Ritorno a parlare
di Kate Winslet, ma questa volta non per tesserle elogi, bensì per approfondire
una questione molto importante in cui questa attrice è coinvolta e che riguarda
una malattia molto grave, l’autismo. Recentemente Kate Winslet ha creato una
fondazione nata per educare i bambini autistici, i loro genitori e per formare
personale competente per poterli curare. Questa fondazione si chiama Golden
Hat Foundation.
L’autismo, come si sa, è il nome dato a una grande famiglia di disturbi dello sviluppo che
hanno in comune l'incapacità di una persona di entrare in contatto con il resto del mondo: i soggetti autistici, pur avendo sentimenti e pensieri, non sono capaci di instaurare forme normali di comunicazione con il prossimo e sono come isolati dal mondo stesso. E, come
per la maggior parte dei disturbi neurologici e neuropsicologici, le cause di
questa malattia non sono chiare, quindi serve una densa ricerca per poterla
curare bene.
Scopo di questo post è pubblicizzare la fondazione che aiuta questi
bambini, dando informazioni utili su come dare il proprio contributo e su come
tutto questo è nato.
Diamo subito le coordinate generali. È possibile trovare le informazioni
necessarie sulla Golden Hat Foundation
al sito www.goldenhatfoundation.org.
Ovviamente il sito è in inglese e, per coloro che sono interessati, vado a
spiegare i punti salienti di questa vicenda, cominciata un anno fa.
Margret Dagmar
Ericsdottir è una donna islandese, madre di un bambino affetto da una grave forma di autismo, Keli.
Margret, che è produttrice cinematografica, realizza un documentario, di cui è
protagonista, diretto dal regista islandese Friðrik Þór Friðriksson (Fridrik Thor Fridriksson) e intitolato
A
mother’s courage: talking back to autism (conosciuto anche come The
sunshine boy), che narra le vicende di una madre che lotta per
difendere suo figlio affetto da autismo. Margret vuole fare informazione sul
problema e chiede a Kate Winslet, che è un’attrice molto stimata e ha
esperienze di doppiaggio, di fare la voce narrante alla versione inglese del
documentario. Kate accetta e, come spesso accade, la collaborazione tra le due
donne porta Kate a interessarsi sinceramente alla cosa al di là dell’esperienza
lavorativa: le due decidono così di fondare la Golden Hat Foundation, che oggi è una realtà in pieno sviluppo e
che vuole crescere.
Il nome della
fondazione (Golden Hat, “Cappello d’oro”)
prende spunto dal titolo di un’omonima poesia che Keli, il figlio di Margret, è
riuscito a comporre nonostante il suo disturbo, assieme ad altri scritti.
La poesia in questione recita:
This boy
had a golden hat.
The hat
was magical. It could talk.
The boy did not have any voice. He had autism.
His hat was always with him.
His hat was lost one day.
Now he had no way of telling them his stories.
His mom and dad became sad.
They taught him spelling on a letterboard.
It was hard.
The boy did not have any voice. He had autism.
His hat was always with him.
His hat was lost one day.
Now he had no way of telling them his stories.
His mom and dad became sad.
They taught him spelling on a letterboard.
It was hard.
Questo
ragazzo aveva un cappello d’oro.
Il cappello
era magico. Poteva parlare.
Il ragazzo
non aveva voce. Era autistico.
Il suo
cappello era sempre con lui.
Un giorno
il suo cappello andò perduto.
Ora non
aveva altro modo di dir loro le sue storie.
La sua
mamma e il suo papà divennero tristi.
Gli insegnarono
a sillabare su una lavagna con le lettere.
Era difficile.
Il resto è facilmente
immaginabile. Dopo l’esperienza del documentario, è subito sorta l’esigenza di
far conoscere alla gente la fondazione. E Kate Winslet, che è un volto noto,
non solo ne ha parlato, ma ha approfittato della sua recente collaborazione con
la casa di cosmetici Lancôme per dare alla vicenda ancora maggior risalto, con
una bella iniziativa commerciale che la stessa Lancôme ha incoraggiato e
sostenuto. Ma ascoltiamo direttamente le parole dell’interessata, in questo
brevissimo stralcio di intervista in cui Kate racconta la vicenda (al video ho
allegato una trascrizione, per la quale ringrazio il mio amico Francesco per
averci dato un’occhiata, con relativa traduzione).
Trascrizione
This charity that I have started, this foundation… It all began almost a
year ago, when I was asked to do the English language narration for an
Icelandic documentary. And the documentary was called “The sunshine boy” and it was made by the
mother of a severely autistic… nonverbal autistic child called Keli.
And so I felt, when I narrated the
documentary for Margret, the mother, I felt that I just had to be able to do
more and all the time I stayed in touch with her. And she send me a poem that Keli had written… had composed with this new
teacher, and it was called “Magic hat”. And so I just thought that so inspired…
erm… «What can I do? What can I do?»... So I took this hat, in my head, and I
decided that I would get as many well known figures as I could to photograph
themselves wearing this hat and put them together in a book along with Keli’s
poetry and all of his writings and publish the book and hopefully sell it and
raise a lot of money.
Well, I created the foundation because I
realized that I needed to make this official, I needed to set something up to
be able to tell people «This is what it is» and to be open to donations as
well.
And the goal is really to – I’m hoping – be
able to build more of these schools, to educate more parents and more teachers
and to have the backing and support of an enormous highly respected
organization like Lancôme with whom I have this great relationship. It just… It means everything. It really does, because it means that, you know, we’re able to reach out
and spread the word in ways that unquantifiable to me.
And what they have amazingly offered to do is
to bring out a limited edition, a lipstick, in connection with the publication
of the book and some of these prices will go directly towards the foundation,
which is just unbelievable. And this is the
lipstick!
They designed a special packaging for it: they
will have the symbol of the charity on and it’s just… it’s just so exciting…
it’s just so incredibly exciting.
Traduzione
Questo ente benefico che ho cominciato, questa fondazione… Tutto è iniziato
quasi un anno fa, quando mi fu chiesto di fare la narrazione in inglese per un
documentario islandese. E il
documentario si chiamava “Il ragazzo solare” e fu realizzato dalla madre di un
bimbo con una grave forma di autismo… autismo non verbale chiamato Keli.
E quindi ho sentito, quando ho narrato il documentario per Margret, la
madre, ho sentito che semplicemente dovevo essere capace di fare di più e per
tutto il tempo che sono rimasta in contatto con lei. E lei mi ha mandato una
poesia che Keli aveva scritto… aveva composto con questo nuovo insegnante, e si
chiamava “Cappello magico”. E così ho solo pensato così ispirata… ehm… «Cosa
posso fare? Cosa posso fare?»… Allora presi questo cappello, questo sulla mia
testa, e decisi che avrei preso quanti più personaggi noti avessi potuto per
fotografarli mentre indossavano questo cappello e per metterli insieme in un
libro con la poesia di Keli e tutti i suoi scritti e che avrei pubblicato il
libro e l’avrei venduto (almeno spero) e che avrei tirato su molto denaro.
Be’, ho creato la fondazione perché mi sono resa conto che avevo bisogno
di rendere questa cosa ufficiale, avevo bisogno di metter su qualcosa che fosse
capace di dire alla gente «Le cose stanno così» e che fosse aperta anche alle
donazioni.
E l’obiettivo è davvero – lo spero – quello di costruire un numero
maggiore di queste scuole, di educare più genitori e più insegnanti e di avere
il sostegno e il supporto di un’enorme organizzazione altamente rispettata come
Lancôme con cui ho questo solido rapporto. È una cosa che… Significa
tantissimo. Sul serio, perché significa che, sai, siamo capaci di diffondere la
parola, portarla avanti in modi che per me sono innumerevoli.
E quello che meravigliosamente hanno proposto di fare è dare alla luce
un’edizione limitata, un rossetto, in allegato alla pubblicazione del libro e
una parte di questi guadagni andranno direttamente alla fondazione, il che è
semplicemente incredibile. E questo è il rossetto!
Ci hanno disegnato una confezione speciale: avranno su il simbolo
dell’associazione ed è proprio… davvero così eccitante. È davvero così
incredibilmente eccitante.
Tra i volti noti di cui parla Kate ci sono Leonardo DiCaprio, Marion
Cotillard, Maryl Streep, Angelina Jolie, Christina Aguilera, Naomi Watts, Jude
Law e molti altri. Il lancio del libro è previsto per aprile 2012. La fondazione
vuole raccogliere fondi per portare avanti la lotta all’autismo, per cui, donne
amanti dei rossetti, ma anche uomini di tutte le età, chiunque fosse
interessato a fare una donazione, può farlo sul sito della fondazione linkato
sopra.
Che brutta cosa l'autismo, mamma mia.
RispondiEliminaCommento frivolo: bel colore di rossetto (uno di quei rossi che piacciono tanto a me ^^) e bel cappello. Io ne ho uno simile, l'ho comprtato l'anno scorso, però è rosso scuro (quasi bordeaux). Adoro i cappelli!