sabato 24 settembre 2011

La “Golden Hat Foundation”: Kate Winslet contro l’autismo


     Ritorno a parlare di Kate Winslet, ma questa volta non per tesserle elogi, bensì per approfondire una questione molto importante in cui questa attrice è coinvolta e che riguarda una malattia molto grave, l’autismo. Recentemente Kate Winslet ha creato una fondazione nata per educare i bambini autistici, i loro genitori e per formare personale competente per poterli curare. Questa fondazione si chiama Golden Hat Foundation.
    L’autismo, come si sa, è il nome dato a una grande famiglia di disturbi dello sviluppo che hanno in comune l'incapacità di una persona di entrare in contatto con il resto del mondo: i soggetti autistici, pur avendo sentimenti e pensieri, non sono capaci di instaurare forme normali di comunicazione con il prossimo e sono come isolati dal mondo stesso. E, come per la maggior parte dei disturbi neurologici e neuropsicologici, le cause di questa malattia non sono chiare, quindi serve una densa ricerca per poterla curare bene.
     Scopo di questo post è pubblicizzare la fondazione che aiuta questi bambini, dando informazioni utili su come dare il proprio contributo e su come tutto questo è nato.

     Diamo subito le coordinate generali. È possibile trovare le informazioni necessarie sulla Golden Hat Foundation al sito www.goldenhatfoundation.org. Ovviamente il sito è in inglese e, per coloro che sono interessati, vado a spiegare i punti salienti di questa vicenda, cominciata un anno fa.

     Margret Dagmar Ericsdottir è una donna islandese, madre di un bambino affetto da una grave forma di autismo, Keli. Margret, che è produttrice cinematografica, realizza un documentario, di cui è protagonista, diretto dal regista islandese Friðrik Þór Friðriksson (Fridrik Thor Fridriksson) e intitolato A mother’s courage: talking back to autism (conosciuto anche come The sunshine boy), che narra le vicende di una madre che lotta per difendere suo figlio affetto da autismo. Margret vuole fare informazione sul problema e chiede a Kate Winslet, che è un’attrice molto stimata e ha esperienze di doppiaggio, di fare la voce narrante alla versione inglese del documentario. Kate accetta e, come spesso accade, la collaborazione tra le due donne porta Kate a interessarsi sinceramente alla cosa al di là dell’esperienza lavorativa: le due decidono così di fondare la Golden Hat Foundation, che oggi è una realtà in pieno sviluppo e che vuole crescere.


     Il nome della fondazione (Golden Hat, “Cappello d’oro”) prende spunto dal titolo di un’omonima poesia che Keli, il figlio di Margret, è riuscito a comporre nonostante il suo disturbo, assieme ad altri scritti. La poesia in questione recita:

This boy had a golden hat.
The hat was magical. It could talk. 
The boy did not have any voice. He had autism.
 
His hat was always with him.
 
His hat was lost one day.
 
Now he had no way of telling  them his stories. 
His mom and dad became sad. 
They taught him spelling on a letterboard.
 
It was hard.

Questo ragazzo aveva un cappello d’oro.
Il cappello era magico. Poteva parlare.
Il ragazzo non aveva voce. Era autistico.
Il suo cappello era sempre con lui.
Un giorno il suo cappello andò perduto.
Ora non aveva altro modo di dir loro le sue storie.
La sua mamma e il suo papà divennero tristi.
Gli insegnarono a sillabare su una lavagna con le lettere.
Era difficile.

     Il resto è facilmente immaginabile. Dopo l’esperienza del documentario, è subito sorta l’esigenza di far conoscere alla gente la fondazione. E Kate Winslet, che è un volto noto, non solo ne ha parlato, ma ha approfittato della sua recente collaborazione con la casa di cosmetici Lancôme per dare alla vicenda ancora maggior risalto, con una bella iniziativa commerciale che la stessa Lancôme ha incoraggiato e sostenuto. Ma ascoltiamo direttamente le parole dell’interessata, in questo brevissimo stralcio di intervista in cui Kate racconta la vicenda (al video ho allegato una trascrizione, per la quale ringrazio il mio amico Francesco per averci dato un’occhiata, con relativa traduzione).


Trascrizione
     This charity that I have started, this foundation… It all began almost a year ago, when I was asked to do the English language narration for an Icelandic documentary. And the documentary was called “The sunshine boy” and it was made by the mother of a severely autistic… nonverbal autistic child called Keli.
     And so I felt, when I narrated the documentary for Margret, the mother, I felt that I just had to be able to do more and all the time I stayed in touch with her. And she send me a poem that Keli had written… had composed with this new teacher, and it was called “Magic hat”. And so I just thought that so inspired… erm… «What can I do? What can I do?»... So I took this hat, in my head, and I decided that I would get as many well known figures as I could to photograph themselves wearing this hat and put them together in a book along with Keli’s poetry and all of his writings and publish the book and hopefully sell it and raise a lot of money.
     Well, I created the foundation because I realized that I needed to make this official, I needed to set something up to be able to tell people «This is what it is» and to be open to donations as well.
     And the goal is really to – I’m hoping – be able to build more of these schools, to educate more parents and more teachers and to have the backing and support of an enormous highly respected organization like Lancôme with whom I have this great relationship. It just… It means everything. It really does, because it means that, you know, we’re able to reach out and spread the word in ways that unquantifiable to me.
     And what they have amazingly offered to do is to bring out a limited edition, a lipstick, in connection with the publication of the book and some of these prices will go directly towards the foundation, which is just unbelievable. And this is the lipstick!
     They designed a special packaging for it: they will have the symbol of the charity on and it’s just… it’s just so exciting… it’s just so incredibly exciting.

Traduzione
     Questo ente benefico che ho cominciato, questa fondazione… Tutto è iniziato quasi un anno fa, quando mi fu chiesto di fare la narrazione in inglese per un documentario  islandese. E il documentario si chiamava “Il ragazzo solare” e fu realizzato dalla madre di un bimbo con una grave forma di autismo… autismo non verbale chiamato Keli.
     E quindi ho sentito, quando ho narrato il documentario per Margret, la madre, ho sentito che semplicemente dovevo essere capace di fare di più e per tutto il tempo che sono rimasta in contatto con lei. E lei mi ha mandato una poesia che Keli aveva scritto… aveva composto con questo nuovo insegnante, e si chiamava “Cappello magico”. E così ho solo pensato così ispirata… ehm… «Cosa posso fare? Cosa posso fare?»… Allora presi questo cappello, questo sulla mia testa, e decisi che avrei preso quanti più personaggi noti avessi potuto per fotografarli mentre indossavano questo cappello e per metterli insieme in un libro con la poesia di Keli e tutti i suoi scritti e che avrei pubblicato il libro e l’avrei venduto (almeno spero) e che avrei tirato su molto denaro.
     Be’, ho creato la fondazione perché mi sono resa conto che avevo bisogno di rendere questa cosa ufficiale, avevo bisogno di metter su qualcosa che fosse capace di dire alla gente «Le cose stanno così» e che fosse aperta anche alle donazioni.
     E l’obiettivo è davvero – lo spero – quello di costruire un numero maggiore di queste scuole, di educare più genitori e più insegnanti e di avere il sostegno e il supporto di un’enorme organizzazione altamente rispettata come Lancôme con cui ho questo solido rapporto. È una cosa che… Significa tantissimo. Sul serio, perché significa che, sai, siamo capaci di diffondere la parola, portarla avanti in modi che per me sono innumerevoli.
     E quello che meravigliosamente hanno proposto di fare è dare alla luce un’edizione limitata, un rossetto, in allegato alla pubblicazione del libro e una parte di questi guadagni andranno direttamente alla fondazione, il che è semplicemente incredibile. E questo è il rossetto!
     Ci hanno disegnato una confezione speciale: avranno su il simbolo dell’associazione ed è proprio… davvero così eccitante. È davvero così incredibilmente eccitante.


     Tra i volti noti di cui parla Kate ci sono Leonardo DiCaprio, Marion Cotillard, Maryl Streep, Angelina Jolie, Christina Aguilera, Naomi Watts, Jude Law e molti altri. Il lancio del libro è previsto per aprile 2012. La fondazione vuole raccogliere fondi per portare avanti la lotta all’autismo, per cui, donne amanti dei rossetti, ma anche uomini di tutte le età, chiunque fosse interessato a fare una donazione, può farlo sul sito della fondazione linkato sopra.



     Chiudo con un’esclamazione di carattere personale (consentitemela): Kate, sei uno schianto con quel rossetto!!!

1 commento:

  1. Che brutta cosa l'autismo, mamma mia.

    Commento frivolo: bel colore di rossetto (uno di quei rossi che piacciono tanto a me ^^) e bel cappello. Io ne ho uno simile, l'ho comprtato l'anno scorso, però è rosso scuro (quasi bordeaux). Adoro i cappelli!

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