Ci sono fior fior di indizi: ci sono le
intercettazioni telefoniche dove si sentivano le Olgettine e la Minetti che
organizzavano le serate a suon di spogliarelli; ci sono le intercettazioni
della stessa Ruby che praticamente confessa di frequentare il sistema di
Arcore; ci sono le testimonianze di
alcune delle stesse ragazze che avevano assistito al bunga bunga; ci sono le
nuove ipotesi di reato del processo Ruby ter, in cui dovrà emergere come
Berlusconi abbia pagato (anche dopo l’inizio del processo) ingenti somme alle
escort sottoforma di denaro e beni mobili e immobili affinché mentissero sulle
serate di Arcore; ci sono le imbarazzantissime deposizioni in aula della stessa
Ruby e dei poliziotti della Questura di Milano che rispondono alle domande dei
giudici a ritmo di «Non ricordo»… Gli ingredienti c’erano tutti per dire all’opinione
pubblica che Silvio Berlusconi avesse commesso i reati contestatigli al
processo Ruby, ossia concussione e prostituzione minorile.
Ma due giorni fa esce sui giornali la notizia
che la Corte d’Appello di Milano, seconda sezione penale, giudici Enrico Tranfa
(presidente), Ketty LoCurto e Alberto Piccirelli, ha ribaltato la sentenza di
condanna in primo grado (sette anni di carcere) e ha assolto Berlusconi da
tutti i capi di accusa.
L’oggetto del processo Ruby
Andiamo con ordine: ricordate l’oggetto del processo? Berlusconi avrebbe
organizzato ad Arcore delle serate con escort, alcune minorenni, con cui
intratteneva gli ospiti (tra cui Lele Mora ed Emilio Fede, attivi frequentatori
della villa, anch’essi poi indagati); la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010
Ruby, una delle escort, allora minorenne, viene fermata dalla Questura di Milano
per un reato di furto: Berlusconi, allora premier, viene a sapere della sua
cattura mentre è a Parigi e, temendo che la ragazza possa rivelare il giro di
prostituzione alla Questura durante un interrogatorio, telefona al capo di
gabinetto Pietro Ostuni per indurlo a rilasciare Ruby immediatamente. La scusa
usata era che Ruby fosse la nipote dell’allora presidente egiziano Mubarak e
che la sua cattura avrebbe potuto scatenare un incidente internazionale. Ostuni
la rilascia, affidandola a Nicole Minetti, che secondo le accuse procurava le ragazze a
Berlusconi assieme a Lele Mora e che, appena uscita dalla Questura, la appioppa
a Michelle Conceicao, una prostituta. Si dirà poi che Berlusconi ha voluto “tutelare”
Ruby sottraendola alla Questura per evitare l’incidente diplomatico, ma non è
mai stato spiegato come questo possa essere fatto usando una prostituta. Le
accuse sono quindi di concussione (per aver indotto un funzionario pubblico,
Ostuni, a fare una cosa che non poteva fare), e di prostituzione minorile.
La prostituzione ad Arcore è davvero avvenuta
Ora, partiamo col dire la cosa più importante di tutte e lo diciamo per
i meno informati (quelli che seguono il tg5, per esempio): nonostante sia
arrivata una sentenza di assoluzione, il giro di prostituzione ad Arcore è
realmente avvenuto. È un fatto provato e dimostrato da tempo che questo giro è
esistito e sono state provate anche le sue modalità. Berlusconi ha sempre
affermato alla stampa e ai suoi elettori che nella sua villa non si sono mai
svolti spogliarelli, spettacoli sexy o serate all'insegna di sesso a pagamento,
bensì solo “cene eleganti”. Viene invece fuori che il giro di prostituzione ad
Arcore esisteva eccome: esso è un fatto provato, anche per quanto riguarda la prostituzione
di minorenni. Esistono prove inconfutabili che le Olgettine, Ruby compresa,
avevano rapporti sessuali in cambio di denaro. Vogliamo spiegare come mai nonostante indizi tanto espliciti si sia
giunti a una sentenza di assoluzione, dopo che in primo grado era arrivata la
condanna.
Perché è caduta la prostituzione minorile?
Per quanto riguarda il reato di prostituzione minorile, esso secondo la
Corte d’Appello «non costituisce reato» (non dice che non sussiste). Questo perché
la difesa legale di Berlusconi è riuscita a provare, attenzione, non che Berlusconi non abbia avuto
rapporti di prostituzione con Ruby (il che come detto è provato), ma che
Berlusconi non sapesse che Ruby fosse minorenne. Ecco spiegato perché cade l’accusa
di prostituzione minorile.
Perché è caduta la concussione?
Per il reato di concussione, fermo restando che i giudici renderanno
note entro 90 giorni le motivazioni della sentenza, ecco cosa può essere
successo.
Fino al 2012 è esistito il solo reato di concussione (vecchio articolo
317 del codice penale), che consiste nel portare un funzionario pubblico a fare
qualcosa sotto pressioni in maniera indebita. La concussione poteva avvenire
per costrizione o per induzione: la differenza era poca e in tutti i casi la
persona concussa era considerata vittima del concussore. Ma Berlusconi, aiutato
nel 2012 da Monti, fa varare la legge cosiddetta “anti-corruzione”, ovvero la
legge Severino, la quale prende il reato di Berlusconi (la concussione) e lo disgrega
in due fattispecie: da una parte abbiamo la concussione per costrizione (nuovo
art. 317 c.p.), dall’altra una induzione indebita (art. 319-quater c.p.), reato
meno grave.
Ora, la Procura di Milano avrebbe preferito procedere contestando il
reato di induzione, ma il Tribunale di Milano si è ritrovato a scegliere: se
Berlusconi avesse costretto Ostuni a
far rilasciare Ruby, allora il reato sarebbe stato concussione (per
costrizione) e la Questura di Milano (quindi anche Ostuni) sarebbe stata
vittima; se Berlusconi avesse invece indotto
Ostuni senza costringerlo, allora il suo reato sarebbe stato diverso (induzione
indebita) e soprattutto meno grave, e in tal caso anche la Questura avrebbe
avuto una sua responsabilità perché Ostuni poteva rifiutarsi di obbedire.
Il Tribunale ha scelto la prima strada, ma questa tesi non ha retto in
appello, perché, anche se la telefonata c’è stata e Ruby è stata liberata per
paura di far arrabbiare Mubarak, non è stata provata alcuna costrizione da
parte di Berlusconi. Significa che i legali di Berlusconi sono riusciti a far
passare l’idea che Berlusconi era veramente convinto che Ruby fosse la nipote
di Mubarak e che quindi abbia agito in buona fede con quella telefonata. Verrebbe
da chiedere: e a Berlusconi chi l’ha detta questa cosa? E soprattutto: come
poteva andare a letto con la nipote di Mubarak (fatto provato), se davvero lo
era? Inoltre, come viene in mente a Berlusconi di affidare nientemeno che la
parente di un presidente a una prostituta, subito dopo essere stata liberata? E
ancora, come mai ci sono stati tanti flussi di denaro alle ragazze (Ruby
compresa)?
Lasciamo aperti questi interrogativi e notiamo che la legge (Severino)
dice che, affinché ci sia concussione, la persona concussa (Ostuni) deve aver
ricevuto un vantaggio, un tornaconto, di cui però non si è
provata l'esistenza (anche se appare molto chiaro agli occhi del buon senso che
Ostuni, nell’accondiscendere alle pressioni di Berlusconi, avrebbe evitato di
compromettere la sua carriera e questo sarebbe eccome un vantaggio). Quindi, prima
del 2012 Ostuni sarebbe stato concusso e sarebbe stato vittima di un reato, ma siccome
è cambiata la legge, il fatto che Ostuni non abbia ricevuto alcun vantaggio ha
ora rilevanza, quindi il reato non è di concussione, quindi il fatto contestato
dal Tribunale (la concussione, appunto) «non sussiste». O, come fa notare Marco
Travaglio, non sussiste più.
Come si vede, modificando la legge durante il processo, è stato cambiato
l’insieme dei parametri con cui valutare il caso e questo ha molto
probabilmente condizionato la sentenza.
Piccola nota: non è un caso che la modifica del reato di concussione attraverso
la legge Severino sia avvenuta con le forze congiunte di Pdl e Pd. Essa è
infatti servita anche a Filippo Penati, braccio destro di Bersani.
Lo sbaglio è stato insistere con la tesi della concussione per costrizione, che mal di adattava alla natura dei fatti. Perfino un giornale come Il fatto quotidiano, che berlusconiano
non è, aveva sostenuto l’inadeguatezza della tesi della costrizione,
dichiarando “paradossalmente” che Berlusconi avrebbe dovuto scontare una pena
minore da quella proposta dall'accusa (7 anni), proprio perché alla sua
condotta si adattava meglio la fattispecie dell’induzione indebita che, come
dicevamo poc’anzi, è meno grave e quindi punita meno gravemente.
Dopo la sentenza
La colpevolezza di Berlusconi era da tempo talmente evidente che, quando
è arrivata la notizia della sentenza di assoluzione, i primi a mostrarsi
sorpresi sono stati proprio Berlusconi e i suoi legali Filippo Dinacci e Franco
Coppi (indagato nel processo Ruby ter) che si lascia uscire di bocca «la
sentenza va oltre le più rosee aspettative» (i due legali hanno sostituito i “trombati”
Longo e Ghedini, anch’essi indagati nel Ruby ter).
E subito si festeggia e si sbandiera l’innocenza plenaria di Berlusconi,
come se essere stato assolto da questo unico processo lo avesse reso innocente
rispetto a tutti gli altri numerosissimi capi d’accusa collezionati nella sua
carriera. Ma per il suo elettorato schizofrenico possono avvenire anche simili
assurde magie. Per quel tipo di elettori potrebbe essere falsa anche la
sentenza di condanna che Berlusconi ha collezionato per evasione fiscale
(condanna definitiva!) o altre.
E, a proposito di schizofrenia e totale alienazione dalla realtà, ecco
che dopo la sentenza Berlusconi afferma che la magistratura «ha dato conferma
di quello che ho sempre asserito: ovvero che la grande maggioranza dei
magistrati italiani fa il proprio lavoro silenziosamente, con equilibrio e
rigore ammirevoli». Proprio lui che ha sempre detto di disprezzare la “razza”
dei giudici perché in Italia sono individui eversivi che minano la democrazia.
Per completare il quadro delle stranezze e delle assurdità, ecco
spuntare (se mai lo si possa dire di lui) Brunetta che torna a chiedere la
grazia. Un Leitmotiv che credevamo estinto…
Ora l’ultima parola spetta alla Cassazione: essa deciderà se confermare
la sentenza di appello o se ordinare un processo di appello nuovo per motivi di
illegittimità. Nel frattempo esiste il Ruby ter, che vede Berlusconi indagato
in corruzione di atti giudiziari: se si provasse che Berlusconi ha davvero
pagato le ragazze perché mentissero, tutto il processo principale potrebbe
essere rivisto.
La conseguenza di tutto il fattaccio è che il famoso accordo del Nazareno, sottoscritto lo
scorso gennaio da Berlusconi e Matteo Renzi nientemeno che nella sede del Pd,
rimane in piedi e anzi è ora più forte che mai. Ma niente paura, cari elettori
del Pd: se temevate che il vostro Renzi potesse avere un minimo di pudore per
il fatto di scendere a patti con un criminale delinquente condannato,
puttaniere, evasore provato e amico di mafiosi, sappiate che per Renzi il patto
sarebbe andato avanti anche in caso di condanna: «Avrei mantenuto la parola
anche se Berlusconi fosse stato condannato». Quando uno ha spessore
istituzionale.
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