Quando un paese è in crisi, la crisi è
sempre prima di tutto culturale. Ma crisi
culturale non significa che il paese è in ginocchio perché la gente non si
ricorda la capitale dell’Uzbekistan: significa che la capacità di reagire ai
mali sociali è ridotta perché la gente non possiede quell’educazione, quella
sensibilità tale da permettergli di riconoscere a monte i meccanismi sbagliati
che si insinuano nella vita del paese; significa che la gente non è educata a
indignarsi e, quindi, a reagire, anche non violentemente, non per forza con
chissà che rivoluzioni; significa che la gente non ha fiducia nella
ricostruzione di ciò che viene danneggiato e che quindi, anche nelle
generazioni successive, si abbandona a quella sfiducia qualunquista che permette
a chi vuole approfittarsene di continuare indisturbato la sua opera di
parassitismo sociale… tutte cose che non si presentano in un popolo istruito e
che è riuscito a prendere dalla cultura, dall’arte, dalla poesia, i mezzi
necessari per imparare a vivere insieme agli altri e a rispettarsi
reciprocamente.
Il Premier Mario Monti alla Prefettura di Napoli, illustra il piano
di rilancio degli scavi di Pompei assieme ad alcuni Ministri del
suo Governo.
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Con questa premessa, e vista l’attuale
situazione della penisola italiana, appare quindi più che mai appropriato il recente
annuncio di rilancio di una delle risorse culturali più preziose che esistano
al mondo. Il rilancio del sito
archeologico di Pompei, infatti, è stato annunciato il 5 aprile 2012 dal
Presidente del Consiglio Mario Monti nel capoluogo napoletano, con un
intervento iniziato alle ore 12.
Assieme al Presidente del Consiglio, si
sono presentati a Napoli altri importanti membri locali e del Governo: i
sindaci di Napoli e Pompei in primis, Luigi de Magistris e Claudio D’Alessio,
poi i Ministri Annamaria Cancellieri (Interno), Francesco Profumo (Istruzione),
Fabrizio Barca (Coesione territoriale) e ovviamente Lorenzo Ornaghi (Beni
culturali), tutti a presentare quello che è stato battezzato come il Grande Progetto Pompei. Di cosa si
tratta precisamente?
In sostanza è uno stanziamento di un
totale di 105 milioni di euro, di
cui 63 provenienti dai fondi nazionali e 42 dai fondi europei, che hanno l’esplicito
obiettivo di mettere a disposizione mezzi, manodopera e consulenze tecniche per
la ristrutturazione, la tutela e la manutenzione del sito archeologico dell’età
antica più famoso e meglio conservato al mondo. Dopo la critica della ristrutturazione del Teatro
Grande degli scavi e dopo i crolli di alcuni edifici (vedi il post del 6 novembre 2010),
questo Progetto giunge quindi ancora più gradito.
Ma sappiamo tutti come vanno a finire
queste cose, potrebbe ribattere qualcuno: stanziano i fondi e poi la malavita
organizzata se li mangia tutti. A quanto pare il Progetto avrebbe pensato anche
a questo. Accanto ai bandi per l’acquisizione degli appalti sarebbe stato
emanato anche un Protocollo di legalità
per prevenire le infiltrazioni criminali: ben consci di come stanno le cose
al sud, infatti (ma non solo al sud, eh: il recente scandalo Lega lo ha
dimostrato, se mai ce ne fosse bisogno), i membri del Governo hanno infatti
ritenuto necessario che i lavori siano sorvegliati da numerosi membri della
Prefettura e della Guardia di Finanza proprio per evitare che la mafia e la camorra
possano mettere le mani su questi milioni e usarli per i loro fini illegali. Il
Protocollo di legalità prevede, tra le altre cose, una sorveglianza di agenti e
della Prefettura sui cantieri di lavoro, un’estesa tracciabilità dei pagamenti
e uno stretto controllo anche dei subappalti minori. Inoltre, il Ministro
Cancellieri ha promosso anche una speciale squadra di Vigili del Fuoco che
dovrebbe intervenire per le manutenzioni speciali.
Panoramica degli scavi di Pompei. |
In questo modo si spera di scongiurare il
rischio che anche questa ennesima possibilità che l’Europa ci ha dato si
risolva in un imbarazzante e umiliante buco nell’acqua. «L’Europa ci guarda»,
ha detto il Ministro Cancellieri, anche se questa operazione deve partire da un
orgoglio e da un senso del dovere tutto italiano. L’azione, se riuscisse,
avrebbe un forte potere simbolico, si ripercuoterebbe positivamente sull’immagine
di Pompei e del Mezzogiorno, con tutte le conseguenze annesse.
Per il momento sono stati emanati cinque
bandi che mirano al restauro di altrettante domus: il Criptoportico, la Domus
di Sirico, la Domus del Marinaio, la Domus della Pareti rosse e la Domus dei
Dioscuri. Altri bandi sono previsti per luglio 2012 e tutti dovranno rispettare
i requisiti di legalità, trasparenza e affidabilità che sono previsti dal
succitato Protocollo.
E, per chi fosse particolarmente
interessato a sapere come si intende utilizzare i fondi stanziati, ecco l’elenco
delle linee guida dei lavori in preparazione, con la spesa annessa:
1. rilievi
e diagnostica (€ 8.200.000);
2. consolidamento
delle opere (€ 85.000.000);
3. adeguamento
dei servizi per i visitatori (€ 7.000.000);
4. potenziamento
dei sistemi di sicurezza e di telesorveglianza (€ 2.000.000);
5. rafforzamento
della struttura organizzativa e tecnologica della Soprintendenza (€ 2.800.000).
Significative, per il discorso fatto in
apertura, le parole del Ministro Profumo: «La cultura genera sviluppo […] Il
rapporto con la legalità, ciascuno di noi inizia a maturarlo sui banchi di
scuola».
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