulla rete e dedicati a questo tipo di operazione, come questo o questo o quest'altro. Ma è comunque un’operazione molto facile.
     Se volete una cosa meno artigianale, potete anche regolare il galleggiante dello sciacquone su una diversa capacità di acqua in modo che esso rilasci meno litri ogni volta.
     Oppure una soluzione più costosa è far installare un sistema con doppio pulsante di scarico: in questi sistemi di ultima generazione esistono due pulsanti, di cui il primo permette alla vasca dello sciacquone di svuotarsi completamente (e può essere usato quindi per lo scarico delle feci), il secondo – generalmente più piccolo – fa svuotare solo una piccola parte della vasca (utilizzabile per lo scarico delle urine, ad esempio).
     Dobbiamo aggiungere che è bene non usare il water come cassonetto della spazzatura, buttando in esso tipi di rifiuti come cenere, carte, cicche, o piccoli oggetti come ovatta o cotton fioc, altrimenti questi andranno a finire nell’impianto di trattamento.


L’uso del rubinetto
     I rubinetti sono usatissimi in bagno: servono a lavare le mani, il volto, i denti, le parti intime, sono usati per riempire la vasca da bagno o per fare la doccia. Per ognuna di queste operazioni servono migliaia di litri di acqua. Come possiamo risparmiare su questo punto? Vediamo…

I miscelatori d’aria
     In linea generale, occorre conoscere un sistema che vale per tutti i rubinetti, indipendentemente dal loro utilizzo: il miscelatore d’aria. È chiamato anche frangigetto o riduttore del flusso dell’acqua. Si tratta di un piccolissimo oggetto molto economico che va montato (anche da voi stessi) sul rubinetto (anche quello della doccia) e che ha il vantaggio di mischiare aria all’acqua. Come mai quest’applicazione fa risparmiare?
     Normalmente quando l’acqua scorre da un rubinetto produce un getto dotato di una certa pressione (più molecole di acqua = più pressione) la quale è responsabile di lavare via i residui di sporco; con il miscelatore d’aria l’acqua passa attraverso una struttura che la “agita”, come una specie di acqua shakerata: l’agitazione dell’acqua significa che anche l’aria si mischia all’acqua (meno molecole di acqua + molecole di aria = più pressione) per cui il getto sarà ugualmente efficace, ma per esso sarà presente meno acqua, poiché assieme ad essa è presente anche l’aria vorticosa. E poiché l’aria è gratis (è una delle poche cose che il governo non ha ancora deciso di tassare) automaticamente risparmiamo fino al 50% dell’acqua da usare, anche se non percepiamo alcuna differenza nel getto.

Quanto aprire il rubinetto
     Entriamo ora nel vivo e cerchiamo di identificare le brutte abitudini relative all’uso del rubinetto che ci fanno consumare molta più acqua di quanta ne serva davvero.
     In primis, molti di noi aprono tutto il rubinetto indipendentemente da come lo stanno usando. I rubinetti hanno infatti un flusso regolabile: a seconda di quanto si gira la manopola o di quanto si alzi la manovella esso avrà il flusso di una certa portata (la portata rappresenta i litri di acqua che passano attraverso il rubinetto ogni secondo). Ora, se ci laviamo il viso o le mani o soprattutto i denti, non dobbiamo per forza usare il rubinetto a piena portata, perché non siamo all’Aquafun di Riccione né dobbiamo spegnere un incendio, per cui possiamo anche far scorrere meno acqua aprendo di meno il rubinetto. E invece in giro è pieno di gente che solo per bagnare lo spazzolino tira giù mezzo litro di acqua. Si tratta obiettivamente di uso sbagliato.

Quando il rubinetto non serve
     Ma andiamo nello specifico ora. Confessate: quanti di voi, mentre si spazzolano i denti o si insaponano le mani o il volto, lasciano il rubinetto aperto? Sono certo che siete tantissimi, o birichini che non siete altro. È un gesto estremamente diffuso ed è una delle abitudini che fa sprecare più acqua in assoluto. Mentre ci insaponiamo le mani o usiamo lo spazzolino, tutta l’acqua che lasciamo correre va via sprecata e non serve letteralmente a niente. Fate il seguente esperimento per avere un’idea di quanta acqua sprecate se fate così: prendete due catini uguali, (o due secchi o due bacinelle), mettetene uno da parte e usatene uno subito, ponendolo sotto al rubinetto del lavandino (se il lavandino è troppo piccolo potete fare questo nella vasca da bagno); aprite il rubinetto e lavatevi i denti, come fate normalmente, senza andare di fretta o essere più lenti; tutta l’acqua che usate, sia quella che serve a bagnare lo spazzolino, sia quella che usate per sciacquare la bocca deve andare in questo contenitore. Alla fine mettete da parte quest’acqua (facendo attenzione che non evapori) e ripetete l’esperimento (anche in un altro momento della giornata) con il secondo catino, questa volta però aprendo il rubinetto solo quando serve e tenendolo chiuso invece mentre vi spazzolate i denti. Dando per scontato che siamo persone pulite, non staremo meno di 2 minuti a compiere questa operazione. Alla fine confrontate il livello di acqua nei due catini: avrete un’idea di quanta acqua in meno consumate. Volendo, potete misurare il quantitativo di acqua risparmiata, moltiplicarlo per il numero di persone della vostra famiglia e poi per il numero di volte al giorno in cui compite queste operazioni: avrete la misura di quanti litri di acqua al giorno risparmiate: parliamo di decine e decine di litri. Divertitevi a fare il calcolo anche su intervalli di un mese o di un anno: arriverete ad alcune migliaia di litri all’anno. Tenere aperto il rubinetto solo quando serve vi permetterà di risparmiare moltissimo.
     Diamo allora una guida precisa.
     Per lavarsi le mani o il volto, le parti intime o per farsi lo shampoo: aprire il rubinetto all’inizio solo per bagnare la parte da lavare, chiudere il rubinetto, insaponare e riaprire il rubinetto solo alla fine per sciacquare.
     Per lavarsi i denti: bagnare lo spazzolino, usarlo col dentifricio e spazzolare per non meno di due minuti tenendo chiuso il rubinetto, riempire un bicchiere dal rubinetto e usare l’acqua del bicchiere per sciacquarsi la bocca.
     Per farsi la barba: non serve sciacquare la lametta sotto l’acqua corrente, non state sterilizzando un bisturi di un chirurgo, bensì è sufficiente riempire il lavandino fino a metà e usare quell’acqua per sciacquare la lametta; se la immergete spesso sarà più facile pulirla e la qualità della vostra rasatura non cambierà minimamente.

L’acqua calda ritardataria
     Avete presente quando volete l’acqua calda, aprite il rubinetto, ma l’acqua calda ci mette un po’ prima di venir fuori? Bene, quell’acqua che sgorga nell’attesa andrebbe persa, per cui, specialmente se siamo in inverno, possiamo raccogliere quella prima acqua in una bacinella (magari da riempire dopo due o tre usi di rubinetto) e usarla al posto di una tirata di sciacquone, oppure per innaffiare le piante, o per lavare i pavimenti…


Doccia o bagno?

     Più volte al giorno, specialmente se abbiamo una vita frenetica, e specialmente in estate, ci laviamo. Per grazia di Dio, lo facciamo più o meno tutti. Ma non tutti abbiamo le stesse strutture nei bagni. C’è chi ha la doccia e chi invece la vasca da bagno. Ebbene, sappiate che la doccia consuma molta meno acqua della vasca da bagno. Solo per mettersi a mollo, infatti occorre riempire la vasca di molti litri, poiché le vasche hanno grande capacità: basti pensare che per un bagno in vasca si consumano mediamente 120 litri di acqua a persona, mentre per una doccia veloce solo 40 litri. Questo significa che con la doccia si risparmia il 66% dell’acqua! A conti fatti, se una persona si fa due docce al giorno e con ogni doccia risparmia circa 80 litri di acqua (120 – 40), allora risparmierà 80 × 2 = 160 litri di acqua al giorno. Se si tratta di una famiglia di, diciamo, 4 persone, il risparmio sale a 160 × 4 = 640 litri di acqua al giorno, che in un anno sono 640 × 365 = 233600 litri! Buttiamoli via!
     Domanda: e chi non ha la doccia come fa? È possibile spendere una sola volta il costo di un rubinetto per doccia e montare delle tende impermeabili (o teli) attorno alla vasca in modo che l’acqua non venga versata sul pavimento. In questo modo trasformeremo la nostra vasca in un’invincibile vasca-doccia! Per amore della pace e per una maggiore tutela del senso estetico, lasciamo scegliere alle mogli o alle compagne la fantasia delle tendine. Eviteremo così anche inutili bagni di sangue!


L’acqua riciclata

     Chi ha detto che si può riciclare solo la carta? Anche l’acqua può essere riutilizzata, ovviamente non per fini alimentari. Ecco come destinare alcuni tipi di acque ad altri scopi:
     L’acqua usata per lavare la frutta e la verdura non va buttata via, ma è utilissima per innaffiare le piante del giardino o del balcone. Se laviamo questi alimenti in una bacinella mettendoli a mollo, per esempio, possiamo usare la bacinella per innaffiare le piantine.
     L’acqua usata per far bollire la pasta è ottima per lavare i piatti: la pasta è infatti composta da amido (un carboidrato), che è uno sgrassante molto indicato! In questo modo risparmiamo anche detersivo, perché ne occorre molto meno.
     L’acqua piovana, che è completamente gratuita, può trovare impiego in molti modi: in generale la si può raccogliere con delle grondaie che convergono in appositi contenitori o installando dei serbatoi sul tetto; possiamo usare l’acqua del cielo per il giardino o per lavare la macchina. Gli antichi romani conoscevano già questa forma di risparmio, loro che sono stati gli inventori del miglior sistema di fogne e acquedotti dell’età antica: essi avevano all’ingresso delle loro case una vaschetta nel pavimento chiamata impluvium, in cui raccoglievano l’acqua piovana che destinavano a diversi usi. Quando si dice la civiltà!


L’acqua potabile

     È sconsigliatissimo, nonché uno spreco ingiustificabile, usare acqua potabile per lavare la macchina, innaffiare i giardini o i campi sportivi! Meglio l’acqua piovana o l’acqua presa dai climatizzatori. L’acqua potabile ha fini alimentari, non possiamo usarla per lucidarci la Panda!
    

Uso dell’acqua negli elettrodomestici

     So che per molti sarà scontato, ma per lavare le stoviglie a mano è meglio usare una bacinella invece che lavarli sotto l’acqua corrente. Come detto sopra, si può usare l’acqua usata per la bollitura della pasta.
     Se si usa una lavastoviglie, occorre usarla a pieno carico: non si mettono in lavastoviglie due piattini e un paio di bicchieri, poiché la lavastoviglie userà lo stesso quantitativo di acqua a prescindere dal carico. Dicasi lo stesso per la lavatrice.
     Molto importante per il consumo dell’acqua di elettrodomestici è la temperatura di lavaggio: lavare a 30° consuma circa la metà dell’acqua di un lavaggio a 90°. Quando si acquista un elettrodomestico che funziona con acqua, basta confrontare il consumo idrico indicato dal costruttore con altri consumi di altri elettrodomestici. In questo modo avremo un risparmio di acqua ogni giorno per anni e anni.
     Per quanto riguarda il lavaggio degli abiti, ricordiamoci che ci sono abiti che possono essere indossati più di una volta. È ovvio che ci cambiamo regolarmente la biancheria, ma dei pantaloni o un maglione possono essere indossati per più di un giorno invece di ficcarli subito in lavatrice. Non siamo tenuti a fare sfoggio del nostro guardaroba ogni giorno, come se stessimo facendo una sfilata.


Attenti alla manutenzione

     Siamo abituati all’idea che dobbiamo chiedere l’intervento di uno specialista solo quando il problema è divenuto talmente vistoso da essere quasi irrecuperabile. Molte volte invece i problemi sono più subdoli perché i loro effetti sono poco visibili. Lo stesso principio vale per il nostro sistema idrico domestico. Impariamo quindi da noi a controllare l’efficienza del nostro impianto attraverso questi facili suggerimenti.
     Controllare le perdite dello sciacquone: anche lo sciacquone può perdere acqua, ma poiché essa è incolore è difficile scorgerne eventuali piccole tracce nel water, dunque molto semplicemente si può versare nella vaschetta dello sciacquone del liquido colorante e osservare se ci sono perdite nel WC: se ci sono allora significa che sulla bolletta vi verrà contata anche quell’acqua persa che non serve a scaricare un bel niente. E badate che parliamo di parecchie litrate!
     Controllare le perdite dei rubinetti: spesso le perdite di goccioline sono per le persone solo fastidiose da sentire durante la notte. Che può mai rappresentare “qualche” gocciolina che cade in termini di spreco? In verità, se pensate di lasciare non curato un rubinetto che perde, dovete tener presente che per un rubinetto che perda una goccia al secondo, si ha una perdita di 13 litri di acqua al giorno, che equivalgono a 400 litri al mese, ovvero 4800 litri in un anno!
     Controllare le perdite del circuito interno: è possibile verificare se esistono perdite interne del circuito idrico (le tubature) chiudendo bene tutti i rubinetti della casa e guardando il contatore dell’acqua; se esso continua a girare anche a rubinetti chiusi, significa che esiste una perdita che va immediatamente segnalata all’idraulico.


Prima di partire…

     Capita di stare fuori casa per lunghi periodi, per esempio per un viaggio di lavoro o una vacanza all’estero. In quel caso bisogna sempre ricordarsi di chiudere il rubinetto centrale dell’acqua. In questo modo si blocca il flusso di tutte le tubature della casa e, nel caso in cui ci fossero perdere, non scorrerebbe neanche una goccia.


     Come vedete questi accorgimenti non richiedono grandi sforzi: non costano fatica fisica, non occorre ricordare alcunché e se si tratta di spendere dei soldi, sono rimedi molto economici che comunque verranno subito ripagati dal risparmio sulla bolletta. L’ostacolo più grosso è cambiare abitudine. Le abitudini sbagliate possono essere davvero difficili da correggere, specialmente quando non si hanno motivazioni. Ma ritengo che per una persona adulta e matura questo non debba essere un problema, tanto più che di motivazioni ne avremmo eccome: risparmio economico, risparmio di risorse, meno inquinamento.
     Del resto non esistono scorciatoie se si vuole fare bene qualcosa. Come dicevano i latini, consuetudo consuetudine vincitur, «La [cattiva] abitudine si vince con la [buona] abitudine».

Nessun commento:

Posta un commento