lunedì 25 aprile 2011

Le riflessioni di casa Winslet

     Se vi dicessi che un’attrice famosa in tutto il mondo, premiata con l’Oscar e altri riconoscimenti vari, che ha recitato come co-protagonista nel film più visto della storia del cinema, abbia acceso la sua videocamera e si sia messa a fare un piccolo video amatoriale direttamente da casa sua, anzi, no: dal bagno di casa sua, ponendosi interrogativi esistenziali sulla sua carriera cinematografica che l’ha consacrata alla fama e al successo e abbia cercato di dare in pochi minuti una risposta a questi interrogativi, sempre nel bagno di casa sua, voi ci credereste? Immagino di no… e fareste male.
     È quello che è successo un paio di giorni fa: il 23 aprile 2011 su YouTube compare un breve video di quasi 4 minuti e a girarlo è stata un’attrice a me molto cara. Chi mi conosce sa già di chi parlo; chi non mi conosce lo impari adesso: sto parlando di Kate Winslet. Non è uno scherzo: l’attrice britannica, da poco uscita dal successo della sua ultima miniserie Mildred Pierce, ha fatto questo. Un curioso video girato nel suo bagno, dove, con voce sussurrata, quasi a non voler farsi sentire, s’è messa a chiedersi il senso della sua carriera di attrice: una vera e propria riflessione esistenziale sul suo lavoro.
     Questa cosa dapprima mi ha spiazzato: non avrei mai immaginato di ritrovarmi la mia attrice preferita a fare una cosa così curiosa. Poi mi sono chiesto perché l’abbia fatto. Voleva riflettere assieme ai suoi fans su un problema che riguarda il suo lavoro? O era solo un modo per farsi pubblicità (anche se non credo, visto il recentissimo successo che ha avuto con Mildred Pierce)? Forse si sentiva sola? O magari le andava di aprirsi al suo pubblico per sentirsi più vicina ai suoi ammiratori? E chi lo sa! Quello che so è che l’idea di questo video mi è piaciuta alquanto: mi piace l’idea che abbia comunicato anche così, un modo alternativo rispetto all’uso del grande e del piccolo schermo. Mi piace l’idea che Kate ci abbia portati in casa sua, nel suo bagno addirittura, e che, così inaspettatamente, in un ambiente così poco indicato, si sia messa a riflettere in apparenza così spontaneamente su una cosa che la riguarda intimamente.
     Già, intimità: intimità del luogo (casa sua), intimità dell’apparire (niente abiti da cerimonia ufficiale, ma mise quotidiana), intimità dei temi (perché parla di una cosa personale). Credo che sia stata questa intimità che lei ha voluto condividere ad aver attratto la mia attenzione e ad avermi intenerito molto. Se siete curiosi di sapere quali sono state le sue riflessioni in questa manciata di secondi, guardate pure il video sottostante. Assieme al video vi lascio anche una trascrizione in inglese e una traduzione.


Trascrizione
     Ok… Ehm… This is Kate Winslet, hello, and I am filming myself in my bathroom, so I apologize for the amateurish nature of this little segment.
     Ok: why do I do what I do? Well, I think the short answer is «Because I love it». The question of why do I love it I’ve never been able to answer fully for myself. It’s something I’ve always wanted to do, I’ve always wanted to act. But acting and being in films for me as a kid were always two totally separate things.
     We didn’t have a TV until I was twelve and we didn’t get a video player until I was fifteen, so I really wasn’t exposed to the world of film, but for me it was always about pretending to be somebody else and seeing where that took me and the possibilities were endless.
     So, not just about the freedom of expression and creativity, but knowing that I could invent things and invent characters and funny voices and go to places and worlds in my head that only I could control. And there was no one to tell me to stop or not to or no one to tell me how to do it differently, so I found this kind of personal freedom within that… and I think I still do.
     But now I appreciate acting, right now, because… because of the mystery, I think: it’s such a mysterious, illusive job! I’m not just getting to play other characters and explore what they can become, but not knowing who they’re ultimately going to be and the risk that is involved in playing that part. I’m also having some kind of secrets too, I think having secrets about that character that only one is playing, only I am playing. I really enjoy this sort of secretive fun side of that.
     And when you walk on to a film set or walk on to a stage it doesn’t matter how rehearsed you are or how prepared you feel you might be in how much work you’ve done with the director or with the other actors. You ultimately just don’t know what’s gonna happen and sometimes something magic happens and sometimes you end up with the egg on your face. I kinda love that too.
     So, that’s part one of the question and the second bit is «What would I do if I didn’t do this job?». Quite honestly I really have no idea, because I don’t think I can do anything else. I know I’d just take care of children and I know a bit about cooking, but honestly sometimes I feel that that’s all I know and that’s ok. So I wish I can tell you either what I would wanted to be… I don’t know… a stripper or a hostess, you know…something really glamorous, but I’m just… I’m just an actress.

Traduzione
     Ok... ehm... sono Kate Winslet, salve, e mi sto riprendendo in bagno, quindi mi scuso per la natura amatoriale di questa piccola clip.
     Ok: perché faccio quello che faccio? Be’, credo che la risposta sintetica sia «Perché mi piace». Alla domanda sul perché mi piaccia non sono mai stata pienamente capace di rispondere per me stessa. È qualcosa che ho sempre voluto fare, ho sempre voluto recitare. Ma recitare ed essere in un film per me da bambina sono sempre state due cose totalmente separate.
     Non abbiamo avuto un televisore fin quando non ho compiuto 12 anni né abbiamo preso un videoregistratore finché non ne ho compiuti 15, perciò non sono proprio stata esposta al mondo dei film, ma per me ha sempre significato fingere di essere qualcun altro e vedere dove ciò mi portasse e le possibilità erano illimitate.
     Quindi non è solo la libertà di espressione e la creatività, ma il sapere che potevo inventare cose, inventare personaggi, voci buffe, andare in posti e mondi nella mia mente che solo io potevo controllare. E non c’era nessuno a dirmi di fermarmi oppure «Non farlo» o nessuno a dirmi come farlo in modo diverso, quindi ho trovato questa forma di libertà personale in ciò... e credo di trovarla ancora oggi.
     Ma ora io apprezzo la recitazione, proprio oggi, a causa... a causa del mistero, credo: è un mestiere così misterioso e irreale! Non mi appresto solo a interpretare altri personaggi ed esplorare cosa essi possano diventare, ma è il non sapere chi essi finiranno per essere e il rischio che è implicito nel recitare quella parte. Ho anche una sorta di segreti, credo di avere dei segreti riguardo quel personaggio che solo una persona sta interpretando, che solo io sto interpretando. Mi piace davvero questa sorta di lato riservato, divertente di tutto ciò.
     E quando cammini sul set di un film o quando cammini sul palco non importa quante prove tu abbia fatto o quanto preparato tu pensi che potresti essere in tutto il lavoro che hai fatto con il regista o con gli altri attori. Tu in sostanza semplicemente non sai cosa accadrà e quindi a volte avviene qualcosa di magico e a volte ti ritrovi tanto imbarazzata. Ma mi piace anche questo in un certo senso!
     Dunque, questa è la prima parte della domanda e il secondo pezzo è «Cosa avrei fatto se non avessi fatto questo lavoro?». In tutta onestà non ne ho la più pallida idea, perché non credo di saper fare nient’altro. So che mi prenderei cura dei bambini e me la cavo con la cucina, ma onestamente a volte sento che questo è tutto ciò che so e va bene così. Quindi mi piacerebbe dirvi che avrei voluto essere... che so... una spogliarellista o una hostess... insomma qualcosa di veramente entusiasmante, ma sono solo... sono solo un’attrice.



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