sabato 25 dicembre 2010

Riforma Gelmini: un dibattito sui suoi effetti

     Nel mio precedente post ho fatto un rapido cenno alle proteste studentesche che recentemente si sono sollevate contro il disegno di legge del Ministro Gelmini sulla riforma universitaria. Questa volta mi preme tantissimo scrivere due righe sugli effetti del disegno una volta approvato. In principio il mio intento era quello di leggere il testo integrale e poi scriverci delle considerazioni, ma ho dovuto abbandonare questa deliberazione per almeno due motivi: 1) non è possibile reperire il testo definitivo del disegno di legge fin quando esso non sarà stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (cosa che avviene poco dopo l’approvazione di un disegno di legge); 2) se anche avessi trovato il testo definitivo e l’avessi letto e compreso tutto, il fatto stesso di averlo presentato io sarebbe stata una mancanza di obiettività.
     Ho ritenuto invece molto più costruttivo ed efficace (e anche più breve) riunire in un unico post dei video in cui si simuli un dialogo, un dibattito, un vero e proprio confronto tra le parti sul contenuto del disegno e sulle sue conseguenze, dei video dove a parlare siano proprio i diretti interessati, ovvero: da una parte il Ministro Gelmini in persona e dall’altra coloro che criticano la sua riforma. Si tratta di video molto fruibili e brevi che espongono a mio avviso in modo chiaro e inequivocabile il punto di vista delle due parti. Il mio obiettivo, nel fare ciò, è duplice: da una parte vorrei che si facesse informazione sul problema, perché quando si ascoltano entrambe le parti vengono fuori molte più cose: in questo modo la gente può farsi un’opinione molto più libera del problema. In secondo luogo, se si mettono a confronto le due fazioni, emergono in maniera molto più evidente le contraddizioni della parte che ha torto, cosa più difficile da fare quando si esamina una questione considerando solo un aspetto di essa.
     È chiaro che trovare una sola persona che parli di tutto il contenuto del decreto è impossibile: quindi ho linkato vari video, ognuno dei quali parla di un aspetto in modo diverso. Sotto ogni link troverete una breve didascalia che dovrebbe indirizzarvi sul contenuto. Ho scelto di pubblicare video che non fossero estratti da un qualche telegiornale o da uno di questi programmi di dibattito politico, proprio perché non si potesse dire che sono fonti di parte: il mio augurio è che li vediate tutti e che anzi me ne siano segnalati altri. Spero che aiutino a comprendere.
     Per cavalleria, farei cominciare a parlare il Ministro in persona, che dal suo canale di YouTube così si esprimeva riguardo la questione.



     Il ministro Gelmini cerca di preparare l’opinione pubblica e di tranquillizzare gli studenti, temendo che siano tutti stati plagiati e condizionati dai “baroni” che hanno l’interesse a mantenere lo status quo. Se da una parte è vero che presso molti giovani (studenti e non) non c’è coscienza di quello che accade loro intorno, e se quindi è vero che essi sono facilmente influenzabili, tuttavia trovo estremamente inverosimile e mi rifiuto di credere che l’intero corpus di coloro che protestano – che non sono solo, attenzione, studenti, ma anche professori, rettori, ricercatori precari e perfino studenti di paesi stranieri che con l’Italia non hanno nulla a che vedere! – abbia deciso di far andare in vacanza il cervello e si sia fatto abbindolare da questi baroni. Mi rifiuto di credere che nessuna di queste persone abbia saputo ragionare a mente lucida sul problema. Mi rifiuto di credere che centinaia di migliaia di persone si siano tutte rincretinite di colpo, che non abbiano capito nulla e che abbiano tutti frainteso mentre un singolo Ministro abbia veramente ragione.
     Dopo aver preparato il terreno, la Gelmini tenta di rendere conto dei punti più salienti della sua riforma, provando a rispondere alle critiche che sono state mosse al riguardo. Nel fare ciò ella chiama in causa dei principi di per sé giusti, fa appello a esigenze davvero esistenti nel nostro mondo universitario e dice di voler risolvere questioni annose che effettivamente sono presenti nell’ambiente della didattica (parlo per esempio della necessità di premiare i più meritevoli, dell’esigenza di razionalizzare le risorse, della lotta alle baronie, tutte cose condivisibilissime dette così): tuttavia è il come che non convince i “critici”.
     Mi pare opportuno far notare che il Ministro fa appello a un criterio particolare, per tutta la durata del video, per giustificare il suo intervento, ovvero quello secondo cui è necessario fare tagli e razionalizzare le risorse a causa della crisi economica del nostro Paese. Cioè, secondo il Ministro, poiché ce la passiamo male, qualcuno deve pagare. E secondo lei chi si deve sacrificare è proprio l’Istruzione: si prende questo settore e si usano i fondi a esso destinati per fare altro (e lasciamo stare per ora cosa sia questo altro).
     Il sottoscritto, in tutta la sua umiltà, ritiene invece che non abbia molto senso tagliare proprio in quel settore nelle cui mani c’è il futuro del Paese, bensì che sarebbe molto meglio se fossero i governi a tamponare (se non a risolvere) la crisi elaborando un’adeguata politica economica, di quelle che non siano sottoposte alle influenze delle multinazionali o alle esigenze personali di alcuni politici che non sono solo politici ma nello stesso tempo sono anche industriali-imprenditori, che quindi hanno tutto l’interesse a fare leggi che mettano loro in mano quanti più soldi possibili, anche se questo significa creare monopoli economici rallentando l’economia generale. Non è l’Istruzione a doversi sacrificare per venire incontro alla crisi: sono i governi che hanno l’obbligo di risolvere la crisi, investendo il più possibile sui giovani che dovranno lavorare, come si fa in qualunque altro luogo del pianeta. Usare la crisi come pretesto per giustificare i tagli è una scusa palesemente paracula, almeno nel caso presente in questione!
     E, sempre secondo il modestissimo parere del sottoscritto, sarebbe anche meno ipocrita ammettere che una buona parte della crisi di cui il nostro Paese soffre è opera proprio dell’evasione fiscale e degli altri reati finanziari (che riguardano cioè il denaro che manca in questa crisi!) a cui si sono dedicati da sempre molti di quei politici che abbiamo avuto al governo, senza distinzioni di bandiera. Quindi si passassero prima loro una mano sulla coscienza e riconoscessero la loro parte di responsabilità! Nel caso specifico vorrei citare, a riprova di quanto dico e anche per rispondere al Ministro, gli innumerevoli processi per evasione fiscale, falso in bilancio, frode fiscale, tangenti fiscali e perfino di riciclaggio di denaro sporco che hanno visto – e vedono ancora! – protagonista il nostro attuale Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, quello stesso uomo cui il Ministro Gelmini, diligentemente addestrata, non ha dimenticato di far cenno nel suo video. Processi noti a tutti e su cui chiunque può informarsi in ogni momento. Processi che o non si sono ancora conclusi, o che sono caduti in prescrizione, ovvero processi che la giustizia ha rinunciato a portare a termine perché si sono protratti oltre il termine temporale ragionevolmente previsto e sui quali, quindi, non è mai stato permesso che si facesse luce.


     Detto questo, ascoltiamo ora le brevi risposte di una parte degli oppositori alla riforma.


     Questo video, realizzato dal Sindacato degli studenti in collaborazione con l’Assemblea studentesca Link è diviso in due parti, ognuna delle quali dura 2 minuti: nella prima si descrive con una rappresentazione schematica molto diretta e semplice il problema dell’organizzazione interna che l’università avrà dopo la riforma, ovvero quella che si chiama governance, si descrive il nuovo (e depauperato) ruolo che il Senato accademico assumerà e l’introduzione del nuovo organo che è il Consiglio di amministrazione e i rischi che si corrono nel dare il potere in mano a enti esterni che non hanno interesse a curare lo stato degli atenei; nella seconda parte invece viene focalizzata la figura del ricercatore e il peggioramento delle sue condizioni in seguito all’attuazione della riforma in legge.

La riforma spiegata dal Professor Picone

     In questo video il Prof. Giusto Picone, docente di Letteratura latina presso la Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Palermo, esprime in una breve intervista di 7 minuti alcune contraddizioni insite nella riforma, ovvero il fatto che molti dei problemi che essa si propone di risolvere vengano di fatto aggravati da essa stessa in maniera tacita e taciuta: l’organizzazione della governance, il problema dei concorsi per i professori e dei baroni universitari, l’annosa questione dei ricercatori precari e la loro ricattabilità e i rischi che corrono gli studenti.

L'intervento di Franceschini: la lingua ferisce più della spada


     Chiudo con l’arringa pronunciata dall’On. Dario Franceschini (Partito Democratico) che, al di là dei toni di rimprovero, fornisce interessanti dati e prove sulle contraddizioni economiche della riforma e dei governi Berlusconi anche in altre questioni passate, affronta il tema dei tagli finanziari così come essi sono stati attuati da questo governo e cita, a mio avviso lodevolmente, il peso e la legittimità delle manifestazioni studentesche che invece sono state osteggiate dal Presidente del Consiglio Berlusconi quando disse che i veri studenti dovrebbero stare a casa a studiare invece che in piazza a manifestare.

     Il disegno di legge è stato approvato definitivamente il 23 dicembre 2010. Non appena sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, assumerà valore di legge a tutti gli effetti.
               
Oggi che è Natale ho riscritto una nuova lettera a Babbo Natale:

Caro Babbo Natale,
per quest’anno vorrei un nuovo Ministro dell’Istruzione.
Quello che avevo prima non funziona più.


«L’arte a la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.»
(Costituzione, articolo 33, comma 1)


 Buon Natale a tutti voi!

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