venerdì 14 gennaio 2011

Scandalo sessuale per il premier: Berlusconi indagato per concussione e prostituzione minorile

Concussione e prostituzione minorile. Sono questi i gravissimi (ennesimi) reati per cui è indagato, dal 12 dicembre scorso, il nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Questa la notizia diffusa oggi dalla Corte Costituzionale, che ha inviato un mandato di comparizione al premier e ai suoi difensori.
Karima el Marhoug, detta Ruby, protagonista dello 
scandalo sessuale di Arcore dello scorso 2010.
Il “corpo” del reato è l’ormai divenuta celebre ragazza marocchina Karima el Mahroug la Rubacuori, per gli amici semplicemente Ruby, che all’epoca dei fatti (dal febbraio al maggio 2010) sarebbe stata la protagonista di numerose serate a base di sesso in compagnia del Cavaliere e di altri suoi conoscenti (tra cui figurano Emilio Fede e Lele Mora, anch’essi indagati per prostituzione minorile) nella Villa di Arcore. Il problema della faccenda è che in quei mesi Ruby era minorenne e il nostro codice penale (art. 600 bis, comma 2) dice espressamente che «[…] chiunque compie atti sessuali con un minore di età compresa tra i quattordici e i diciotto anni, in cambio di denaro o di altra utilità economica, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con una multa non inferiore a 5164 euro».
Il reato di concussione (il più grave reato nell’ambito della pubblica amministrazione) consisterebbe nel fatto che lo scorso anno Berlusconi avrebbe approfittato della sua posizione per fare pressioni sulla Questura di Milano al fine di accelerare il rilascio dell’allora 17enne Ruby, poco prima fermata con l’accusa di furto. Gli inquirenti ritengono che questa premura troppo sospetta e ingiustificata da parte del Cavaliere fosse dovuta al fatto che egli  volesse evitare che la ragazza rilasciasse dichiarazioni sulle precedenti serate sessuali ad Arcore. Ma il Presidente del Consiglio si difende e dice di aver voluto solo aiutare una persona bisognosa.
Altra, non ultima protagonista della vicenda – indagata anch’essa per prostituzione minorile – è il Consigliere regionale Nicole Minetti, la quale avrebbe indotto personalmente la ragazza a prostituirsi in casa Berlusconi in cambio di denaro e “protezione”. La stessa Nicole Minetti che, in quel lontano 27 maggio 2010 si recò, sempre personalmente, in Questura per consentire il rilascio della marocchina (dichiarandosene tutrice), che vanta in passato di essere stata indagata anche per sfruttamento della prostituzione e che ha subìto, per questa vicenda, una perquisizione in casa sua e nei suoi uffici.
Numerose e varie le dichiarazioni rilasciate dai protagonisti di questa storia: la giovane Ruby nega ovviamente che ci siano mai stati rapporti sessuali (e infatti le accuse sollevate dal Pubblico Ministero si basano su testimonianze di altri presenti alle feste), preferendo descrivere i suoi benefattori come dei padri che si sono presi cura di lei; più creativo il direttore del TG4 Emilio Fede, il quale tutt’a un tratto smette di dirsi giornalista informato e dichiara: «Lo apprendo dai giornali, non so nulla. Non ho ricevuto nessun atto formale da parte dei magistrati, né ho subito alcuna perquisizione. Che io sia indagato i giornali lo scrivono da mesi, ma con tutto il rispetto che ho per il lavoro dei miei colleghi devo dire che a me non risulta assolutamente. Se essere indagato significa aver ricevuto un atto di garanzia, non lo sono assolutamente. Della vicenda Ruby credo di aver già detto tutto: l’ho conosciuta a casa di Berlusconi, ma non l’ho presentata io al presidente, né so chi lo abbia fatto, né sapevo che all'epoca fosse minorenne» (e sfugge a questo proposito il motivo per cui il direttore adduca tante giustificazioni riguardo a un reato di cui si dice estraneo); Lele Mora invece preferisce mantenere il silenzio: «Non ho nulla da dire, né ora né dopo». E Berlusconi? Berlusconi per il momento tace e preferisce consultarsi con i suoi legali.
Ma non tardano ad arrivare per lui appoggi da parte dei membri della sua squadra di governo, i quali, senza essere coinvolti nella faccenda, si prodigano a difendere l’immagine del Cavaliere parlandone come di un «perseguitato» (Mariastella Gelmini), o  sminuendo la necessità di queste indagini perché, secondo alcuni, compiere indagini sui malviventi immigrati è cosa buona e giusta, mentre quando ad essere indagato è il Presidente del Consiglio dei Ministri, si tratta solo di «un consueto e logoro copione» (PDL, nella persona di Daniele Capezzone).
Vale la pena citare anche il pensiero del PM Annamaria Fiorillo, che era presente in Questura la notte in cui Ruby fu rilasciata: «Era evidente che c’era qualcosa che non andava ed è per questo che ho chiesto chiarimenti al Consiglio Superiore della Magistratura».
Alle “toghe rosse” il compito di fare chiarezza sul caso.


4 commenti:

  1. Al di là del caso specifico, ricordati che le "toghe rosse" non sono degli stinchi di santo, detentori della giustizia e della verità assoluta. La maggior parte di loro hanno forti interessi politici e se un soggetto è da loro ritenuto "scomodo" non ci pensano due volte ad eliminarlo dalla scena, anche ricorrendo a mezzi illeciti e fasulli. Il potere per farlo ce l'hanno e lo utilizzano (o meglio, ne abusano).
    Io perciò non mi schiererei totalmente dalla loro parte.
    Personalmente, da buona sociologa, me ne stò in un angolo ad osservare entrambe le parti avverse cercando di scrutarne pro e contro, azioni giuste e magagne.

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  2. Io totalmente dalla loro parte? Assolutamente no. Credi che sia così ingenuo? So benissimo che il marcio sta dovunque, in TUTTI i settori della vita pubblica: molti magistrati vengono continuamente corrotti, così come gli agenti delle forze dell'ordine (alla faccia dei giuramenti che fanno all'arma): se fossero persone oneste non farebbero 'ste cose. E, per quanto mi riguarda, credo sia insensato perfino parlare di "toghe rosse" contro "toghe nere", perché questa zizzannia, questo modo di classificare è un condizionamento che ci ha imposto il nostro caro premier in tutti questi anni di propaganda mediatica: lo ha fatto entrare nel modo di pensare di tutti, esattamente quando portò tutti a pensare che Craxi era "in esilio" (l'esilio in Italia???), per non dire che dovette scappare perché se tornava c'era un processo a suo carico. Io credo che esistano i disonesti in generale. Punto: è pericoloso pensare che il partito A sia disonesto solo perché qualche membro del partito A è disonesto: è una trappola retorica che impedisce di valutare lucidamente (ma non parlo di te: parlo del suo modo di porre la questione agli occhi della gente, di condizionare il loro modo di leggere i fatti). Tuttavia la citazione punzecchiatrice "toghe rosse" scaturiva dal ridicolissimo comportamento secondo cui quest'uomo si mette a gridare "Al comunista!" OGNI SANTA VOLTA che un magistrato vuole fargli un processo. Che cavolo, se uno non ha più nemmeno il lusso di sospettare, allora è la fine! Questo è barare! Se dobbiamo giocare, giochiamo secondo le regole e facciamoci la "guerra" da uomini, accettando i rischi e senza lamentarci come delle mammolette. E' svilente come comportamento, privo di qualsiasi dignità: questo pretende di fare tutto ciò che vuole e senza essere contraddetto, pure. E chi fiata è un "comunista". Lo trovo sleale. E mettiamo pure per assurdo che tutti i giudici che lo accusano siano di sinistra: chi se ne frega? Basta che, nel condannarlo, portino avanti delle prove vere, no? Il guaio sarebbe se i rossi lo condannassero senza prove: si penserebbe allora che siano stati ingiusti e di parte. Ma se anche il giudice più rosso di tutti lo porta in galera perché ha effettivamente commesso un reato, fornendo delle valide prove, allora non gliene deve fregare niente a nessuno che fosse comunista. Basta che abbia fatto bene il suo lavoro.
    Mi permetto di dissentire sul potere dei magistrati di eliminarlo quando vogliono (e qui parlo del caso in questione, a differenza tua che invece parlavi in generale): se avessero davvero questo potere anche nei suoi riguardi, allora lui sarebbe in carcere da anni, e invece è ancora lì, non solo libero, ma capo del Governo: i suoi processi non vengono portati a termine, le intercettazioni vengono impedite e ostacolate con appositi disegni di legge e nel frattempo la sfiducia nella magistratura in quanto tale cresce agli occhi della gente proprio perché lui appioppa il titolo di comunista a chiunque osi contraddirlo: ha riformulato il concetto di sinistra piegandolo ai suoi scopi propagandistici e inglobandoci dentro anche chi di sinistra non è. Che viltà d'animo! E' come il bambino che si porta via il pallone e non fa giocare più nessuno quando vede che la sua squadra sta perdendo.
    Ci saranno stati sicuramente nella storia dei casi di abusi di potere da parte anche dei magistrati in generale, ma nel SUO caso credo che non ci sia neanche bisogno di compiere abusi, perché le violazioni della legge a cui quell'uomo si dedica sono talamente evidenti che basta trovare l'articolo giusto del codice giusto. Berlusconi non è ostacolato dai giudici: è ostacolato dalla legge... come tutti noi. Questo penso, a meno che non mi si mostrino le prove del contrario (e Dio sa quanto vorrei che qualcuno lo facesse, perché sarebbe una consolazione sapere che in realtà non è così disonesto).

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  3. Caro, quello che dici tu è tutto giusto. Ma io non mi riferivo al caso specifico di Berlusconi, parlavo in generale. Ho semplicemente espresso un'opinione in merito ai magistrati e alla loro falsa intransigenza. Nelle mie parole non c'era nessun attacco al tuo pensiero che, anzi, rispetto e condivido.
    Ovunque, in qualsiasi settore della vita e della società, è tutto un magna magna e la storia ci insegna che, salvo casi eccezionali, è sempre stato così. Vale la pena credere solo in se stessi, nei propri valori ed ideali e nelle proprie potenzialità.

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  4. Lo so, lo so che parlavi in generale. :) Mi è scappato il "comizio" non per te, ma perché questo è un argomento che mi ha particolarmente indignato e vorrei sempre parlarne, giacché, come diceva Pasolini, "fondamentalmente il senso della scrittura è un senso esistenzialistico: il bisogno di esprimersi". Deve finire tutto questo: da parte di tutti, non ce la faccio più ad alzarmi la mattina sapendo che sono tutti ancora lì... Questa cosa mi scoraggia pronfondamente...

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