Tutti, anche i sassi, conoscono gli scavi
di Pompei: sono il sito archeologico dell’epoca romana più famoso e meglio
conservato al mondo. Quest’area, riportata alla luce nel XVIII secolo e mappata
interamente a fine ’800, è il punto di riferimento più importante per gli
archeologi dell’età antica, nonché una grande fonte di pubblicità per il nostro
paese, poiché richiama un numero impressionante di turisti ogni anno (il
Ministero dei Beni Culturali fa sapere che nel 2013 il guadagno ha superato i
20 milioni di euro!). Si tratta di un bene talmente importante che l’UNESCO lo
dichiara patrimonio dell’umanità.
Nel 2010 c’è il crollo della Domus dei Gladiatori,
a marzo 2014 ben tre crolli vengono registrati in meno di 24 ore e a giugno
altri due cedimenti strutturali. La situazione è chiara: Pompei è abbandonata.
Il Grande Progetto Pompei,
presentato da Mario Monti nel 2012, è uno stanziamento di fondi, in parte
italiani in parte europei, per un totale di ben 105 milioni di euro, che si
propone di restaurare, mettere in sicurezza e valorizzare il sito.
Naturalmente, però, in casi simili c’è il rischio che i fondi stanziati vengano
dirottati dalla corruzione e dalla malavita organizzata, che inevitabilmente
prova ad insinuarsi nelle gare d’appalto. Nelle intenzioni iniziali, doveva
esistere un protocollo che sorvegliasse la trasparenza delle operazioni e che
controllasse gli episodi di corruzione: per questo, a sorveglianza dell’operazione
è stato posto il Generale dei Carabinieri Giovanni Nistri, che in questo
periodo ha steso una relazione in cui denuncia i pericoli di infiltrazione
malavitosa e di corruzione. Già a febbraio 2013, infatti, la
Guardia di Finanza denuncia alcuni soggetti coinvolti nelle operazioni per corruzione,
abuso d’ufficio, frode e truffa.
Riparte il Futuro, da
sempre attivo in questi casi, ha lanciato una petizione, che chiediamo di
firmare gratuitamente, con cui si chiede alla Camera un’audizione del generale
Nistri affinché la sua relazione sia resa nota. Ricordiamo infatti che il
generale ha anche proposto una procedura per ampliare la partecipazione dell’opinione
pubblica alla questione e rendere noti tutti i passaggi delle procedure,
improntando la cosa alla massima trasparenza possibile. Quando la gente
partecipa, infatti, è molto più difficile che si verifichino episodi di
corruzione.
Firmiamo dunque, e facciamo firmare,
questa necessaria petizione, permettiamo a Pompei di rialzarsi in tutto il suo
splendore, perché è perfettamente possibile! Ci sono 105 milioni di euro già
pronti!
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