martedì 25 giugno 2013

JP Morgan contro la democrazia antifascista: «Le costituzioni europee tutelano troppo»

     È da choc quanto riportato su un rapporto diffuso dalla JP Morgan Chase & Co., una società finanziaria di New York, in cui si analizzano vari aspetti della crisi economica nell’area europea. In un paragrafo, in particolare, gli analisti di questa banca accusano le Costituzioni dell’Europa meridionale di essere eccessivamente democratiche per le politiche economiche di austerità che si vogliono imporre, perché nate come opposizione ai regimi dittatoriali e, in quanto tali, danno troppe tutele ai lavoratori e ai cittadini. Ma andiamo con ordine…
     La crisi economica mondiale che tutti conosciamo è cominciata, come qualcuno saprà, negli Stati Uniti, a causa di alcuni “errori” e mosse azzardate da parte di certi colossi finanziari. Tra questi c’è appunto la JP Morgan Chase & Co., riconosciuta pesantemente responsabile della crisi dei mutui subprime, ovvero la crisi finanziaria di fine 2006 che negli USA diede vita alla crisi economica mondiale odierna (i mutui subprime, giusto per capirci, sono mutui che negli USA vengono concessi a debitori che hanno una cattiva storia creditizia, fatta di insolvenze, pignoramenti, fallimenti e che quindi godono di condizioni sfavorevoli – come tassi di interesse molto alti – a causa della loro “inaffidabilità” di pagatori).
     Dopo che la crisi dei subprime prese piede, si produssero nel mercato finanziario mondiale tutte le conseguenze che in buona parte conosciamo anche noi e che hanno portato alla disumana moda delle politiche di austerità, ovvero quelle politiche basate sui tagli e sulle negazioni di diritti precedentemente garantiti dalla legge dei paesi democratici. Non a caso nel 2012 la Procura di New York ha denunciato per frode Bear Sterns e Emc Mortgage, che appartengono proprio al gruppo JP Morgan, a causa della crisi dei subprime.
     Il 28 maggio scorso viene rilasciato il succitato rapporto degli analisti di questa banca sulla crisi in Europa (rapporto che troverete linkato alla fine di questo articolo e intitolato The Euro Area Adjustment: About Halfway There). Ebbene, ecco cosa si legge nel paragrafo intitolato Il percorso delle riforme politiche nazionali (The Journey of National political reforms, pag. 12):
     Al cominciare della crisi, si riteneva generalmente che i problemi di eredità nazionale fossero di natura economica. Ma, non appena la crisi si è sviluppata, è divenuto chiaro che ci sono profondi e radicati problemi politici nella periferia [allude alla periferia della zona europea], che, nella nostra visione, ha bisogno di cambiare se l’UEM [Unione economica e monetaria] funzionerà correttamente nel lungo termine.


     I sistemi politici nella periferia [dell’Europa] sono stati instaurati all’indomani della dittatura, e sono rimasti segnati da quell’esperienza. Le costituzioni [dei paesi della periferia] tendono a mostrare una forte influenza socialista, riflettendo la forza politica che i partiti di sinistra acquisirono dopo la sconfitta del fascismo. I sistemi politici della periferia presentano tipicamente molte delle seguenti caratteristiche: esecutivi deboli [intende deboli nei confronti dei parlamenti]; governi centrali deboli nei confronti delle regioni; tutela dei diritti dei lavoratori garantita dalle costituzioni; sistemi di costruzione del consenso che promuovono il clientelismo; e il diritto di protestare se cambiamenti non voluti vengono apportati allo status quo della politica. Le mancanze di questa eredità politica sono state messe in evidenza dalla crisi. I paesi della periferia hanno ottenuto successi solo parziali nel perseguire riforme fiscali ed economiche, con governi limitati dalle loro stesse costituzioni (Portogallo), dal potere delle regioni (Spagna), e dalla crescita di partiti populisti (Italia e Grecia).

     C’è una stima di crescita dell’estensione di questo problema, sia nel centro che nella periferia. Il cambiamento sta cominciando a prendere piede. La Spagna ha fatto dei passi per indirizzare alcune delle contraddizioni del risvolto postfranchista con la legislazione dell’ultimo anno attivando un controllo fiscale più forte delle regioni. Ma fuori dalla Spagna ben poco di simile si è verificato. La prova chiave nell’anno a venire si verificherà in Italia, dove il governo ha chiaramente un’opportunità di ingranare riforme politiche piene di significato. Ma, nei termini dell’idea di un percorso, il processo di riforma politica è cominciato a stento.

(Grassetti e note in parentesi quadra sono mie)


          Dunque, diversamente dalle farse e dai teatrini che i governi mondiali inscenano per imboccarci a suon di storielle i veri obiettivi delle politiche finanziarie che hanno in mente, JP Morgan parla chiaro: in Europa c’è troppa democrazia nelle leggi. E lo dice così, esplicitamente, senza vergogna: le leggi che questo colosso della finanza definisce “socialiste” e che in realtà sono semplicemente democratiche sarebbero un ostacolo, secondo questi analisti finanziari, all’uscita dalla crisi del debito. Le costituzioni antifasciste non vanno bene per questi signori del signoraggio… Leggi che scaturiscono da decenni di lotte e conquiste fatte col sangue. Sono quelle conquiste che mirano a tutelare i soggetti più deboli della società e i loro diritti, quei diritti che stiamo perdendo proprio a causa degli errori di questi “esperti”: pensiamo alla riforma Fornero, che ha cancellato l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, un articolo che difendeva il lavoratore in caso di licenziamento ingiustificato; o pensiamo ai tagli fatti alla sanità e alla scuola, che sono appunto diritti delle persone, e che adesso stanno diventando sempre più inaccessibili, pensiamo a Cipro, dove la finanza ha imposto il prelievo forzoso di denaro dai conti correnti dei risparmiatori per pagare i debiti contratti dallo stato; pensiamo alla Grecia, dove la Troika ordina il licenziamento di migliaia di persone alla volta o costringe la gente a lavorare (senza adeguamento di stipendio) più ore di quante ne stabilisca la legge…
     In questo paragrafo è elencato senza pudore il vero pensiero della finanza mondiale: fare a pezzi le conquiste democratiche per far comandare pochi, impoverendo molti. JP Morgan (e con essa tutti i mostri della finanza mondiale) vorrebbe che i governi potessero introdurre nei paesi tutte quelle riforme che abbassino il costo del lavoro favorendo il licenziamento, riforme di liberalizzazioni, riforme che mirano a togliere allo stato la gestione dei servizi che invece dovrebbero essere secondo loro privatizzati, messi in mani a soggetti non imparziali e che possono gestirne i costi senza riguardo per coloro che non possono permetterseli (e sono la maggior parte). Lo smantellamento della democrazia non è mai stato dichiarato con tanta chiarezza fino ad oggi come in questo documento.

Potete leggere il documento (in inglese) a questi link:


3 commenti:

  1. Una verità che brucia il pregiudizio ideologico di molti, troppi soggetti che hanno costruito fortune e ricchezze grazie ad una costituzione che nega arbitrariamente l'esistenza di una sola ideologia, di una sola forza politica, di un solo partito politico.
    La pacchia è finita: andate a cercarvi un lavoro, uno vero.
    E la chiamano democrazia, e si definiscono dei democratici ....
    Facile vincere politicamente avendo ucciso nella culla il proprio avversario.
    Ma ora fate i conti con il mondo intero, che chiede ai paesi viziosi di sbarazzarsi delle costituzioni antifasciste, forse mettendo anche in relazione l'antifascismo con l'essere viziosi piuttosto che virtuosi.
    http://www.ilcittadinox.com/blog/paesi-viziosi-sbarazzatevi-delle-costituzioni-antifasciste.html
    Gustavo Gesualdo
    alias Il Cittadino X

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  2. Ho fatto una certa fatica a capire quale fosse la tua idea. Mi sembra di poter capire che, se non sei un nostalgico balilliano, sei almeno d'accordo con questa filosofia finanziaria che vede nelle Costituzioni europee uscite dalla dittatura un ostacolo a un certo progetto finanziario.

    Ho anche letto il tuo articolo, visto che me l'hai linkato: non commenterò quello in sé, anche perché non è che abbia letto chissà quali argomenti, quindi non saprei bene nemmeno cosa commentare. Vorrei piuttosto rispondere ad alcune tue affermazioni:

    1. "La Costituzione italiana negherebbe ARBITRARIAMENTE la ricostituzione del partito fascista": in verità di arbitrario non c'è un bel niente, poiché all'epoca della stesura della Costituzione si era tutti d'accordo e non fu fatta violenza a nessuno (anzi: fu qualcun altro che "costringeva" la gente a fare come voleva lui).

    2. "Troppo facile uccidere nella culla il proprio avversario": non mi risulta che nel 1948 il fascismo fosse "nella culla", anzi: aveva già messo a ferro e fuoco l'intero paese, si era dato da fare alquanto ed era stato debellato dopo gli scempi compiuti. La storia, del resto, è fatta di alternanze: oggi il fascismo, domani la repubblica. Non capisco proprio dove starebbe la slealtà di negare al fascismo di ricostituirsi se ciò che lo nega è la stessa ideologia che vi si è opposta! La democrazia, per come si presenta costituzionalmente, non può ammettere la dittatura, quindi è normale che vieti a certe ideologie di mettere di nuovo a repentaglio la libertà di una nazione (anche se per i fascisti non c'era alcuna negazione di libertà, lo so... il problema è che alla maggioranza sembrava che ci fosse). Infine, il fascismo non è stato sconfitto nella culla, povero e indifeso, ma è stato fatto fuori sul campo di battaglia, per le strade, sulle montagne da persone anche giovanissime che si chiamavano partigiani. Com'è che dice il tuo blog? "Se vuoi la pace, prepara la guerra". Se vale per loro, vale per tutti.

    3. (dal tuo articolo) "[nel documento di JP Morgan] troviamo elencati i motivi che da decenni appaiono essere alla base di un mancato sviluppo sociale, politico ed economico dei paesi del sud europa, motivi che solo menti libere e serene riescono ad accogliere e a comprendere": sarei curioso di conoscere i pregiudizi dai quali dovremmo liberare le nostre menti per poter comprendere la profondità di questa analisi finanziaria; in attesa che ci illumini, restiamo autorizzati a fidarci della nostra intelligenza, che ci dice che negando diritti ai lavoratori lo stato sociale si sfascia e, poiché "la sovranità appartiene al popolo", non mi pare sia una soluzione auspicabile. La nostra intelligenza ci suggerisce invece che si tratti di un progetto di dittatura finanziaria, fatto da pochi "eletti" che vogliono giocare a tenere in mano il destino del mondo perché sentono di avere i mezzi per farlo (forse sull'argomento sei poco informato).

    Ah, giusto a scanso di equivoci: ci sono modi migliori per far arrivare i treni in orario.

    Aniello Calabrese
    alias un cittadino democratico

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  3. La nostra è infatti una costituzione politica, non semplicemente liberale. Ciò significa che porta in sé come proprio carattere la distinzione amico-nemico: i partiti sono i soggetti attivi della vita pubblica, ma non tutti. Sono esclusi infatti il partito fascista e la casa di Savoia. JP Morgan vorrebbe testi costituzionali esclusivamente liberali, cioè impolitici e informi, come informe e anomica è la società ordinata esclusivamente dal capitale.

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