sabato 6 novembre 2010

Scavi di Pompei: crolla la “Domus dei Gladiatori”

L’alba di questo 6 novembre ha rappresentato un duro risveglio per gli Scavi archeologici della città di Pompei. Risale infatti alle prime ore della mattina il crollo della cosiddetta “Domus dei Gladiatori”, uno degli edifici più conosciuti e più recenti dell’antica Pompei.
A denunciare l’accaduto sono stati i custodi degli Scavi archeologici, che hanno rinvenuto quello che ora è non più che un cumulo di macerie alle ore 7:30, appena recatisi al lavoro. Dove sorgeva la caserma-deposito dei giovani gladiatori pompeiani ora si può infatti ammirare solo un ammasso di pietre crollate. La “Domus dei Gladiatori”, il cui nome vero era Schola Armaturarum Juventis Pompeiani, sarebbe crollata proprio all’alba, verso le ore 6, quando ancora nessuno, né custodi, né turisti, animava il traffico umano che si osserva di consueto nel sistema capillare delle vie e delle stradine della Pompei antica. Una fortunata coincidenza, poiché questo ha scongiurato grossi rischi per i turisti in transito.
La Schola si affacciava infatti proprio su Via dell’abbondanza, la lunga strada principale che taglia letteralmente in due il sito archeologico lungo tutta la sua estensione e che rappresenta anche una delle strade maggiormente percorse dai turisti, poiché dà accesso a un gran numero di strutture. L’edificio, secondo quanto riportato dallo studio degli archeologi, era adibito principalmente ad armeria, a deposito delle armi che usavano i gladiatori, ma avrebbe funto anche come caserma-palestra dove i lottatori dell’arena si allenavano (così come suggerisce il nome Schola); non era, inoltre, un edificio visitabile all’interno, ma si potevano ammirare dall’esterno i numerosi affreschi, tutti testimoni del carattere militare della costruzione.
La sovrintendenza ha deciso di chiudere l’ingresso agli Scavi ai giornalisti e la zona del crollo è stata transennata per compiere le necessarie analisi e gli accertamenti, così che per i turisti è stata prevista una deviazione del percorso abituale all’altezza della cosiddetta “Casa dei casti amanti”.
La Schola Armaturarum Juventis Pompeiani prima e
dopo il suo crollo.
Ci si è subito interrogati sulle cause del danno. È bene dire che un’analisi precisa e definitiva non è stata ancora compiuta, tuttavia si ritiene per la maggiore che possano essere due le cause possibili. A provocare il crollo potrebbero infatti essere state le copiose infiltrazioni d’acqua delle piogge abbondanti degli ultimi giorni, ma c’è anche chi pensa alla scelta errata dei materiali di ristrutturazione. La Schola infatti aveva subìto precedentemente dei danni a causa dei bombardamenti risalenti alla seconda guerra mondiale: in quell’occasione crollò il tetto, che fu successivamente ricostruito, sulle mura antiche, con un materiale che potrebbe essersi rivelato troppo pesante, al punto da causare il cedimento della struttura nel tempo.
Il sindaco D’Alessio si è pronunciato a tal proposito e ha parlato della “Domus dei Gladiatori” come di un edificio in attesa di ristrutturazione da ormai molto tempo. Agli occhi della direzione, quindi, non era sfuggita l’urgenza di un intervento. Ma adesso è troppo tardi: questa piccola, importante finestra sul mondo dei nostri avi è scomparsa per sempre. Ed è curioso che un edificio costruito duemila anni fa abbia resistito tutto questo tempo e sia poi crollato per cause che potrebbero dipendere da una ristrutturazione grossolana o tardiva.
L’evento rappresenta un vero e proprio colpo per il patrimonio culturale non solo della città, ma anche per il mondo, e per almeno due motivi: in primis la Schola rappresenta uno degli ultimi fotogrammi della vita dei nostri antenati prima che l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. seppellisse la città e quindi era uno degli oggetti di studio più attendibili e fedeli per la ricostruzione storica degli scenari dell’epoca romana; in secondo luogo gli stessi Scavi di Pompei nel loro complesso rappresentano ancora oggi forse il sito archeologico più amato e apprezzato da storici, archeologi e turisti per lo studio dell’antichità, vista l’enorme estensione della zona e l’ottimo stato di conservazione delle strutture, che abbracciano veramente ogni aspetto della vita dei pompeiani di duemila anni fa.
Già quest’estate era sorta una polemica per la ristrutturazione del Teatro Grande, che è stato sede di grandi spettacoli di musica sinfonica, di danza e balletto. Il crollo della “Domus dei Gladiatori” è quindi solo l’ennesimo caso di cronaca legato a uno dei maggior punti di forza di Pompei: tutti sanno infatti molto bene che il turismo archeologico è una delle maggiori fonti per l’economia della città (e anche per la sua fama nel mondo). Chi frequenta gli Scavi si è reso conto fin da subito che in essi si può incontrare davvero mezzo mondo: giapponesi, inglesi, americani, francesi, tedeschi… migliaia di turisti al giorno che compiono centinaia di chilometri per ammirare questo che è uno dei motivi di orgoglio più grandi per questa città e che, già solo in quanto tale, dovrebbe essere tutelato e curato con la massima premura e, soprattutto, il massimo rispetto in ogni istante.

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