sabato 14 marzo 2015

Caso Ruby: il reato c’è ma non è più punibile. Berlusconi assolto dalla Cassazione

     Lo scorso luglio su questo blog si è parlato in un apposito articolo dell’assoluzione in Appello di Silvio Berlusconi dalle accuse di concussione e prostituzione minorile nell’ambito del processo Ruby. Da poche ore è arrivata la notizia della definitiva pronuncia dei giudici ermellini: la Cassazione assolve Silvio Berlusconi da tutte le accuse.

     Ora, un buon cittadino deve accettare le sentenze, anche perché a non farlo si ricadrebbe nello stesso errore che Berlusconi ha più volte fatto disprezzando la legge solo quando non gli dava ragione. E noi, da buoni cittadini, rispettiamo la sentenza. Certo, non possiamo però fare a meno di notare alcune stranezze e perplessità e, nell’attesa che i giudici rendano note le loro motivazioni, vogliamo dare un’occhiata a queste perplessità: vedremo che questo Berlusconi è un assolto un po’ sospetto. Esaminiamole punto per punto…

La prostituzione è avvenuta davvero
Ruby.
     L’iniziale strategia dei legali di Berlusconi (Ghedini e Longo) si basava sulla (ridicola) favoletta delle “cene eleganti”: ad Arcore non ci sarebbe stato alcun episodio di prostituzione, ma solo cene tra persone per bene, vestite a modo. Questo è quello che Berlusconi è andato sbandierando con una finta indignazione per mesi e mesi (e lo grida ancora oggi quando non è in aula). La verità emersa dai processi, però, è ben diversa: le ragazze venivano invitate alla villa appositamente per prestazioni sessuali e ricevevano per questo delle utilità sotto diverse forme. Prova ne sono i numerosi bonifici, messi in evidenza dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal pm Sangermano, a favore delle Olgettine.
     Quando il processo è passato in mano all’avvocato Coppi, però, c’è una svolta di realismo: Coppi sa bene che la storia delle cene non regge e allora ammette la verità: è vero, ci sono stati episodi di prostituzione ad Arcore. E anche per questo le prove abbondano, prime fra tutte le intercettazioni telefoniche tra Berlusconi e le Olgettine e anche delle Olgettine tra loro! Quelle di Ruby, poi, sono memorabili: potete riascoltarle in questo post e resterete a bocca aperta. Ma confessando in tribunale che la prostituzione c’è stata resta il problema della minore età di Ruby.

I capolavori di Coppi
L'avvocato Franco Coppi.
     L’avvocato Coppi è riuscito davvero a “rigirare la frittata” violando la logica e stuprando il buon senso, prendendo punto per punto i principali anelli deboli della difesa di Berlusconi e reinterpretandoli a modo suo. Ecco come…

1. Ruby era minorenne: questo elemento giustifica l’accusa di prostituzione minorile, ma grazie a Coppi l’accusa cade perché non è provato che Berlusconi, pur avendo avuto rapporti sessuali a pagamento con la ragazza, sapesse che all’epoca dei fatti fosse minorenne. Perplessità: lo sapevano tutti nel suo entourage, lo sapevano perfino le ragazze, ma Berlusconi era l’unico a non saperlo. Mh…

2. Ruby doveva essere liberata dalla Questura di Milano perché era la nipote di Mubarak: come sappiamo si tratta della scusa creata ad hoc durante la telefonata di Berlusconi al funzionario della Questura Pietro Ostuni per convincerlo a rilasciare la ragazza. Inventando una bugia, l’allora premier avrebbe commesso un reato per coprirne un altro (impedire che la ragazza lo sputtanasse ai questori). Questo giustificava l’accusa di concussione. Ma grazie a Coppi viene fuori che la storia della parentela con l’ex presidente egiziano fu una balla inventata dalla ragazza. Perplessità: come avrebbe fatto allora Berlusconi a convincere Ostuni a rilasciare la ragazza, quando la legge prevedeva che una minorenne beccata per un reato minore venisse affidata a una comunità? Mh…

3. Nella telefonata in Questura si parla di affidare Ruby al consigliere regionale-Olgettina Nicole Minetti perché la portasse in affido in una comunità. Ma questa procedura è prevista solo per i soggetti minorenni: questo vuol dire che Berlusconi sapeva che Ruby fosse minorenne! Ma grazie a Coppi l’idea dell’affido non viene da Berlusconi, bensì sarebbe nato dalla stessa Minetti parlando con Giorgia Iafrate, di turno quella notte in questura. Perplessità: Berlusconi dice a un funzionario “Oh, viene un consigliere regionale a prendersi la ragazza, non te ne frega niente per quale motivo: dagliela e basta” e tutto finisce? Non si può, bisogna dare almeno una piccola motivazione. In questa telefonata stanno scomparendo tutte le frasi, sembra quasi un numero di mimo fatto per telefono. Mh...

4. Berlusconi ha commesso concussione per far rilasciare Ruby: Ostuni sarebbe stato concusso secondo l’accusa proprio perché ha subito delle pressioni da parte di Berlusconi, allora Presidente del Consiglio, affinché facesse una cosa che normalmente non poteva essere fatta. Ora, il reato di concussione fino alla legge Severino permetteva di applicare il caso alla fattispecie, perché esisteva un solo tipo di concussione e quella di Berlusconi lo era per certo. La concussione poteva avvenire con qualunque modalità, ma nel 2012 (quindi quando il processo era ancora in corso!), Berlusconi fa varare la legge Severino, la quale prende il reato di concussione e lo disgrega in due fattispecie: da una parte abbiamo la concussione per costrizione (nuovo art. 317 c.p.), dall’altra una induzione indebita (art. 319-quater c.p.), reato meno grave, in cui una persona non è costretta con la forza e quindi può in teoria rifiutarsi.
     Ora, furono in molti all’epoca a identificare la fattispecie più corretta con la concussione per induzione, ovvero senza azione violenta o coercitiva ma per pressione psicologica o morale. Il Tribunale di Milano però ha scelto di applicare la concussione per costrizione e il capo d’accusa non ha retto, perché Coppi è riuscito a dimostrare che non esiste alcuna prova che Berlusconi abbia costretto Ostuni a commettere il reato. Infatti Berlusconi non ha costretto con la forza Ostuni, ma ha fatto leva sul suo ruolo di Presidente del Consiglio inducendo in Ostuni la paura di provocare un incidente internazionale (Ruby doveva essere la nipote di Mubarak!): era quindi meglio applicabile la fattispecie dell’induzione. Ma così non è stato.

     Ecco quindi che i giudici già in Appello non hanno potuto confermare la condanna del primo grado. Ma attenzione: i fatti restano provati. Restano provate le notti di prostituzione, resta provato che Ruby era minorenne, restano provate le telefonate con cui le ragazze confessano tutto, i pagamenti alle ragazze perché tacessero (e per questo c’è il processo Ruby-ter, dove Berlusconi è accusato di inquinamento delle prove per aver corrotto le ragazze affinché mentissero), insomma c’è tutto… E Berlusconi ha sempre dichiarato alla stampa e ai suoi elettori che niente di tutto questo fosse vero.
     Purtroppo nei Tribunali la verità è un concetto diverso da quello che usiamo nella vita di tutti i giorni: perciò, come dicevo, la sentenza si accetta perché in Tribunale non si è riusciti a dimostrare che Berlusconi abbia commesso quei reati con consapevolezza (ma li ha commessi comunque!), ma ai cittadini elettori non può non sfuggire che dietro questa verità giuridica ne esiste un’altra fin troppo evidente e imbarazzante, che non possiamo (giustamente) usare per condannare qualcuno, ma che ci serve per farci un’idea di chi sia la persona protagonista di quella verità e se meriti il nostro voto.



     Ecco quindi svelato l’arcano, che poi arcano non è: la legge cambiata con il processo ancora in corso, affinché un reato non risultasse più tale e quindi non più punibile, i soldi dati alle ragazze perché non testimoniassero, inquinamento probatorio, un avvocato che confessa spudoratamente il reato quando ormai non si può più punire e chissà che altro. Ecco la ricetta perfetta per essere assolti anche se colpevoli. State tranquilli perciò: Berlusconi rimane il solito birbante.


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