Nell’ultimo post di quest’anno voglio
chiudere con una notizia di poche ore fa che interesserà tutti gli amanti della
scienza e, forse, non solo.
È deceduta ieri, 30 dicembre 2012, a Roma,
Rita Levi Montalcini, la neurologa italiana
insignita del Premio Nobel per la
Medicina nel 1986 per aver scoperto negli anni ’50 del ’900 il cosiddetto NGF (Nerve growth factor), ovvero il fattore di crescita neuronale. Aveva l’invidiabile
età di 103 anni.
La
consegna del Premio Nobel (assieme a Stanley Cohen)
Questa curiosa scienziata, spesso
scherzosamente associata a Maria Montessori presente sulla banconota da 1000
lire, dal look fortemente ispirato alla belle époque di inizio ’900, con quell’espressione
sempre un po’ sorridente e che usava tenersi le tempie con le dita, ci ha fatto
dono di una scoperta che ha permesso di identificare una famiglia di molecole
che stanno alla base dello sviluppo delle cellule del sistema nervoso. Si
tratta di un risultato straordinario non solo per la comprensione di quello che
nel mondo animale è il sistema più complesso ed affascinante, ma anche e
soprattutto per le implicazioni terapeutiche che ne sono derivate. Esistono
infatti molti disturbi del sistema nervoso (come la sclerosi multipla o il
morbo di Alzheimer) in cui le cellule nervose non crescono più o vengono lese:
i fattori di crescita neuronali sono appunto uno dei più forti punti di
indagine per curare questi disturbi.
Rita Levi Montalcini è stata insignita di
un gran numero di onoreficenze, compresa quella di senatrice a vita della
Repubblica italiana, nel 2001. È autrice di un enorme numero di saggi a
carattere scientifico ed etico e ha fondato delle associazioni di ricerca per
il sostegno della scienza e per la tutela dei giovani studenti.
Ha sempre creduto fortemente nella ricerca
e ha fatto della curiosità il suo stile di vita come scienziata e come donna. Ha
sostenuto dibattiti su molte tematiche, tra cui il rapporto tra la scienza e la
tecnologia, o lo sviluppo e la crescita delle nuove generazioni o la battaglia
contro le mine anti-uomo.
Atea, così fine nei modi e nel parlare, questa
donna straordinaria ha visto passare davanti a sé le forti trasformazioni di
oltre un secolo di vita, accumulando un’esperienza invidiabile. Ha devoluto
parte dei proventi del suo Premio Nobel alla Comunità ebraica di Roma.
Rita ha scelto di andarsene assieme a
questo 2012 così tumultuoso, fatto di rivelazioni sconvolgenti e di crisi
economica. Credo che sia stato un bene per una donna che ha dato così tanto congedarsi
da un mondo che non le ha reso affatto grazie del merito che ha avuto, un mondo
ingrato che lei, nonostante tutto, ha provato in molti modi a migliorare.
Grazie, Rita!
«Ho perso un po’ la vista, molto l’udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent’anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente!»
(Rita Levi Montalcini)
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