Se credevate che la censura di
Nonciclopedia a causa della denuncia di Vasco Rossi fosse un fatto ridicolo e
vergognoso, chissà cosa penserete ora che il decreto sulle intercettazioni
mette in pericolo l’affidabilità di un sito rispettabilissimo come Wikipedia. La versione italiana dell’Enciclopedia libera più famosa e
completa del mondo ha deciso di sospendere il proprio servizio e ha pubblicato un comunicato di protesta (a mio avviso lodevole) sulla propria home page per informare i cittadini italiani del rischio di censura e
di compromissione ingiustificata delle informazioni che sarà possibile
effettuare se il Parlamento approverà nei prossimi giorni il disegno di legge
che regolamenta le intercettazioni, conosciuto anche col nome di legge bavaglio.
Si tratta di una manovra che impedisce la
libertà di informazione e che, nel caso specifico, consente a qualunque persona
di costringere siti, blog, giornali online a eliminare contenuti che sono
ritenuti diffamatori (anche se non lo sono) o addirittura a sostituire quei
contenuti con altri (anche se sono falsi) senza la possibilità del sito in
questione di spiegare il motivo della rettifica.
È il classico scandalo che si commenta da
solo. È, anche, il classico schema di depistaggio di questo governo che, con la
scusa di inserire una nuova norma a tutela di un aspetto della vita del
cittadino, se ne esce con norme che in realtà proteggono gli interessi di quei
pochi che hanno motivo di temere che si scoprano notizie scomode sul loro
conto. La spacciano per tutela della privacy, ma la privacy è già tutelata
dalla legge italiana. Dicono di voler proteggere dai rischi di diffamazione, ma
anche questo reato è già regolamentato dalla legge.
Personalmente approvo in pieno la protesta
di Wikipedia, che con la sospensione del suo servizio, oltre a tenere fede agli
obiettivi che si è proposta, sensibilizza anche l’opinione pubblica su una
questione di importanza basilare per la democrazia italiana.
Ma andiamo con ordine. Prima di tutto
leggetevi il comunicato in questione. Poi a fondo pagina, troverete dei link
che possono dare una mano a comprendere la portata di questo fenomeno.
Ecco cosa si può leggere sulla home page
della versione italiana di Wikipedia a partire da oggi 4 ottobre 2011.
Cara lettrice, caro lettore,
in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c’è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero.
Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue, che può essere consultata in qualunque momento senza spendere nulla.
Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto – neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti – rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni.
Tale proposta di riforma legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni, prevede, tra le altre cose, anche l’obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine.
Purtroppo, la valutazione della “lesività” di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all’opinione del soggetto che si presume danneggiato.
Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto – indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute lesive – di chiederne non solo la rimozione, ma anche la sostituzione con una sua “rettifica”, volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.
In questi anni, gli utenti di Wikipedia (ricordiamo ancora una volta che Wikipedia non ha una redazione) sono sempre stati disponibili a discutere e nel caso a correggere, ove verificato in base a fonti terze, ogni contenuto ritenuto lesivo del buon nome di chicchessia; tutto ciò senza che venissero mai meno le prerogative di neutralità e indipendenza del Progetto. Nei rarissimi casi in cui non è stato possibile trovare una soluzione, l’intera pagina è stata rimossa.
L’obbligo di pubblicare fra i nostri contenuti le smentite previste dal comma 29, senza poter addirittura entrare nel merito delle stesse e a prescindere da qualsiasi verifica, costituisce per Wikipedia una inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza: tale limitazione snatura i principi alla base dell’Enciclopedia libera e ne paralizza la modalità orizzontale di accesso e contributo, ponendo di fatto fine alla sua esistenza come l’abbiamo conosciuta fino a oggi.
Sia ben chiaro: nessuno di noi vuole mettere in discussione le tutele poste a salvaguardia della reputazione, dell’onore e dell’immagine di ognuno. Si ricorda, tuttavia, che ogni cittadino italiano è già tutelato in tal senso dall’articolo 595 del codice penale, che punisce il reato di diffamazione.
Con questo comunicato vogliamo mettere in guardia i lettori dai rischi che discendono dal lasciare all’arbitrio dei singoli la tutela della propria immagine e del proprio decoro invadendo la sfera di legittimi interessi altrui. In tali condizioni, gli utenti della Rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per “non avere problemi”.
Vogliamo continuare a mantenere un’enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?
Gli utenti di Wikipedia
Ora, poiché non voglio semplicemente
sfogarmi (per quello mi sbatto già con la testa nel muro), ma anche fare un
minimo di informazione (per quel po’ che i tempi ancora permettono), ecco
cosa dovreste a mio avviso assolutamente visionare per capire la portata di
questa questione.
Anzitutto,
per chi fosse interessato alla lettura del testo di legge provvisorio, la stessa
home page di Wikipedia mette a disposizione questo link (pagina 24).
Poi, come ho già suggerito un anno fa in un mio
precedente blog, è utilissimo anche questo video in cui Marco Travaglio, su cui
si può dire tutto, tranne che non dica cosa chiare e attendibili, parla
dettagliatamente della legge bavaglio, in particolare dell’aspetto relativo
alle intercettazioni e alla pubblicazione di notizie giornalistiche in senso
stretto.
Se vi capita di trovare altre informazioni
che possano essere chiare e pubblicabili, fatemelo sapere.
gdfabech
Costituzione
italiana ,
art. 15
Dichiarazione
Universale dei Diritti dell’Uomo , art. 27
La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.
La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge.
Chiunque, fuori dei casi indicati nell’articolo precedente, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1.032 (lire due milioni). Se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2.065 (lire quattro milioni). Se l’offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a euro 516 (lire un milione). Se l’offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate.
Codice
penale, art. 595 (Diffamazione)
Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.
La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati.
Carta dei Diritti
fondamentali dell’Unione Europea,
art. 11
Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici.
Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.
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